Linea d'ombra - anno VII - n. 36 - marzo 1989

sidente, Daniel Ortega, ha appena annunciatoun piano di austerità e di riformeeconomicheche sembrafattoapposta per conquistare simpatie aWashington.Certo ancheper tentare di rimettere inpiedi l'economia nicaraguegna,cheè allostremo. È veroche le continue svalutazionidel cordoba si sono rese necessarieper combattereun'inflazione di oltre il 20.000per cento annuoe che il licenziamentodi 30.000dipendentidellapubblicaamministrazione è stato impostodalla crescita di unaburocraziache si mangiava le già magrerisorse del paese. È però significativoche nello stesso tempo il governodi Managuaabbia invitatogli imprenditori privati a concordaregli spazi per la loro attività e che Ortega abbia dichiaratoche di socialismo,per il momento, non è il caso neanche di parlare. Certo pensanoal nuovo presidenteamericanoi "contras", lasciati da parte dalla potenza protettrice verosimilmentenon soltantoperché il Congressostatunitenseha bloccato i nuovi aiuti in loro favorepropostidall'ex presidenteReaganma anche per onorare unadistensionecon l'Unione Sovieticachedovrebbepurein Centrarnericasfociarein una stabilità senza soprassaltiper la superpotenzacapitalista.Bush hagià detto chegli antisandinistiarmati non possono essere abbandonati alla loro sorte, ma non ha aggiunto cosa intenda fare per loro. Forse pensaa Bushpure il capodel regimecubano, Fidel Castro,riammessoprogressivamentesullascenapolitica latinoamericana da governantiche dimostrano una certa autonomiapolitica internazionalee in qualche caso si ribellanoal potere egemoILCONTISTO nico degli StatiUniti. Non è escluso,poi, che Castro voglia assicurarsiquantomenounrapportodi nonbelligeranzaconWashington finchédalpropriocanto nonavràchiarito i suoirapporticon Mosca, ora che al Cremlino c'è Mikhail Gorbaciov, l'uomo di quella perestrojka a lui poco gradita. Sono in tanti ad aspettare i movimentidi Bush, fondamentalmente nella speranzadi non trovarsi ad affrontare rilanci bellici che costringerebberoa sacrificienormi senzala possibilitàdi vittorie decisive. Lui, l'uomo che da gennaio siede alla Casa Bianca, nonha finoradettomolto su cosaintendafare. Forse nonlo sa ancora. In Panama, a parte le difficoltà economiche imposte attraverso il boicottaggio economico, gli americani, non sono riusciti a rovesciare l'"uomo forte" a loro inviso, il generale ManuelNoriega, il quale si accingeanzi a consolidare il proprio potere: ha fattoconvocare le elezioni presidenziali per i primidi maggioe sceltoun suo fedelissimocome candidato alla formale caricadi capo delloStato,CarlosDuque.Neanchedelle altrearee centramericanesi sa cosapensi GeorgeBush. Al momento,ametà febbraio,s'è affrettatoa rispondereinterminicordialiaunmessaggio altrettantocordiale di Gorbaciov.Il capo sovieticoha annunciatoche il prossimoaprile,quando prevededi visitarel'emisfero occidentale,proporrà un piano di pace per il Centramerica per raccogliereanchequi i frutti delladistensionetra i due supergrandi.EBushhadichiaratodi essereprontoa collaborareconlui. Se non altro, alla fine del penultimodecenniodel secoloventesimo, tanta buona volontà comune frena le crisi "periferiche". Una rivoluzione che canta? Pietro U.Dini Notizi,ee impressioni sui recenti avvenimenti in Lituania. Quattro anni fa... Per chi, dopo una lunga assenza, torna di questi tempi in Lituania non mancanomotivi di stupore. Gli stemminidell'attributica nazionale- bandiera tricolore e cavaliere bianco - fanno oggi bella mostra sui risvolti delle giacche e sui foulardsdi eleganti signore.Gli autoadesivi ravvivano le bluse e le borse di studentessee studenti della più antica università dell'Unione, fondata nel 1579. Prodotti da speciali cooperative, essi sonovenduti e acquistaticon gioia evidentenei chioschi delle stradedi Vilnius e di Kaunasnonostante il prezzo elevato.Quattroannifachi simostravainpubblicocon simili"segnali" correva grossi rischi. Alcuneviedellacapitale sonotornateall'antica denominazione: è scomparsa la "Via Gorlci"(che Gorlciinvero non videmai) e al suopostoè stataripristinatala "via del Castello"e così la"Biblioteca centrale statale" è stata ribattezzata "Biblioteca statale Martynas Mazvydas", in memoria dell'autore-redattore del primo libro lituano nel 1547. Una zona del parco cittadino che si estende fra piazza Gediminas e la chiesa di Sant'Anna è divenuta luogod'incontro abitudinarioper chi voglia scambiareopinioni: Vilnius ha di fatto istituzionalizzatoun proprioHydePark. A Kaunas ricomparirannopresto al loro vecchioposto, comed'incanto, la statuadella libertà e il monumentoa Vytautas il Grande (1350ca.-1430)fatti eclissare in epoca staliniana.Anchequesto era impensabilequattro anni fa. Ma poi gli amici lituani mi spieganoe mi correggono: "Non quattroanni,maancorasoltantoquattromesi fa tuttociò erainimmaginabile in queste dimensioni. E tutt'oggi la situazioneè tale che non sai cosa potrà essere domani. Dobbiamo essere molto cauti e responsabili in questa pausa d'attesa ... " lo sonoquiper partecipare allaConferenzadi traduttorie editori, la IV finora,organizzataogni quattroanni dalladinamicaAssociazionelituana degli Scrittori (LietuvosTSR RasytojuSajunga) eda quelladeidirittid'autore(V AAP).Quest'anno il temacui gli interventidovrebbero ispirarsi è assai ampio: la letteraturalituana nel contesto della letteratura mondiale. Ma la conferenza prenderà in realtà tutt'altro corso. Le questioni specifichedi teoria e pratica della traduzione passano subito in secondo piano, poiché gli oratori preferiscono lasciarespazioalle attualità.Dalla nostra stampanon ero stato ancoramessoal correntedegli ultimi avvenimenti.Per esempio non avevo ancora sentito del Sajudis lituano. I vecchi amici fanno cerchioe racconti, impressioni, pareri si accavallano.Poi le cose si sono a poco a poco chiarite. Ma andiamoper ordine. 17

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