IL CONnSTo tate verità, era un uomo profondamente fedele alle amicizie e agli affetti. E, dato evidente a chiunque, era animato da un amore genuino per la cultura: così vivo e presente l'ho visto molto di rado. Mi pare indubbio che la scomparsa di questo principe degli agenti abbia contribuito a ulteriormente vanificare i già sbiaditi connotati delle nostre case editrici. Linder imperiosamente distribuiva loro libri e autori secondo l'immagine che se ne era fano (ricordo che Garzanti, che pure lo stimava molto, non gli perdonò mai di aver deciso una volta per tune che Saul Bellow non andasse bene per la sua casa editrice e quindi glielo negò sempre): sarà stata un'immagine anche tendenziosa, ma era pur sempre un'immagine: sparita ormai, tuni pubblicano tutto. Torno-alla carica: si faccia un libro in omaggio a Linder, questo straordinario personaggio che aveva anche un umorismo tagliente ( il più delle volte) ma anche affabile. Ricordo per esempio che a una mia domanda sulle sue costanti prese di posizione filoebraiche, mi rispose (cito a memoria): "Ma per carità! Semplicemente, quando un ebreo litiga con un non ebreo, io intervengo subito a favore del primo!" SCUOLA O ' " Giochidi puerra cosa ne d1eono psicologi, bambini,oppositori DanieleNovara Teorie e pratiche Le teorie psicologiche che si sono occupate dei giochi bellici sono principalmente due: la comportamentista e la psicanalitica, con conclusioni esattamente opposte. Foto di Robert Doisneau, 1936 La prima, anche attraverso ricerche condone alla fine degli anni Sessanta (L. Berkowitz, in "Psicologia contemporanea", n. 52, 1982), afferma il nesso fra aumento dell'aggressività e uso di armi giocattolo o (ed è lo stesso) fra ag- (Centre National de la Photographie, Paris). 12 gressività e prossimità di armi. La presenza visuale e manipolatoria dell'oggetto-arma, secondo questa ipotesi, ha il potere di suscitare reazioni di attacco in quanto viene collegata a precedenti apprendimenti-input di uguale natura, creando un preciso raccordo e rinforzo. Del tuno opposta l'interpretazione psicanalitica, che, com 'è noto, parte da una concezione dinatura umana portatrice sia di impulsi vitali che di impulsi distruttivi. In questo quadro i giochi bellici avrebbero una precisa funzione "catartica", quella di sublimare e trasferire le energie distrunive su oggetti di gioco, rendendole accettabili. In un certo senso, sempre secondo questa ipotesi, i giochi bellici fungono da scarica per le tensioni aggressive, liberando l' individuo, in questo caso il bambino, da eventuali frustrazioni, inibizioni, sensi di colpa, ecc. (C. Buttner, Kinder und Krieg, Campus Verlag, Francoforte 1984). Rendere manifesta l'aggressività latente ha quasi una funzione terapeutica di cui i giochi bellici possono essere uno strumento. Entrambe queste teorie sono estremamente carenti, sia perché non sufficientemente verificate sul piano scientifico, sia perché - ed è più grave - non considerano con la dovuta sensibilità la natura del bambino, finendo per semplificare o per forzare eccessivamente la realtà in vista della spiegazione teorica. Nel caso del comportamentismo, per esempio, le ricerche dimostrano sì un aumento di atteg_- giamenti aggressivi, ma solo nel periodo immediatamente successivo ali' esposizione (gioco bellico, arma, ecc.), senzii"inalcun modo modificare il quadro di personalità del soggetto. In quello della psicanalisi, appare invece evidente come la teoria della catarsi sia quanto mai ambigua finendo per legittimare una presunta "tendenza originaria alla violenza" che, nonostante gli sforzi, è tutta da dir mostrare (per una critica a tale concetto: A. Salvini, Il rito aggressivo, Giunti 1988). Se poi ci poniamo dal punto di vista del bambino, queste teorie appaiono ancora più obsolete. Che ne sappiamo di come vive il bambino l'attività ludica con giochi di guerra? Un esempio. Pietro, 7 anni, sta giocando alla guerra, con fortezze e soldatini da lui sistemati sul pavimento. Finito il gioco si va a tavola. Il padre gli chiede: "Pietro, fai il militare da grande?", "No, faccio quell'altra cosa ... come si chiama... il servizio civile," risponde. "Ma allora perché giochi alla guerra?" insiste il padre. Il bambino, imbarazzato, sussurra: "Mi piace", e si defila presso la madre. · Una scenetta come questa calza bene con i risultati di una recente ricerca di psicologia dell'età evolutiva (P. Parisi, Simbolismo e realtà nei giochi di guerra dei bambini, Padova 1988) in cui, attraverso colloqui a un buon numero di bambini dai 6 ai 1Oanni, viene mostrato senza equivoci la precisa competenza dei piccoli a distinguere fra gioco e realtà. La loro convinzione è talmente forte che non esitano a fare confronti col mondo degli adulti. "La guerra che giocano i bambini non uccide, quella che giocano i grandi sì," Lucia, 6 anni. "La guerra è diversa, io gioco non tanto forte, gioco piano, i grandi giocano come vogliono sia piano che forte," Lorenzo, 6 anni. "Nella guerra l'uomo muore, nella guerra finta poi si rialza," Nicole, 7 anni. "Laguerradei bambinièfinta, nell'altra vera si muore e si ferisce," Giacomo, 7 anni. Il punto di vista del bambino deve essere quello determinante. Quando le teorie psicologiche sono così drasticamente contrastanti e ci sono più dubbi che certezze, deve valere il criterio di porsi dalla parte dei soggetti della questione dibattuta; in questo caso i bambini, che potrebbero risultare i veri danneggiati da analisi e decisioni assunte precipitosamente. Verdi, bambini e campagne contro I giochi di guerra Dispiace che i Verdi si siano fatti portatori di questa strana precipitosità, assumendo, senza mezzi termini, il punto di vista comportamentista. E meraviglia la loro convinzione sui danni psicologici che deriverebbero ai bambini dall'uso dei giochi bellici. Danni decisamente tutti da dimostrare. Ma il problema più serio non è questo. E piuttosto l'individuazione dei danni che deriverebbero ai bambini dal proibizionismo dei giochi bellici. Proviamo a immaginare. Nell'anno XY la produzione e il commercio di questo tipo di gio" cattolo viene finalmente proibito grazie alla pressione dei gruppi interessati a farla finita con tali stru-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==