Linea d'ombra - anno VII - n. 36 - marzo 1989

IL CONTISTO sto album moltiplica timbri e situazioni alternando pianoforte, piano preparato e tastiera elettronica, Salis riesce a essere davvero avvincente anche con \Dla pura e semplice (niente affatto semplice, per la verità) solo-performance al pianoforte acustico, come sa chi ha avuto occasione di ascoltarlo dal vivo in questa dimensione senza rete: sorprendentemente (se si tiene conto del sottoutilizzo del suotalento)convincentenellacoerenza e densità del percorso improvvisativo (nel tracciare il quale lo si sente profondamente calato emozionalmente), nel tatto e nella discrezione dei momenti lirici, nella sensibilità con cui sa fare propri, attraverso una forte immedesimazione, terni altrui, inserendoli organicamente nel flusso della sua musica, senza correre il rischio di usarli come espedienti (in Salis! si ascoltaFoo/ on the Hill di Lennon-McCartney). Al ritegno Salis unisce la preziosa dote (piuttosto rara nel mondo del jazz italiano) di una sincera disponibilità all'incontro: la non comune abilità di Salis nell'entrare in sintonia con i propri partner, forse non per caso generalmente stranieri, si riversa spesso nella formuladirapportochemenoconsente scappatoie. Lester (Soul Note), che lo ritrae in duo con il percussionista brasiliano Nana Vasconcelos, e Cinecittà (Bleu Citron) che lo presenta, ancora in duo, con il chitarrista francese Gérard Pansanel (insieme si sono recentemente proposti dal vivo con un programma interamente dedicato al repertorio beatlesiano: speriamo di poterlo ascoltare su disco), ne forniscono una ulteriore prova, e testimoniano della concezione del jazz di Salis: linguaggio non stilizzato, aperto a riferimenti a trecentosessanta gradi, in cui, nellamaruera più irresistibile quando Salis imbraccia la fisarmonica, si fa largo, nelle forme e nel gusto del far musica, il retaggio popolare (e peccato che Cinecittà, dei tre album il più immediatamente godibile, sia anche il meno facilmente rintracciabile sul mercato italiano). Un gran piacere del far musica insieme, in questa raccolta formula del duo, comunica Looking f or Love, primo album (Enja) inciso insieme dalla pianista giapponese Al<l Takase e dalla vocalist portoghese Maria Joao, dopo il successo del loro sodalizio, che data al 1986, in una serie di festival del jazz europei. Intelligenza, 32 fantasia, classe e humour: Looking for Love è un disco che si ascolta e riascolta tutto d'un fiato. E ancora piacere del far musica, in una formula appena più ampia, comunica Good NighJ (Creative Works Records) del mitteleuropeo Trio Kokoko (Klaus Koch, basso, Franz Koglmann, tromba e flicorno, Eckard Koltermann, clarinetto basso e sax baritono), riguardo al quale basti qui riprendere dal!~note di copertina l' autodescrizione del viennese Koglmann: "La nostra musica è fresca, nitida, limpida e un po' riservata. Da un lato suoniamo nella tradizione di Gerry MulliganeChetBaker,dal1' altro nella tradizione di Alban Berg". Restiamo in zona: TheP atBrothers (Moers Music), del gruppo omonimo, è un album passato pressoché inosservato in Italia (mai recensito, per esempio, da "Musica Jazz'').Male,perchéWolfgangPuschnig (sax alto, flauti, tastiere, voce), Wolfgang Mitterer (tastiere, suoni elettronici), Wolfgang Reisinger (batteria), dell'entourage della Vienna Art Orchestra, e Linda Sharrock, vocalist neroamericana (e anche autrice dei testi di Pat Brothers) proveniente dal free jazz e da tempo trasferitasi nella capitale austriaca, propongono una miscela molto appassionante, aspra e sensuale, di free e di funk, di rumorismo ed elettronica: eccellente anche, e ancor più, dal vivo. Come eccellente è apparsa dal vivo un'estensione di Pat Brothers presentata (non ne esiste documentazionediscografica)colnome di The Disdained Ones, nonché unanuova versionedi PatBrothers, con formazione mutata rispetto al disco, apparsa al New Jazz Festival di Moers lo scorso anno. L'Austria è vicina, possibile che nessuno sia disposto a organizzare loro dei concerti in Italia? Infine, una segnalazione nuda e cruda, giusto perché chi può essere interessato a un "duo" Gunther Grass, voce recitante in brani tratti dal Tamburo di latta e altro, e Gunther Baby Sommer, magnifico percussionista "radicale" (ma anche fisarmonicista eccetera), cerchi di procurarsi (all'estero) il cofanetto che lo raccoglie in due cassette. Titolo: Wer /achJ hier, hat gelachJ? (Steidl Verlag). ••••• LETTERE Ancora sul Concordato. lettera aperta agli intellettuali italiani Le recenti vicende, relative ai rapporti tra lo Stato Italiano e la Santa Sede, hanno fatto maJurare in molti una nuova consapevolezza che il Concordato nel 1984 è in realtà incompatibile con la Costituzione. Nel 'intento difar giungere la loro voce alla pubblica opinione e ai responsabili politici e istituzionali della gestione de/potere pubblico, abbiamo preso l'iniziativa di scrivere l'accluso documento "CARTA 89" e di raccogliere su di esso l'adesione, quanto più ampia possibile, di personalità della cultura. Per garantire al pronunciamento lamaggiore incisività, invitiamo tutti a dare la propria adesione a: Virginio MASSIMO, Via de/Boschetto,49-00/84Roma, o telefonando ai numeri: 06/484047 martedì e giovedì dalle 14.00 alle 17.00; 061708/302 mercoledì e venerdì dalle 16.00 alle 18.00. Noi cittadini di vario orientamento politico e ideologico, di diversi convincimenti spirituali, religiosi o laici denunciamo concordi alla opinione pubblica la grave anomalia che seguita a distinguere la posizione della Chiesa cattolica e si protrae da sessant'anni, ribadita, e anzi per più aspetti peggiorata, dal nuovo Concordato del 1984. Convinti dei Principi di libertà e democrazia, che vivificano la Costituzione della Repubblica, sentiamo il dovere di additare quanto il nuovo Concordato abbia contraddetto a qualunque aspettativa di revisione dei rapporti con la Chiesa cattolica conforme al testo e allo spirito della Legge fondamentale. Sin dagli anni della Assemblea costituente furono avvertiti (e non dai soli oppositori del regime concordatario fascista, ma dagli stessi più autorevoli esponenti del Partito cattolico) i molti aspetti della disciplina del 1929cheapertamente contrastavano con gli ideali democratici del popolo italiano uscito rigenerato dalla tragedia del conflitto. E tuttavia, di fronte alle drammatiche difficoltà del dopoguerra, prevalse allora la tesi di congelare nel frattempo la soluzione normativa del 1929,pernon rimettere in discussione (così si disse) la pace religiosa e per non aggravare ulteriormente il già precario stato del Paese: nella esplicita intesa di rinviare a miglior tempo (a normalizzazione intervenuta) quella profonda revisione del sistema che era appunto imposta Il sogno di Wojtila (foto di G. Glovannetti/G. Neri).

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