MARZO l 989 • NUMERO36 LIRE7.000 ' mensile di storie, immagini, discussioni EFINALMENTKEU:RTVONNEGUT CON I RITRATDTIISCRITTODRII JILL KREMENTZ/SUANGGIO DIRANCEHTTSIUDONMILANEIUNODITOMATSIUSLAMARCK/ LEPOESIEDI ROSEAUSLANDER/RACCONTI DI IMMIGRATI STRANIEIRNIEUROP/AE LERNEDRALBRASILSEO, KOLOWICZ DALSALVADODRI,NIDALLLAITUANIBAE,TTIDNAMARGHERA.
Leggere Einaudi GianfrancCoontini LapartediBenedettCoroce nellaculturaitaliana Un'esemplare lettura di Croce, le ragioni di dissenso e consenso: essere postcrociani senza essere anticrociani. «Saggi brevi», pp. x1-57, L. roooo CesareGarboli Scrittsi ervili Molière, Longhi, Penna, Delfini, Natalia Ginzburg, Elsa Morante: sei storie di seduzione. «Saggi brevi», pp. x-223, L. 16000 FranzKafka Relazioni Kafka inedito alleprese col suo lavoro d'assicuratore, descrive il mondo dei distretti industriali della Boemia, della tecnica e della meccanica. A cura di M. Miiller. Traduzione di A. Lavagetto. pp. LXXVII-133, L. 14oòo LeastHeat-Moon · Stradeblu Un «pellerossa» sulle strade di un'America minore. Un romanzo di incontri imprevedibili, un Easy Rider degli anni '80. Seconda edizione. Traduzione di Igor Legati. «Supercoralli», pp. 509, L. 35 ooo Jorgelbarguengoitia Ilcasodelledonne morte Un fatto di cronaca nera nel Messico degli anni sessanta, innesca uno dei romanzi memorabili della letteratura latinoamericana. A cura di Angelo Morino. «Supercoralli», pp. 177, L. 22 ooo HartmannvonAue Gregorio e IlpoveroEnrico La storia di Gregorio, prima peccatore e poi papa e la leggenda d'un ricco cavaliere salvato da una fanciulla. A cura di Laura Mancinelli. «I millenni», pp. xxvII-291, L. 45 ooo HenryJames Raccondti fantasmi La raccolta completa del «soprannaturale» diJames. Con un saggio di Virginia Woolf. A cura di Leon Edel. Edizione italiana di Maria Luisa Castellani Agosti. «I millenni», pp. XVII-687,L. 65 ooo J.JacobBachofen Ilmatriarcato Si conclude con questo secondo tomo la pubblicazione della prima traduzione integrale dell'opera di Bachofen. A cura di G. Schiavoni. «I millenni», pp. xix-523-1210, L. 60000 tomo primo, pp. LXXIV-522, L. 60000 AlainDucellier Bisanzio La storia di un millennio: dalla fine del mondo romano alla caduta di Costantinopoli, l'idea di un impero universale e di una ortodossia religiosa fra Oriente e Occidente. Traduzione di Ernesto Garino. ,;Biblioteca di cultura storica», pp. XVII-483, L. 55 000 AlbertoTenenti Ilsensodellamorte e l'amoredellavita nelRinascimento (Franciae Italia) Una mirabile ricostruzione dell'età di Villon e Lorenzo il Magnifico, di Erasmo e Calvino attraverso le testimonianze artistiche e letterarie di fronte al tema della morte. «Biblioteca di cultura storica», pp. xvm-511, L. 55 000 SalvatoreMannuzzu Procedura «Il racconto di Mannuzzu mi sembra il piu -notevole di questo inizio di stagione». (Geno Pampaloni, «il Giornale»). «Nuovi Coralli», pp. 216, L. 14000 NicoOrengo Ribes «La realtà di un piccolo universo pettegolo, avido, spietato sembra sfondare il telone della fiaba che però manifesta inattese risorse». (Lorenzo Mondo, «La Stampa-Tuttolibri»). «Supercoralli», pp. 226, L. 24000 IvanArnaldi Il BisontBe ianco Calamity Jane e Buffalo Bill, Custer e Geronimo, Alan Ladd e Hermann Melville sono i protagonisti di una travolgente rivisitazione del mito del West. «Nuovi Coralli», pp. 224, L. 15 ooo
Direttore Goffredo Fofi Direzione editoriale Lla Sacerdote Gruppo redazionale Adelina Aletti,Giancarlo Ascari, Mario Barenghi, Alessandro Baricoo, Stefano Bermi, Alfonso Berardinelli, Paolo Bertinetti, Gianfranco Bettin, Franoo Brioschi, Marisa Caramella, Cesare Cases, Grazia Cherchi, Francesoo Ciafaloni, Luca Qerici, Pino Corrias, Vincenzo Consolo, Alberto Cristofori, Stefano De Matteis, Riccardo Duranti, Bnmo Falcetto, Fabio Gambaro, Pergiorgio Giacchè, Aurelio Grimaldi, Giovanni Jervis, Filippo La Porta, Gad Lemer, Maroo Lombardo Radice, Marcello Lòrrai, Maria Madema, Luigi Manconi, Danilo Maneni, Edoarda Masi, Santina Mobiglia, Maria Nadotti, Antonello Negri, Cesare Pianciola, Gianandrea Piccioli, Bruno Pischedda, Giuseppe Pontremoli, Fabrizia Ramondino, Alessandra Riccio, Roberto Rossi, Franco Serra, Marino Sinibaldi, Paola Splendore, Gianni Turchetta, Emanuele Vinassa de Regny, Gianni Volpi, Egi Volterrani. · Progetto grafico Andrea Rauchi Graphiti Ricerche iconografiche Carla Rabuffetti Relazioni pubbliche: Miriam Corradi Esteri : Regina Hayon Cohen Amministrazione : Emanuela Re Hanno inoltre collaboralo a questo numero: Giuseppe Aliverti, Chiara Allegra, Filippo Azimonti, Màuri7io Bono, Isabella Camera d'Afflitto, Franco Cavallone, Giorgio Ferrari, Giancarlo Gaeta, Barbara Galla, Carla Giannetta, Daniele Gorret, Federico folli, Enrico Lombardi, Bruno Mari, Vanna Massarotti Piazza, Roberta Mazzanti, Paolo Mereghetti, Grazia Neri, Vanna Daccò, Marco Zapparoli;la libreria Popolare di via Tadino a Milano, la galleria Nuages di Cristina Taverna, la redazione del settimanale "Nautilus" della televisione della Svizzera italiana a Lugano. Editore Linea d'ombra Edizioni srl Via Gaffurio 4 - 20124 Milano Te!. 02/6691132-6690931 Distribuzione nelle edicole Messaggerie Periodici SpA aderente A.D.N. - Via Famagosta 75 - Milano Te!. 02/8467545-8464950 Distribuzione nelle librerie PDE - Viale Manfredo Fanti 91 50137 Firenze - Te!. 055/587242 Stampa Lltouric sas - Via Puccini 6 Buccinasco (Ml) - Te!. 02/4473146 LINEA D'OMBRA Mensile di storie, intmagini, discussioni Iscritta al tribunale di Milano in data 18.5.87 al n. 393 Direttore responsabile: Goffredo Fofi Sped. Abb. PosL Gruppo III/70% Numero 36 - Llre 7.000 Abbonamenti Abbonamento annuale: ITALIA: L 65.000 da versare a mezzo assegno bancario o c/c postale n. 54140207 intestato a Linea d'Ombra. ESTERO L. 90.000 I manoscritti non vengono restituiti Si risponde a discrezione della redazione. Si pubblicano poesie solo su richiesta. I Questa rivista è stampata su carta riciclata LINDE'AOMBRA anno VII marzol989 numero36 ILCONTESTO " 4 6 8 15 17 35 GadLerner Stefarw Benni Gianfranco Bettin Joaqu[n Sokolowicz Pietro U.Dini Brurw Pischedda Il "nostro" Chico Mendes Solo la castità può salvarci! Frontiere vuote L'America centrale dopo Reagan Una rivoluzione che canta?. L'oscuro fuoco di Fenoglio RUBRICHE: Horror (F. Filippetti risponde a Donat-Cattin a pag. 7), In margine (G. Cherchi su P. Levi, E. Linder, I. McEwane gli scrittori italiani a pag. 11), Scuola (V.Novara sui giochi di guerra a pag. 12; G. Foji sui saggi di P. Bichselsull'infanziae sull'insegnamento apag. 13), Confronti (A. Lavarini su A. J6zsef a pag. 21; P. Bertinetti su W. Harris a pag. 25; G. Foji, M. Barenghi, S. Mobiglia, G. Pontremoli su G. Bettina pag. 26; G. Turchetta su L. Meneghello a pag. 28; S. Bortoli su B. Tarozzi apag. 29), Letture (G. Fofi su S. Rushdie, T. Bemhard, K. Kraus, F. Vegliani, Ling Shuhua, Ueda Akinari, K. Nonnenmann a pag. 22), Incontri ( conN. Mahfuz a cura di L. Orelli a pag. 24), Cinema (G. Volpi su R. Zemeckis, F. F. Coppola e Cartoons di G. Bendazzi a pag. 30), Musica (M. Lorrai su A. Salis e sui jazzisti viennesi a pag. 31), Antologia (P. Bichsel a pag. 14; A. J6zsef a pag. 22), Letten; (sul Concordato a pag. 33, su C. Rebora a pag. 34), Promemoria (a pag. 37). . POESIE 57 63 Kurt Vonnegut Rose Ausliinder STORIE 0 72 74 75 Kemal Kurt TheaLaitef Martin Stephan INCONTRI 45 liii Krementz 47 Kurl Vonnegut IMMAGINI 39 Jill Krementz SCIENZA 66 Renzo Tomatis Poesia di Natale Poesie, a cura di Marina Casamassima Non posso più guardarti negli occhi Lettera Non voglio morire in silenzio Il momento decisivo a cura di Maria Nadotti Animali molto malleabili a cura di Maria Nadotti Immagini di scrittori e altre immagini preceduto da un testo di Kurt Vonnegut Come provare simpatia per Lamarck senza divertire neolamarckiani SAGGI O e 58 Michele Ranchetti La predicazione di don Milani 78 Gli autori di questo numero La copertina di questo numero è di José Munoz per gentile collaborazione della galleria Nuages di Milano.
IL CONTISTO Il 11 noslro'' Chico Mendes GadLerner Storia di nonviolenza e di violenza nel cuore verde del Brasile. I funerali di ChlcoMendes (foto Agenor Mariano, Rio Branco). Si discutemoltodi buoni e cattivimaestri,anche sullepagine di "Linea d'ombra". Di ritorno da un viaggio in Amazzonia, vorreiproporreallarivistae ai suoilettoril'approfondimento(nei prossimi numeri)della conoscenzadi un piccolo grande uomo che consideroun punto di riferimentoattualissimo,prezioso, in un certo senso"nostro". Stoparlandodella vita e dellamortedi FranciscoMendesAlvesFilho,meglionotocomeChicoMendes,un seringueiro(cioè un raccoglitoredi caucciù) che in mezzoalla forestaverginele circostanzehannotrasformatoin unadi quellerare, straordinarie figure di dirigentipopolari portatori insiemedi saggezzae radicalità,amoreper lapropriagentee sguardocosmopolita,semplicità e profondità. Solodopoil suoassassinioneabbiamosaputoqualcosainItalia ( oltre la ristrettacerchia dei cattolicidel Movimentolaiciper l'America Latina e degli ambientalisti della Campagna Nord Sud). Un'ignoranza, questa, che evidenzia il provincialismo egoisticodi certoverdismonostrano,fondatosoltantosu verten4 ze particolaristiche. Abbiamo appreso così, solo grazie all'evento luttuoso,del singolarissimoitinerarioche- inAcre,cioènelpiùremotoe isolato stato amazwnico del Brasile- ha portato un dirigentedel sindacatodei seringueiros,in lottacontroi latifondisticheincendiano la loroforesta,a proporsicomemodernoleaderecologista, senzaperòrecidereil rapportocon la suabase. Dapprimaalleandosi congli indios e glialtri abitantidellaforesta.Poi facendopesare la propriavoce sulla cattivacoscienzadi organismiinternazionalicomel'Onue laBancamondiale.Utilizzandoi metodipiù . classici della nonviolenza.Con sempremaggioreefficacia,sinchéi latifondistinonhannodecisodichiudergliper semprela bocca, facendoloammazzareil 22 dicembre 1988da un killer sulla sogliadellasuabaraccadi legno,a Xapuri,unpaesedi seringueiros isolatonel cuore della giungla . È sempreaffascinanteindagarei meccanismiattraversocui il conflittosociale,per tutta una seriedi coincidenzetemporalie culturali,di tantoin tantoesprimeunafortepersonalitàindividuale. AXapuriho interrogatoa lungoi più intimicompagnidi ChicoMendes.E possoora testimoniareche su di lui non si sonoco-
struite comode rappresentazioniretoriche "post mortem": è proprio veroche finoali' etàdi 24 anni era analfabeta(quando è morto, ne aveva 44); è vero che restava legatoal faticoso lavoromanualedella sua gente; è veroche conducevauna vita di totalepovertà, abitandounabaracca sppglia, quantodi più lontano si possa immaginaredaglialberghie dai palazziche frequentavadurante i suoi viaggi nelle capitali dell'emisfero industrializzato,dove inchiodava con successobanchieri, scienziatie ministri alle loro responsabilità nella distruzione dell'ecosistema. Sarebbe complicatoaddentrarci qui alle radici della sua formazione culturale, cui hanno contribuito in egual misura un ex militareiscrittoal partito comunistaclandestino,approdatochissà come a Xapuri (è lui che gli ha insegnatoa leggere e a scrivere), e un sacerdote italiano fra i primi a rifiutare la vecchia logica coloniale dei missionari.Forse in futuro potremo farlo. Ma un'altra è la considerazionechemi preme,riguardoal nostrorapportocon il Suddel mondo.AppenasonoarrivatoinAcre, padre Andrea,unprete italiano,mi ha apostrofatopiù o menocosi: "Voialtri siete interessatialla salvaguardiadella forestaamazzonica solo perché è il polmone del pianeta, perché avete paura che il vostroemisferoindustrializzatoe avvelenatofiniscaper restare senza ossigeno.Ve ne importa assai menodel fatto che esiste un popolo della foresta in lotta per la sua sopravvivenza.Che qui i grandi proprietaricaccianodalla terragli uominiper metterci le vacche che mangerete." Padre Andreanonha torto, anche se la pauradell'emisfero industrializzatoche non vuole morire soffocatodall'anidride carbonica, rappresentacomunquegià un passo avanti rispetto all'ignoranza del problema. Anoi egoistidelNorddelmondo, la lottadiquestopopolodella foresta rivela quantosia falso il luogocomune secondocui l' ecologiaè solo un lussoche possono permettersii paesi ricchi,dopocheormaihannosoddisfattoibisogniprimaridei lorocittadini. Altro che un lusso.Per i poveri dell'Amazzonia, la difesadell'ecosistema è unbisognoprimario. È terrenodi scontroquotidiano con un pugno di latifondisti che ammazzae brucia. Una lotta originariamentesindacale e difensiva, rinvigorita dalla capacità di Chico Mendes di infondervi respiro ambientalista e sovranazionale. Sicché questa lotta oggi può anche esprimere quadri di grandeculturae valore,militantiche unonon siaspetterebbe mai di incontrare in luoghicosì "tagliati fuori".Ciò che induce a non disperare sul futurodel movimento dei seringueiros,pur in questa situazione difficilissima. All'inizio, da partedi ChicoMendes,ci sarà stata forseanche della classica furbizia contadina: vistoche fra i ricchi va tantodi moda l'ecologia, perché non tirare in ballo il WWF e gli Amici dellaTerra statunitensi?E visto che il Brasileè il paese più indebitato del mondo, perché non lavorare ai fianchi il governo, sollecitando la Bancamondialea non finanziareprogetti distruttivi per l'ambiente? Ma questa abilità tattica si è innestata su una visione complessiva del problema Amazzonia e su un tale amore per la propriaforestae il proprio lavoro,da aprirlenuoveprospettive. Certo, vi è un dato di eccezionalità, legatoalla grandezzamorale del suo leader: un uomo che ha saputo sfuggire alle insidie dellacorruzione(cosldiffusa da queste parti anchenel movimento sindacale),e che soprattuttoha lavorato serenamentenegli ultimi suoi anni pur sapendobenissimo (e dichiarandolo)che presto lo avrebberoammazzato.Fra i seringueirosdell'Acre, questo è considerato quasi un segno di santità, per cui è ovvio che Chico Mendes diventi anche un mito. Non c'è dubbio che un movimentoecologista italianoed euIL CONTHTO ropeo degno di questo nome, non possa prescindere nella sua azione futura da un rapporto sempre più stretto con il Sud del mondo, e in particolare con i primi, fragilimovimenti che vi sono sorti.Non è retoricoaffermarlo: seunmiserabilefazendeirodi nome Darli Alves da Silva si è potuto permettere di ammazzare una personalità prestigiosa come Chico Mendes, è anche colpa della nostra ignoranza, del nostro disinteresse. Vi è un'altra considerazione,più ottimistica, che la storiae la personalitàdi ChicoMendesmi hannosollecitato.Forseabbiamo sottovalutato,condizionati dai suoiesiticontraddittoriin casanostra, l'utilità e laportata internazionaledel Sessantotto. La suacapacità postuma di contagio fin nelle "periferie" del mondo. Sono di fattomilitanti del Sessantottoi preti, le suore e i volontari (molti dei quali italiani) legati alla Teologia della liberazione che contribuisconodecisivamente all'organizzazione del movimentodel popolodella foresta. Sonosessantottini gli avvocati che gli fornisconosupporto legale. È unamilitantedellanuova sinistra brasiliana degli anni Settanta quella Mari Allegretti che, approdatapercaso inAcredovendoserivere la suatesidi laurea inantropologia,ha fatto da tramitefraChicoMendesegliecologisti statunitensie tedeschi, contribuendo in maniera decisiva alla sua formazione culturale, all'invenzione di nuove forme di lotta, alla diffusionedelle idee del movimento. Una volta tanto,possiamo complimentarci:ben scavato,vecchia talpa. Cari Lettori, finalmente Vonnegut! la fotografiaalle pagine 54e 55 diquestonumerohaper noi qualcosadi simbolicoe commovente,perché- grazie al chiaro obbiettivodi una grande ritrattista, Jill Krementz - unisce nella stessa immagine due dei nostri autori più amati: Kurt Vonnegut e Heinrich Bl>ll.Quando "Linea d'ombra" è natadissi scherzandonel corsodi una riunione che il suo scopo sarebbe stato raggiunto quando avrebbe potuto pubblicare un'intervista con Vonnegut Naturalmentenon àbbiamo nessuna intenzione di fermarci, e averraggiuntoVonnegut,averlopotuto intervistare per meritodellanostraMariaNadotti,aver ottenutocontemporaneamenteun amichevolee sostanzialeaiuto ali'illustrazionedel numero da parte di J ili Krementz,è solo un segnodi più dellabuona stella chepremia la faticache costa fare la rivista. Vonnegut è autore di alcuni tra i più bei romanzi degli ultimi trent'anni, è autore tra i pochissimi(per il tramitedel fantascientifico,del grottesco, del comico) che hanno saputo fare del romanzo uno strumentoadeguato all'assurdo dell'epoca, alla narrazione impossibiledei suoi destini e delle sue irrimediabilibrutture. Egli però è meno noto in Italia di quantonon meriti. Tre suoi romanzidevono ancora venir tradottie uno almenp dei tre, Slapstick, è davvero bellissimo. Speriamo di contribuire con questo numero di "Linea d'ombra" a conquistarea Vonnegut nuovi lettori, i lettori attenti che si merita. E siamo felici di annunciare che nel prossimo numero pubblicheremoun suo saggio, Destinipeggiori dellamorte, a fiancodi un saggio di U}wenthalsul rogo dei libri (argomento tornato purtroppo d'attualità) e di un'intervista con Hellmut Gollwitzer su temi invero decisivi, di un saggio di Chargaff e di molte altre cose rilevanti. 5
IL CONTISTO HORROR Solo la castità può salvarci! lettera poco riservata di un ministroalla carica Stefano Benni Ministerodella Sanità.Lettera riservataper SignorinaLuisa Ferdipiano Caro cittadino, sono il ministrodella Sanità Donat Cattin e le scrivoquesta letterina sperandoche i miei consiglivenganoascoltati. Abbiamosceltolei, con altri diecimilaitaliani,perchéda nostri informatori,sappiamoche aveterapportisessualialmenouna volta al mese. Nonci chiedacomeabbiamofatto.SappiasolocheComunione e Liberazioneha un sacco di soldi e tempolibero. Sappia,cittadina, che avere rapporti sessuali non è in sé cosa proibita.La Bibbia lo ammette.Inoltre, bisogna far nascere nuovi elettori. Però ora c'è l'Aids. L' Aids è una malattia terribile che si trasmette dai babbuini agliomosessuali,daquestiai drogati, dai drogatiai negri,daquestialleprostitute,dalleprostituteallagentenormalecomemee lei e da qui nuovamenteai babbuini(quest'ultimoè il passaggiopiù misterioso). Come ci si difendedall'Aids? Con il profilattico,le dirà qualcuno! ORRORE! Il profilatticononè resistente.Avràfattocerto quelgiocodivertentissimodi riempireunprofilatticod'acqua e tirarlodallafinestra su una persona (io e Andreottici abbiamopassatodei pomeriggi interi). Il profilattico scoppia! Solo la castitàpuò salvarci! Ma la castitàè difficile, lei mi dirà. Perchéleipensaa una formadi castitàvetero-mistica,mentre esisteinveceunacastitàmoderna,chetienecontodellestatistiche e delle scopertemedichenonchédi unanuovaetica connessa alle complessitàdel sociale. Gliela espongoin una riga: per esseremodernamentecastibisognaevitarelepersonearischio. Come fare? È facile.Ci sonoin Italiacinquantamilionidi individuie duecentobabbuini.Eliminiamo(vogliosperare,signorina)i babbuini, e venticinquemilionidi donne. Sappiamoche lei non ha tendenzesaffiche(laragazzache l'ha abbordatainbibliotecaerauna delle nostremiglioriagenti). Dai venticinquemilioni escludiamovecchi, carceratie bambini, e restanodieci milioni di uominipotenzialmenteappetitosi per lei signorinaLUISA. Togliamole seguenticategoriea rischio: Tre milionidi omosessuali (indagineISTAT 1984), Tremilionidi drogati (indagineCosaNostraBancheSvizzere 1980), Un milionedi uomini che vannocon la prima che capita (indagineEva Express-Formigoni1982), Un milionedi uominiche vannocon una donna che è la prima capitataal milionedi uomini precedente(ibidem), Mezzomilionedi dentisti che mettonole mani nellegengive di omosessualie drogati, 6 Disegno di Fabian Gonzalez: Negrln. Mezzomilionedi persone che fanno emotrasfusioni. Resta un milione di soggetti,da cui togliamoancora: Trecentomilamanagerchenonhannoil tempodi accoppiarsi, Trecentomilamanagercheavrebberoil tempomahannolavorato troppoe non ce la fanno più, Duecentocinquantamilanegri o meticci, Centoquarantamilavampiri (quest'ultimo dato, fornito dal Vaticano,è ancorada confermare). Dei diecimilauomini così rimasti, mi dispiace dirglielo, signorina,bennovemilapreferisconole bionde (indagineDeMichelis-Doxa 1983)e sappiamoche lei è una graziosabruna. Dei mille restanti: Duecentonovantacinquehanno,almenouna volta nellavita, toccatoo un babbuinoo De Michelis, Duecentohannoavuto per amanteuna nota contessa socialista che ha vissutoa lungo con un dentistache ha avuto una relazione con una hostessche ha avutouna relazione con RockHudson (abbiamoinformatorianche in America). Duecentosono assolutamentefedeli alla moglie (dati Auditel), Duecentoguardanosempre la televisione(ibidem), Deicentocinquerestanti,centosonocomunisti.Vogliosperare che lei vogliarivolgere la sua attenzioneagli ultimi cinque. Glieli selezionouno per uno. Numero uno: l'onorevole Formigoni. Ha avuto un solo rapporto erotico,nel 1980,con una serratura.Da allora ha raggiun-
to la pace dei sensi. Sua Santità papa Woytila. Difficile avvicinarlo.Comunque lei non sa cantare "sul trenino di Cracovia",che è la canzoneindispensabileper ... Dio, Dio, non mi facciaparlare. Numero tre: Al Bano.Miéa penseràdi andarecon Al Bano! Numero quattro: Marcello Mastroianni: mica penserà che Mastroiannivenga con lei! Ma allora, lei si chiederà, chi è il quintouomo, l'unico uomo che potrà darle la castità postmoderna senza rischi di malattiee senza infrangere le sacre leggi della famiglia? Ma sonoio, caraLuisa! Io, Donat-Cattin!Daquandosonoentratonel tuobar, nondormopiù la notte.Il tuovisoradiosoe il tuo corpoprovocantemi fanno impazzire: Hai trovatoieri, sul vetro della tua auto, il disegnocon i due conigliettiche fanno l'amore? Te l'ho lasciatoio, èdiForattini (percentomilalireormai faqualsiasi cosa).Comenonhai potuto capire?Guardafuori dal tuobar di piazza Montecitorio, e nella.terza finestra in alto mi vedrai mentre, fremente, ti aspetto nelle mie braccia, brunona del mio cuore, porcellonamia! HOR,tOR 2 Il Ministro della Sanità CarloDonat Cattin Carteggio (IOCO privato . · tra un ministroe una massaia Carlo Donat Cattin !Filippina Filippetti l 0 dicembre 1988 Gentile signora oegregiosignore, mi rivolgo a Lei per segnalare l'importanza della pubblicazione che Le invio. Andrò per punti l . Le indicazioni contenute in quelle pagine sooo date dalla Commissione nazionale per la lotta contro l' Aids istituita presso il Ministero della Sanità. La Commissione è formata da es~rti nelle discipline interessate all' Aids. 2. L' Aids è una malattia individuata da una decina di anni. Travolge le capacità di difesa dell'organismo e, per l'assalto di malattie dette opportunistiche proprio perd!é profittano della mancanza di difesa, conduce alla morte. L' Aids non è la peste come la descrive il Manzoni ne "I Promessi Sposi": non infetta per flussi dell'aria, per il contatto con panni, mobili o persone. No. Il virus dell' Aids si trasmette soltanto medianù U sangue e secrezjoni sessuaU da persona già infetta a persona non infetta. Esistono caùgorie, comporlamenti a rischio: emofiliaci, omosessuali, tossicodipendenti, eccetera. Ma da quando l' Aids si diffonde, anche famiglie o comunità d!e si sentono lontane dal pericolo non devono trascurare alcune precauzioni. 3. Il ministro della Sanità è tenuto a dare indicazioni utili e il più possibile complete per far conoscere e combattere la malattia a chi si attiene alla morale di radice religiosa o anche laica e a chi ne vuol essere estraneo. Con i primi il problema è più semplice. Con i secondi è più complesso: campagne di ogni tipo vorrebbero persuadere della perfetta possibilita di prevenire la malattia e, insieme, di praticare stili di vita rischiosi. Le cose non stanno così. Chi afferma, ad esempio, l'assoluta sicurezza offerta dal preservativo, è smentito da quasi tutti gli esperti. L'informativa americana avvisa: "Il preservativo è ben lontano dal! 'essere sicuro". Noi abbiamo scritto: "Non è del tutto sicuro". Il profilattico è oggi l'unica barriera per rapporti sessuali pericolosi, ma una barriera con dei limiti: ecco il motivo dell'assurdità della tesi secondo la quale esso consente senza rischio qualsiasi stile di vita. 4. Per una persooa sana, la prima regola alla quale è consigliabile attenersi è quella di un esistenza nonnale nei rapporti affettivi e sessuali. Per comportarsi con equilibrio esistono almeno ragioni igieniche, se si dà poco peso a quelle morali. La regola, secondo molti medici, vale anche per i sieropositivi. Si può- fare dell'irooia sulla castità. Essa è però indicata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come prima scelta di comporta- .mento dei sieropositivi, delle persone non malate di Aids, ma portatrici del virus, che, se hanno senso della responsabilità, devono fare in modo di non t~mettere l'infezione. La Costituzione della Repubblica Italiana riconosce e tutela la famiglia (art. 29). La famiglia è normalmente la sede più idonea per un equilibrio interpersonale efficace nella lotta contro l'Aids. 5. Oggi non esiste un vaccino per prevenire l' Aids. Non esiste IDI farmaco che lo curi a fondo. Si adoperano farmaci che ne ritardano il corso. Noi lavoriamo con la ricerca mondiale. Intanto invitiamo con insistenza giusti- . ficata ad adottare le norme di prevenzione che qui sono indicate. Non è molto quello che si deve fare. Ma va fatto. 6. Riprovevole è chi, conoscendo circostanze che lo riguardano con rischio di infezione, non si sottopone a controllo. Il controllo è semplice: il test si fa in laboratori, che le USL indicano. Ìì bene ripeterlo a una certa distanza di tempo. Più riprovevole è chi, sapendo di portare l'infezione, non ne avvisa il coniuge, il partner, qualsiasi possa essere. Deve sapere, intanto, che viola il Codice penale. Il peggio è lamancQ/lzadisolidarietà. Gentile signora oegregiosignore, l' Aids, lo ripeto, non è la peste. Con l'ammalato si può convivere, rispettando alcune regole, senza rischi. Né si deve isolare il sieropositivo, che non è neppure un ammalato. Con lui si può socializzare: senza paura. Pranzare, usare le stese stoviglie, nuotare nella stessa J?iscina,lavorare insieme. Il sieroposiuvo deve poter tenere il suo lavoro. I limiti riguardano soltanto il rispetto di alcune regole. Come cittadiru responsabili e con la dignità di persone consapevoli leggiamo le norme per fronteggiare l' Aids con la convinzione che, oltre il rispetto di poche regole, occorre soprattutto forte solidarietà. Con un augurio e un saluto cordiali. . CarloDoNJtCallin, Ministro della Sanità Caro Ministro Donat Cattin, epensarechestavamoperscrivere a Scalfari, al Venerdì della Repubblica, il giornale che noi tutti leggiamo, in famiglia, perché non ci piacciono le bugie e le esagerazioni. Invece proprio il giorno prima della Befana abbiamo ricevuto la lettera con la quale Lei, caro Ministro, fuga ogni dubbio e perplessità che ancora avevamo sull' Aids, nonostante la campagna di informazione da Lei così egregiamente organizzata. È da tanto che noi sosteniamo, in famiglia e nella comunità, che l'uso del preservativo è inutile oltre che dannoso, e vederLa d'accordo con noi ci rincuora. Ascolti, dunque, la testimonianza di una famiglia italiana, e nella sua prossima lettera potrà essere ancora più preciso e documentato. Intanto lasci che ci congratuliamo con Lei per la formula con cui si rivolge ai citllldini: Gentile signora o egregio signore. È la priIL CONTESTO ma volta, da quando io, Filippo, sono diventato Filippina, e il mio Giuseppe ha potuto darmi il suo cognome, e darlo anche ai due figli che avevo avuto con la Roberta, che qualcuno mi apostrofa nel modo giusto, lasciando che sia io a decidere della mia identità sessuale e accantonando il diffuso sciovinismo che vorrebbe relegare ciascuno a un ruolo superato in base alle mere apparenze. Questa formula ha entusiasmato anche la Roberta, che fa sempre parte della nostra famiglia insieme alla sua amica Bettina, dalla quale ha potuto avere una bambina grazie ali' intervento del ginecologo della USL, e a Lei, caro Ministro, che, smentendo tutti coloro che ingiustamente l'accusano di essere ba-. ciapile e retrogrado, non ha voluto limitare con leggi repressive la libertà di chi vuol praticare l'inseminazione artificiale. L'unico rimprovero che possiamo muoverle, caro Ministro, è quello di non essere intervenuto con maggiore tempestività, a livello personale, nella battaglia ali' Aids. Perché se l'avessimo saputo un paio d'anni fa, che il preservativo non serviva a niente·, ora non saremmo inquestasituazione. Deve sapere che noi, appena appreso dalla Repubblica che si consigliava l'uso del profilattico agli omosessuali e ai tossicodipendenti (e anche agli eterosessuali, ma questo non ci riguarda perché nessuno nella nostra famiglia è affetto da questa devianza), abbiamo subito provveduto a insegnare ai nostri due ragazzi più grand~ Lucio e Lucia, a infilarlo sopra la siringa prima di scambiarsela per il bucodellaprimacolazione.EGiuseppe gli mette sempre un paio di preservativi nella cartella per il buco dell'intervallo di mezza mattina. Nonostante queste precauzioni, abbiamo dovuto renderci conto ben presto che i nostri ragazzi erano diventati sieropositivi. Da principio abbiamo dato la colpa ai loro amici che secondo no~ malgrado gli avvertiment~ continuavano a bucarsi senza preservativo, ma da quando abbiamo ricevuto la Sua lettera che ci mette in guardia sulla fragilità della barriera che si frappone fra questi poveri giovani elamalattia, abbiamodovutoprender atto che in effetti la gomma non regge all'urto dell'ago. Su un punto, però, vorremmo da Lei maggiori chiarimenti, caro Ministro, il numero 4 della sua lettera. Noi ci guardiamo bene dal fare dell'ironia sulla castità, ma vor7
IL CONTISTO remmo sapere esattamente quale praticare. Quella della cintura o quella del voto? Per non sbagliare, le abbiamo sperimentate tutt'e due. Ora, quella del voto limita un po' la nostra vita sessuale, alla quale teniamo molto, perché, come dice laRepubblica, "unorgasmoalgiorno leva il medico di tomo". Possiamo infatti praticarla solo con Don Gino, che non era un Casanova nemmeno a trent'anni figuriamoci adesso che ne ha sessanta. Quella della cintura, d'altra parte, sebbene meno restrittiva, dato che anche le altre famiglie con cui di solito giochiamo a Scambiarello il sabato sera hanno subito provveduto a munirsi del congegno, è molto scomoda, perché il fabbro del paese non ci sa fare con quel tipo di serratura, le chiavi funzionano male, e l'ultima volta abbiamo dovuto ricorrere alla fiamma ossidrica, che data la posizione è un bel rischio. Aspettiamo la Sua cortese rispostaentro breve tempo, caroMinistro, altrimenti saremo costretti a rivolgerci a Scalfari, che è l'unico oltre a Lei a darci piena fiducia. Nel frattempo, non creda che vogliamo adularLa se Le diciamo che nemmeno l 'Aids vien solo per nuocere, se ci permette di assaporare la limpideu.a della Sua prosa, come peraltro la peste di Milano, che diede modo al Manzoni di scrivere pagine indimenticabili. Concludiamo con la speranza che in tutte le altre famiglie d 'Italia chi conduce, al pari di noi, una vita affettiva e sessuale normale, esulti per questa Sua iniziativa, e si premuri di manifestarLe il proprio consenso e testimoniarLe la propria esperienza a stretto giro di posta. FilippinaFilippetti Disegno di Fablan Gonzalez Negrin. Frontiere vuote . GianfrancoBettin La droga, la strada, la legge. •I morti non è quel che di giorno in giorno va sprecato,ma quelle toppe d'inesistenza, calce o cenere prontea farsi movimentoe luce. VittorioSereni Unanottedi questogennaioil mioamicoMemee io, checon altri lavoriamoinungrµppodi interventosul"disagiosociale",ci siamosentitidisperaticome mai forseci era accaduto.Chiamiamo"disagio",conuneufemismo,ilcumulodi emarginazioni,povertà, ingiustizievecchiee nuove,derive,che segnanola vitasocialedellanostracomedi qualsiasialtracittàd'oggi, machespesso scompaiono,rimosse- come"topped'inesistenza" appunto. Si tratta di una "zona grigia", e a volte decisamentescura,della nostrasocietàal cuicentro,comeunchiodoconficcatopiù inprofondità, sta l'esperienza della droga. Sottolineiamospesso, nel nostrolavoro,il termine esperienza, cercandodi indicarelacomplessitàe l'articolazionedella condizionedel tossicodipendente, troppo spessoridotta invece ai suoi terminipiù ovvi, agli aspetti estremi: il rischiodi morte, la reclusione,la pericolositàsociale. Sappiamo,certo, che a questi aspetti è difficile sfuggire,ponendosi in modo centrale e quasi esclusivonel senso comunee nella comunerappresentazionedel problema. Zona grigia In quellanottedi iniziod'anno, comeaccadenellecanwni di Springsteen,Memeeioeravamofermiinautoaparlareeadascoltaremusica-a consolarcicon lamusica,inverità.Avevamoap- ■ pena saputoche un ragazw di vent'anni, che ben conoscevamo e che seguivamoda tempo, si era impiccatoquel giorno.Si trattava, nel girodi neanche tre settimane,del quartocaso di questo genere- di ciòche i giornalichiamanotragedieo morti"annunciate", per la sommadi elementi che le fanno presagire:un percorsodi disagio,di violenza, l'emarginazione,la droga, l'alcool, gli psicofarmaci,lo statodi abbandonoe di solitudine.Noi siamo convintichebisognaagiresull'insiemedi questacondizioneeche bisognafar emergeredall'interno,e daidintorni,di essa lostimolo, la volontà,le risorseper farvi fronte.Che soprattuttoa questo servonoanchegliaiutiesterni, i servizisociali,l'assistenza, lacatena di solidarietà,il volontariato,le istituzioni. Il nostro lavoro consisteperciòin prevalenzanel tentativodi costruiredei "ponti", dei "passaggi"tra il singolocasoe il serviziopreposto,tra la "strada" e l'istituzioneo il "reticolo"(gliamici, i parenti,le figure significative)in grado di fornireappoggi e vie d'uscita. Il percorsovero, poi, potrà essere solo di chi è direttamente coinvoltoe di chi vorrà davveropercorrerlo.Costruire"reti" di solidarietàe di disponibilitàattorno ai singoli "casi", offrireoccasioni concretee risorse, tracciaredelle piste individuali.Questo è ciòchechiamiamo"volontariato".Agire sul contestoin cui tali "casi" si producono,progettarestrutture,denunciarelimitie ritardi istituzionali:questa è invecel'altra faccia, inscindibile,la faccia politica,del nostrolavoro. È unadoppiafaccianecessaria, oggi, a chiunquesi occupi di questiproblemi. I servizi istituzionali e lecomunitàesistentiinItaliacoinvolgonosolo il 20percento dei tossicodipendenti.Tutti gli altri, 1'80 per cento, sono soli "sulla strada",nella "wna grigia" - o frontiera vuota, cioè ne-
vralgica ma priva di risorse. Soli e stretti tra due secche alternative, in genere: la cura, presso i servizi o le comunità, e la repressione. In mezw, per i più, il niente. È su questo "niente" che da qualche tempo si sta concentrando l'attenzione di alcuni gruppi, pochi ancora, in alcunezone d'Italia (sullascortadi tentativiprecoci avviati soprattutto dal Gruppo Abele a Torino). Mettere in moto qualcosa, trarre movimento e luce - come dice Sereni - da questa "toppa d'inesistenza" sembra a noi una condizione indispensabileper uscire dal bivio, spessoimpraticabiletra repressione e cura. Per riconoscereuna possibileautonomiaa ogni persona, ancheal tossicodipendente,e farcentrosulla suavolontàdi ritessere i fili della vita, liberandosi dai punti morti, di stagnazione, o dai punti di non ritorno, della propria esperienza. Meme e io, in quella notte, sentivamoperdere di senso il nostro lavoro, ridottoanch•esso a calce e a cenere.E il giorno dopo, insiemeaPatrizia,unanostracompagna,abbiamovolutotrarreda questo smarrimentouna specie di residua forza politica, pubblicando sui giornalilocali un interventodichiaratamentedisperato e indignato. "È un tremendoiniziod'anno, questo" abbiamoscritto,ricordando di seguitole quattro"tragedie annunciate"accadute inpochi giorni e il contestodi carenze strutturali,di allarmi lanciatie disattesi, di segnalazioni,di omissioni e ignavie istituzionaliche hanno aggravato una situazione socialegià pesante, pur di fronte a proposte concrete, articolate fino al dettaglio, sorrette da cifre, statistiche, "storie di vita" che dimostravanoche cosa stava succedendoe come si poteva intervenireper tempo, in generale e su questi casi precisi. Il nostro intervento ha smosso unpo• le acque locali, creando polemica e discussione,cioè "buttandola in politica" - passando per la porta stretta che sempre bisogna varr,areper produrre qualche atto, qualchedecisione.Qualcosa,qualchepiccolacosa, infine è mutata - confermando una volta di più che si procede quasi solo così ormai; che i piccoli passi si possono fare, e sono forse i soli possibili,ma che ognuno è faticosissimoe costa sforzi e tempi d'attesa enormi. Vigilantes C•era, e c• è ancora,però, dell'altro nel nostrosmarrimento:la consapevolezzasemprepiù chiaradi muoversiindirezioneopposta a una forte (troppo forte? di sicuro troppo forte per noi) corrente o tendenzache nel campo del disagiosocialee inparticolare delle tossicodipendenzemira a una drastica semplificazione dei problemi, in sostanzapuntando a due obiettivi: razionalizzare gli interventi (che significa, in genere, "managerializzare" e privatizzare la sicurezza sociale) e colpevolizzare (i tossicodipendenti, in questocaso) per normalizzarequanto più è possibile la "convivenza civile" (gli strepiti e l'enfasi attorno ai reati commessi dai "drogati" sollevati in occasionedelle recenti inaugurazioni dell'anno giudiziario sono un esempio eloquente di questa tendenza). La propostadi leggegovernativasulladroga,"Aggiornamento modifiche e integrazionidella legge 22.12.1975 n. 685", rappresenta il più organicotentativoattivato inquesti anni per affermare tali principi (ne ha parlato Marino Sinibaldi sul numero scorso di "Linea d'ombra"). Non è un caso che la relazione accompagnatoriadel disegnodi leggeguardi soloai punti e agliesiti estremidella tossicodipendenza(lemorti,lo spaccio, l 'organizzazione del narcotraffico), trascurandoquella che è la condizione intera, l'esperienza vera, quotidiana,del tossicodipendente. È statogià osservatoche la legge rovescerebbe,se approvata, la logica e l'ottica dell'intervento pubblico, privilegiando la repressione sulla prevenzione, l'idea di colpa su quella di solidarietà. IL CONTHTO Questonon avvienesoltanto inunmodo,comedire, frontale,cioè abolendo la "modica quantità" giornaliera e introducendo così pene e sanzioni,ma anche agendo sul contestodi vita del tossicodipendente. Unsoloesempio:lanuovaformulazionedell'art. 73dellavecchia legge aumenta la multa prevista per chi adibisce o consente che siaadibitounlocalepubblicoo circoloprivato a luogodi convegno di persone che vi usino sostanze stupefacenti o psicotrope. Soprattutto,però, introducel •ipotesicolposachesanzionacon la reclusioneda sei mesi a due anni e con la chiusura dell'esercizio per un periododa due a dieci mesi chi ha la responsabilitàdi locali ove per sua imprudenzao negligenzasi incontrinopersone dedite a tali sostanze.Questo significache ogni barista o gestore di localepubblicotenderà a trasformarsiin vigilante e, comeminimo, a diffidaredi chiunque gli sembriun "tossico". In zonecome la nostra, ma in tutte le periferie e non solo, ciò significaaggravarel'isolamento e lacondizionequotidianadei tossicodipendenti, relegarli negli angoli, sulla strada in senso letterale, o nei sottoscala. Significarendere più difficile la costruzione di reti di solidarietàdentroe attorno alla "zona grigia"-1' ottantapercento-della tossicodipendenza.Rendere,cioè, più vuotala frontiera. Le quattro"tragedie annunciate"appenaaccadutenellanostra città erano proprio di questo particolare tipo: ognuna delle persone coinvolteaveva spezzato, o visto spezzarsi, ogni filo che la tenevaunita a unpercorsopiù stabile,a unaminimapossibilitàdi sostegno, di assistenza, a.una sottile rete di solidarietà, e perfino a se stessa. "Non sono più io. Addioa chi mi ha voluto bene" ha lasciato scritto quel ragazw ventenne, prima di impiccarsi. La propostadi legge del governo,e ancorpiù l'intenzionepoliticadi chi l'ha ispirata,mira a raccogliereun sentimentoe un•opinione che sono forti e radicati ormai nell'opinione pubblica. Esiste infatti unaconsistente area dellanostra societàcivilee politica che si è convinta che, in questo e in altri campi, "bisogna mettere ordine", facendola finita con sociologismi, solidarismi, assistenzialismi- con il solo ismo tollerabile,e anzi benvenuto, del decisionismo.Inparticolare, in questocaso, si intende'dareun messaggiosemplicee chiaro: drogarsi è unreato e unacolpa,verso se stessi e la società. ''Tutto il sistemadel trattamentodel tossico è, quindi, costruito in modo tale da esprimere con chiarezza leggibile a tutti, il carattere di illiceità del consumo di droga..." (RelazionedelGovernoal Disegnodi legge,pag. 5). Di frontealla complessitàdella questione, incapacedi affrontarla nel modo articolato e ponderatoche merita, il Governo sceglie la via della semplificazione.Si potrebbechiamarlala via della riduzionedrastica di complessità,con tutti i vizi di ciarlataneriae di autoritaFoto di Luigi Nocentf (Agenzia De Bellls/ Arch, L'Unità). 9
IL CONDSTO rismo che sempresi accompagnanoa queste operazioni. Che la questionesia, appunto, complessa,è fuor di dubbio,e oggi occorreripeterlo.Certo va spiegata,quella complessità,ridotta a variabiliriconoscibilie interpretabili,scompostanei fattori costitutivie poi ricondottaa un insieme.Insomma,va decifrata,e questoè il lavorospecificodellaricercasociale.Mavarispettata, e ciò compete soprattuttoa chi utilizza o controllagli strumentiformalie concreti di interventosociale,dalle istituzioni aigruppilocalidi volontariato.Il tentativodelGoverno,che per fortunasta suscitandonon trascurabiliopposizionianchesepare ancoragoderedi unprevalentefavorenell'opinionepubblica,va appuntoin direzioneopposta.E la sensazionedi isolamentoe di stanchezza, per chi rema controcorrente,e specialmentesulla frontieradella strada, si fa più pesante. Chiacchiere notturne di due fans degli U2 Tornandoancoraa quella nottedi gennaio,eranoquesti i nostri pensieri.L'immagine dell'ultimo ragazzoperduto su quella strada, e degli altri, il senso della nostra inadeguatezza,si mischiavanopoi a un'altra sensazione.Ci sembravachiaroche un altrotipodi lavorooccorresse,forsepreliminareallostessosostegno a casi concreti,o comunqueinscindibileda ciò. Consistenel fattostessodi raccontareciò che staaccadendosuquestafrontieravuotacheè ilmarginedellasocietà- unmargineineffettiquasi sconfinatoe determinatoda fattorimolteplicie spesso imprevisti.Nel darle voce-nell'evitare che sia ridotta al silenzio,a calceo cenere,conservandola possibilitàche si facciamovimento, o luce. Nel mostrare,nel dire, che ci sono vite, Il, esperienze vere, pensieri, grumi di dolore ma anche di ricerca, sensibilità, tentativie volontà,sconfitte,piccoli passie, insomma,interezza dacapiree rispettare.Edifferenze,anche- perchénon·tuttii tossici sonouguali,nontuttoil disagiohauguale peso e radice(esappiamoche c'è anche chi si è condottoalla dipendenzacomeuna volt2.i ricchi si ammalavanodi gotta, per ipemutrizionismoe iperconsumismo).Ma sempre, a un certopunto, il disagiòdiventa pesanteper tutti e a sua volta divieneradicee causa degli epi~ sodi eclatantiattornoa cui si è costruita in questi anni la nuova mentalità_dell"aemergenzadroga"e lapropostadellacolpevolizzazione. E stato detto che i propositi autoritarie forcaiolidella nuova legge sono,letteralmente, inapplicabili.Ed è vero:nonci sonocarceria sufficienzaper imprigionaretutticolorochela legge, se approvata,colpirebbe.Vorreiqui,però, sottolineareuneffettodevastanteche comunquepotrebbesortirne, e che in effetti giàcominciaaprodursi.L'accentuazione,cioè,del silenziosullae della"wna grigia",delle "topped'inesistenza".E la loropersecuzionestriscianteo aperta nell'esperienzaquotidiana Ecco, questoci sembravae ci sembrainsopportabile,e piùdi tutto insopportabilequesto silenzio,nutritodi luoghi comuni,di vecchi stereotipi(nel migliore e comunque sconfortantedei casi, di originefricchettonao tardobeat:nelpeggiore,di naturareazionariae modernamentedecisionista).C'è perfinopoca letteraturascientificasuquesto- unpo' di ricercasulcampo,forse;ma deboli e rare sistematizzazioni.Gli studi sociali sono invecchiati di frontea quelche è successonegliultimidiecianni, o sonoancora troppoframmentari,dove hannoseguitoquestaevoluzione, o spessotroppoinfluenzatida visionimedicalizzanti.Nonsi è più riflettuto,da tempo, sull'esperienzavera,forseritenendochenon ci fosseropiùesperienzesullequalipensare,o che tuttofossestatodetto,pensato,studiatoe narrato.E invecebisognaricominciare, ancora,e di nuovo,a costodi rischiareil banale, di nonfarcela, di sbagliare.Ricominciareamostrarelaconsistenzadell'esperienzad'oggi, nellesue facce scuree inquellepiù visibili- e se sihavogliaepredisposizionemagaripartendopropriodalle"top10 pe d'inesistenza", dalla calce e dalla cenere. È con questo propositoche Memee io e Patriziae ~tri amici siamouscitidalla nostra bruttanottedi gennaio.Ci ha aiutati, allora e ancoraoggi, quel poco materialeche già esiste e che rispecchia in un linguaggio, in un modelloquell'esperienza; che, insomma,le dà una forma, una luce,unmovimento.Sonole idee che ce ne siamofatti, povere ideemacresciute lì, su quellafrontiera E sonoalcuni "prodotti culturali",quasi sempre solodelle canwni, poverecose che dannospiritoai nostri poveri strumenti. Quandonell'auto in cui eravamofermi io e il mio amicosono risuonatele primenote di Bad, la più bella canzonedegliU2, la più bella canzonesull'eroina, ci siamodetti che sapevamodi voler continuare. Bad non parla, in sensostretto, dell'eroina,ma del disagioche la circonda, di ciò che la precede e la avvolge,e scompone l'esperienza della droga nei suoi fattori costitutivie nelle sue suggestioni,come in unaspeciedi fulmineotrattatosociologico. Se ci riuscissi lascerei tutto, questa disperazione I "questiostacolif' questaseparazionef'questacondanna"questa rivelazione/questatentazionef'quest'isolamentof'questa desolazione... "Ecco,basterebbeaffrontarequestecoseunaallavolta"ci siamo detti, "O almenocercare di capirle,mostrarle, raccontarle". Chiacchierenotturnedi due fansdegliU2 unpo' disperati.Di chi, poi, per riusciread andarsene,per provarea dormire,ha dovuto citarsia vicendaun'altra canzone- E ora sai che è tempo di andaref'attraversolabuferae la nevesferzantef'lungoi campi deldolorel"finoa quellalucechebrillaf'distante... Sonosempre gli U2, e piùo meno è la solitavecchiastoriadella stradalunga e tortuosae dell'orizzonte rossoe sereno.Il restodellacanzone, però, si sottraea questa visioneconsolatoria. La lucedistante, infatti,non è che un riparo provvisorio,mentre la buferacontinua,e i campidel doloresono senzaconfini.Maquel riparopo- .trebbe bastare,almenoper la notte. ........................................................................... ··········································································· ........................................................................... :::::::::::::::!:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: : :::::::: ··········································································· ........................................................................... ··········································································· ........................................................................... ............................................................................ Maria Corti Il canto delle sirene Storie antiche e moderne di seduzione intellettuale. ROMANZO BOMPIANI
IN MARGINE Poveri noi... GraziaCherchi Il suicidio scomodo di Primo Levi È incredibile ma è così: il suicidio, se ad opera per esempio di uno scrittore famoso e celebrato anche per la sua fermezza e integrità morale, risulta ancora inaccettabile. Quando non si colora di biasimo. Si veda quello di Primo Levi.115 gennaioscorso"LaStampa" ha riportato un articolo di William Styron (uno scrittore serio e meritevole di stima, l'autore di E questa casa diede alle fiamme e di Le confessioni di Nat Turner) apparso sul "New York Times" del 19 dicembre, in cui Styron replica ad affermazioni riguardanti Levi emerse in un convegno dedicatogli dalla New York University. Affermazioni in cui si va dall'incredulità mostrata dal famoso critico Alfred Kazin, secondo il quale "è difficile credere a un'oscura volontà di autodistruzione in uno scrittore così felice e pieno di nuovi progetti" (questo sì che è parlare a vanvera) alla deplorazione, o, come scrive Styron, a "un'ombra di disapprovazione" di altri convegnisti, quasi si registrasse nel suicidio di Levi la prova di "un qualche suo misterioso cedimento morale", causa di delusione nei suoi estimatori. A quest'atteggiamento deplorevolmente filisteo, espresso anche dal prestigioso "New Yorker" quando insinua che "l'efficacia delle sue parole è stata in qualche modo cancellata dalla sua morte", si oppone Styron, facendo anche alcune acute osservazioni sulla depressione psichica, che, a detta di tanti amici torinesi, affliggeva Levi. Styron,cheasuavolta neè stato vittima nell'inverno '85-86, ne parla come "di un dolore quasi inimmaginabile ... straziantequanto il dolore per un arto fratturato ... Il più piccolo luogo comune della vita domestica, così gradito alla mente sana, lacera come una lama". Lo scrittore si fece allora ricoverare in un ospedale psichiatrico, anche per sfuggire al desiderio . di autodistruzione da cui si sentiva sempre più ghermire. E si è salvato. E conclude così il suo intervento: "Quello che intristisce nella morte di Primo Levi è il sospetto che questa fine non fosse inevitabile e che con un trattamento appropriato avrebbe potuto essere salvato dall'abisso". Così la pensa Styron, "per quanto presuntuoso possa essere fare supposizioni da una simile distanza. .. Ma comunque una cosa è certa: Levi ha ceduto a una malattia maligna e non un filo di biasimo morale dovrebbe essere attribuito al modo in cui se n'è andato". Sono d'accordo con StyroTJ., mentre non lo sono né i convegnisti americani di cui si è detto, né tanti amici torinesi di Levi che in questo caso hanno perso una buona occasione di tacere. Prestando fede a quanto riportato dai giornali, il pezzo di Styronè stato ritenuto "sbagliato" da alcuni di loro: lo storico Salvadori ha dichiarato che "le affermazioni di Styron non sono certo brillanti e poi è una questione di buon gusto" (di cui è noto che i torinesi hanno il monopolio: è di cattivo gusto dire che un'acuta depressione può portare al suicidio o, tout court, parlare di suicidio?), e, dispiace dirlo, non è stato da meno anche il grande Bobbio, secondo cui "scandagliare le ragioni di un atto tragico come il suicidio, attraverso considerazioni pseudoscientifiche e addirittura pettegolezzi, pare davvero fuori luogo, per non dire indecente". Quali affermazioni pseudoscientifiche avrebbe fatto Styron? Quali pettegolezzi? Veramente qui accademici americani e italiani vanno sotto braccio, ma più colpevoli mi sembrano gli italiani che pur conoscendo bene Levi e la situazione in cui versava, cercano di distogliere l'attenzione dal suo gesto finale quasi che ne intaccasse I 'immagine. Senza rendersi conto che è questo il peggior servizio che gli si possa fare. Poveri noi "Io mi considero in stato di guerra" ha detto lo scrittore inglese lan McEwan in un'intervista ("Il Manifesto", 5 febbraio). "La differenza tra ricchi ed esclusi si allarga a vista d'occhio. L'atmosfera è dma, la filosofia è quella del pensare ogntino per sé, e questo governo è assolutista e accentratore. In un recente meeting internazionale di letteratura a Lisbona, la questione del rapporto tra letteratura e contesto sociale ha sollecitato alcune controversie. Tra gli inglesi, oltre ame, c'erano Malcolm Bradbury, Salman Rushdie e Martin Amis, tutti scrittori in un modo o nell'altro assai critici del sistema sociale ed economico inglese degli ultimi anni, anche per gli effetti da esso prodotti nella letteratura. Gli italiani - Tabucchi, Manganelli, Sciascia - in modo piuttosto pomposo manifestavano la loro perplessità di fronte all 'idea che i romanzi potessero prendere per oggetto il governo di un paese, la sua situazione sociale. Ritenevano più degno discutere del!' ironia e del sublime. Ho scritto anch'io i miei racconti estetizzanti, ma non si può pretendère di guardare la storia come da un picco d'acciaio, ripetendo 'poverini, state sbagliando ..."'. È noto che gli italiani, sfornando un libro (e ritirando dieci premi) all'anno, fanno solo Alta Letteratura. E hanno il mondo in gran dispetto. Gente da Nobel o giù di Il. Sul Nobel mi viene in mente una battuta, esempla,e, di Vincenzo Cardarelli: "I grandi premi non vengono mai dati allo scrittore, ma ai suoi lettori. Poveracci, se li meritano". ErichUnder (foto di Alberto Roveri/ Arch. Mondadori). IL CONDITO La verità, spesso, è triste "La plus part des hommes célèbres finissent leur vie dans un étatde prostitution". Forse questo detto (di un grande moralista) non è mai stato tanto vero come in questi tempi, senza freni d'alcun genere. Chi è nato in altra epoca si affanna a recuperare nei tardi anni. Omaggio a Erich Linder Sei anni fa, alla fine di marzo, moriva, a cinquantanove anni, Erich Linder, I 'unico grande agente letterario che il nostro paese abbia avuto. Sarebbe proprio il caso che ci si decidesse a ricordarlo con un libro di testimonianze. Con la smania degli anniversari che imperversa qui da noi, che fa riesumare anche bestie e bestioline, si trascura un uomo della statura di Linder, di cui tanti - e di qualità -potrebbero raccontare cose importanti e anche utili: della sua vita (durante il nazifascismo fece - lui ebreo-da interprete della Gestapo a Firenze salvando così molte vite) e del suo lavoro (gli scrittori che lo avevano come agente spesso gli erano debitori di consigli e suggerimenti sui loro testi dati sempre con sincerità e tranquilla schiettezza). Conobbi Lindernegli anni Settanta accompagnando nel suo ufficio del!' Ali in corso Matteotti Elsa Morante che gli affidava tutti i suoi libri e che lo stimava moltissimo per la grande cultura e la lucida, affilata intelligenza. E la Morante e Linder erano accomunati dalla tranquilla spregiudicatezza e originalità dei giudizi: entrambi osavano pensare e anche dire con sovrana tranquillità quello che avevano pensato. Rividi poi Linder in altre occasioni, per lo più conviviali, rimanendo colpita anche dalla sua onnivora curiosità e dalla sua disponibilità, impensabile in un uomo così occupato, a passare ore con persone marginali (anche questo tratto aveva in comune con Elsa Morante. Personalmente gli sarò sempre gratJl per avermi dissuaso con poche parole, che furono per me definitive - "Non avrebbe di che campare" dall'insano proposito, insorto in una fase di acuto masochismo, di dediçarmi interamente all'editing). E ricordo anche alcuni giudizi, su scrittori e dirigenti editoriali, di una nettezza quasi impietosa che per me fanno testo ancor oggi. D'altronde Linder, che talora si dilettava di sorprendere un po' snobisticamente con le sue disincan11
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