Linea d'ombra - anno VII - n. 36 - marzo 1989

ANIMALI MOLTO MALLEABILI Incontro con Kurt Vonnegut a cura di Maria Nadotti Kurt VonneguJ, sessantasei anni, una quindicina di libri al suo attivo e un successo di critica e df pubblico che negli anni Sessanta lo hanno trasformato in unafigura di culto, risponde alla lettera che ho inviato al suo agente chiedendo lapresente intervista con una letterina che mi arriva a giro di posta e che accetta con semplicità e spirito pratico lamia richiesta: "a me va bene, dammi un colpo di telefono quando vuoi, tanto siamo vicini di casa." E in effetti, anche se con un certo sbalordimento, perché-chissà su quali basi-avevo stabilito che dcvesse abitare in tult' altra parte della città, mi accorgo che abitiamo esattamente a quattro isolati di distanza, in una delle zone più anonime e meno mitizzate di Manhattan. Un posto ideale per nascondersi, mimetizzarsi, non farsi notare e soprattutto non rientrare in clichés sociali. I.Ascio passare ilfme settimana di Thanksgiving, anche se sospetto che per VonneguJ lefestività non vogliano dire un granché, e lo chiamò il lunedì successivo. Al telefono mi risponde lui, voce vecchia e impastata di fumo. lo, emozionatissima, gli devo sembrare incerta e/orse preoccupata che abbia cambiato idea, perché si precipita a dirmi che a lui va bene: "vieni domani, così ti togli dai piedi ilpensiero." "Domani non ce lafaccio", "O.k.,alloradopodomani, alledlµ!. Seilamiavicina, vero?" E così il mercoledì, alle 13 .45 v~to che non ho ancora imparato a arriVonnegut fotografato dalla moglie Jill. vare puntuale agli appuntamenti, mi aggiro con una certa trepidazione davanti alla sua casa, una brownstone di tre piani stretta stretta e incastrata tra edifici per lo più moderni e ingombranti, nella assoluta neutralità dell' east side di midlown, tra camion che scaricano e sirene in transito. Sulla porta il nome di Vonnegut non compare, mentre c'è, in bella evidenza, quello della moglie, Jill Krementz.fotografa. Mi decido a suonare. Vengo ricevuta da una giovane americana che sorride quando chiedo di KV per la intervista. "Kurt" lo chiama, "è per te". E lui si materializza in cima alla scala interna, che scende con scatto veloce, tenendosi unpo' curvo per via dell'altezza oper tagliare meglio gli angoli. "Mariaseitu?" mi dice "vieni,andiamoasederciincucina" emiporta davanti a un lungo tavolo rettangolare nella zona pranzo di un grande soggiorno che occupa il pianterreno della casa. Arredamento di ottimo gusto.più vuoto che pieno, tradizionale e non particolarmente americano, pianoforte, camino e minuscolo televisore probabilmente in bianco e nero. Ci sediamo e io preparo il registratore dopo avergli dato aie uni numeri di "Linead'ombra" ,tantopercollocarel'intervista. "li fatto è che non parlo l'italiano, ma va bene lo stesso." Lo ringrazio della sua disponibilità e della tempestività con cui mi ha risposto. "Mi piace essere raggiungibile" dice, "fino a qualche tempo fa, il mio numero tele/onico eraregolarmente registrato nell'elenco tele/ onico. Poi lo ho dovuto far togliere, perché mi telefonava un sacco di strana gente. E mol-

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