Linea d'ombra - anno VII - n. 36 - marzo 1989

IL CONTESTO INCONTRI NaghibMahfuz dopo il premioNobel Luisa Orelli ComesipresentaNaghibMahfuzaunpubblico europeo che di lui scopre, col Nobel, l' esis,tenza?Qual è l'ambiente naturale (il Cairo, il quartiere ...), culJurale (lafamiglia, la scuola ...), sociale( laprofessione ...) in cui è nato, in cui si è formato? Sono nato in un quartiere popolare molto noto del Cairo che si chiama Gamaliyya, 1'11 dicembre 1911. Ho trascorso in questo quartiere tutta l'infanzia e una parte della giovinezza. È lì che ho cominciato la scuola. La mia famiglia si è poi trasferita a El Abbasiyya, uno dei quartieri in cui vive la middle class egiziana, dove ho proseguito gli studi fino all'Università. Sono però sempre rimasto attaccatissimo al quartiere in cui sono nato. Ci tornavo ogni tanto la sera, per delle visite. I due quartieri non sono distanti ... Fra Gamaliyya e Abbasiyya c'è solo una mezzoretta di strada a piedi. Ci descriva l'ambiente umano di questi quartieri ... L'ambiente popolare del Cairo si divideva in due gruppi sociali completamente diversi. Negli stessi luoghi si trovava il popolino, il volgo, cioè gli operai, gli artigiani, e persone fra le . più danarose del Cairo come i gioiellieri, gli antiquari, che i turisti sempre frequentano nel quartiere di Khan El Khalili. Ci sono tuttora le due componenti, e ancora oggi operano pressoché secondo gli stessi principi di mille anni fa, negli stessi edifici di allora. Il Cairo della Trilogia, soprattutto quello della prima parte, è rimasto immutato fino a oggi. Le strade, le costruzioni, la struttura sono le stesse. È invece cambiato l'uomo che vi abita. Restano, certo, delle tradizioni, quelle di una volta, che lo rendono unico rispetto ad altre parti della città. Con la rivoluzione però il cambiamento è stato radicale. I figli dei vicoli, dei quartieri popolari, oggi studiano, certi sono all'Università, ingegneri, dottori ... È cambiata la scala sociale, mentre la natura di questi luoghi, il loro aspetto esteriore, le loro tradizioni non. hanno subito mutamenti radicali. Ci sono invece delle parti del Cairo che hanno subito trasformazioni tanto profonde da sembrare addirittura dei quartieri di città europee per i modi di vita, per le abitudini della gente. Globalmente, il cambiamento è stato positivo o negativo? In ogni cambiamento c'è inevitabilmente del bene e del male. Il progresso scientifico, l'istruzione, la coscienza politica su scala nazionale e internazionale sono tutte cose positive. I legami che univano i membri della famiglia, la gente, si sono però allentati. I valori erano, in 24 Foto Elkoussy (Sygma/G. Neri). passato, più spirituali. Oggi siamo ormai nel1'era del materialismo, del ladrocinio. Le differenze sono molte. Naghib Mahfuz, ci racconti qualche momento storioo, ipiù determinanti fra i tanti cui ha assistito dalla sua infanzia a oggi. La rivoluzione del 1919 è scoppiata quando io avevo sette anni. Sono cresciuto con questa rivoluzione. Abbiamo poi sperimentato la guerra mondiale: il nostro paese era in un certo senso un campo di combattimento fra gli italiani e i tedeschi da una parte e gli inglesi dal1'altra. Nel 1952, a quarant'anni, ho vissuto assieme alla rivoluzione e ai suoi artefici, nell 'era di Nasser prima, in quella di Sadat poi. Fino all'era di Mubarak oggi. Gli avvenimenti sono stati numerosi. E tante le guerre, da quelle con Israele all'intervento nello Yemen. Fra lutti qual è stato l'avvenimento più rilevante, chepiù profondamente ha segnato Naghib Mahfuz? Se proprio dovesse sceglierne uno, quale? Forse l'avvenimento storico che l'uomo vive da giovane è quello che più profondamente lo marca. Mi ha molto impressionato la rivoluzione del 1919: dalla finestra di casa mia ho visto le manifestazioni, le sparatorie, i morti. I principi della rivoluzione del 1919: la rivendicazione dell'indipendenza, di un governo democratico, non potevano non concernerci tutti. Ne ho ereditato valori come la democrazia e l 'unitànazionale degli egiziani al di là delle differenze religiose, valori che restano tuttora radicati nel mio profondo. Tutto quanto è successo dopo il 1919 non m'ha comunque ovviamente lasciato indifferente. E il processo di pace in Medio Oriente, il viaggio di Sadat a Gerusalemme? La questione della pace in Medio Oriente non è, dal mio punto di vista, strettamente connessa alla visita del presidente Sadat a Gerusalemme. Ho invocato la pace con Israele fin dagli anni Settanta, forse prima ancora della presidenza Sadat. Dopo il 5 giugno 1967, con altri intellettuali ci siamo incontrati con il ministro della Cultura. Voleva la nostra opinione. Gli ho detto che ero per la democratizzazione del governo, presupposto questo per l'apparizione di una forza politica favorevole alla pace con Israele. Penso che la pace sia nell 'interesse degli arabi prima di chiunque, e della regione nel suo insieme, Israele compreso. Il processo di pacificazione è comunque iniziato ben prima di Camp David, del viaggio a Gerusalemme. Tutte queste mosse non furono altro che la conferma di una lunga storia, la ratifica dei nostri appelli a favore della democrazia e della pace. Secondo Naghib Mahfuz a quale patrimonio culturale attingono gli egiziani di oggi? Che cosa hanno ereditato dalle civiltà che si .sono succedute lungo la storia d'Egitto, da quella faraonica a quella alessandrina, da quella araba a quella ollomana,fino alla presenza europea? Cosa resta di tutto ciò nella vita dell'egiziano che vive oggi come sempre del suo Nilo? Fra le tante civiltà che si sono succedute in Egitto, quelle che indubbiamente più ci hanno influenzato sono la civiltà faraonica e quella islamica, araba. Molti usi, molte delle antiche tradizioni faraoniche sono sopravvissute fino a oggi. Le ritroviamo nella ritualità del matrimonio, della morte, nell'educazione dei figli, in certe superstizioni, nella santificazione di alcuni personaggi, nella centralizzazione del potere, nel rapporto governato-governante ... Tutto ciò è un retaggio dell'epoca faraonica. Potremmo anche dire che è un patrimonio trasmesso dal Nilo, dall'agricoltura egiziana, dall'organizzazione stessa della vita. Anche nella lingua parlata troviamo delle parole di origine faraonica. Quanto alla conquista islamica, tutte le componenti preesistenti sono state integrate grazie ali' azione unificatrice della cultura araba. In questa cultura convivono ancora oggi gli egiziani tutti, non solo i musulmani ... Chi leggeva, chi legge oggi Naghib Mahfuz? Quali le esigenze del suo pubblico? Scrivo soprattutto sul popolo ma vengo letto dagli intellettuali. In Egitto c'è ancora un alto tasso di analfabetismo. Selamiaoperaha potuto diffondersi anche negli strati popolari, è grazie al cinema e alla televisione. E la risposta della gente è stata positiva. Penso che sia laricompensa del fatto che da sempre parlo di loro. Scrivo del popolo. Gli intellettuali mi leggono. La gente comune mi guarda e mi ascolta.

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