Linea d'ombra - anno VII - n. 35 - febbraio 1989

POESIA/ROSSI-DORIA POESIE MarcoRossi-Doria Generazione Da mio padre i rumori di guerra sono venuti ai miei occhi azzurri: sono entrati senza un attrito come le crespe d'onda che levigano i vetri rotti e i ciottoli rotondi. mé at cori "un poco di balsamo" proprio ora che sbriciola la luna e io sono in debito con i cieli che ne ridono e con le voci che prendo dalla strada. Mezzogiorno Per un caso passa sotto le spaziose verande e i glicini quell'uomo che ascoltò il soffio dei gatti alla stazione di binario in binario tanto che conservò le unghie sue in un sacchetto di tela appena si arrestò l'orizzonte. Selene e le sue compagne Sono sicuro qui sopra erano le grandi osservatrici gli ulivi compatti e la luna calavano sulle acque. E loro lucenti le migliori tra le donne con gli occhi che vedevano tutte le cose che succedono di sotto. Zikkurat Perché risplendenti della lumiera gli dei scendono sopra queste piazze venuti dalla strada delle annurche dalla via dei granili con uomini neri con donne che coi figli sorridono: agli angoli mettono le tavole per giocare i trucchi veri dire spade denari coppe a chi passasse, dal cielo porgono i comandamenti 64 , sulle cose dell'amore, e mettono le piante a larghe foglie e le foglie lunghe delle marante striate di luce anche nella notte di luna scarsa. La dimora distante in memoria di Annibale Rucce//o o Erinni sacre, figlie dei Numi voi che osservate quelli che ingiustamente muoiono ... Dov'era scritta questa stagione che senza un invito ti avvii tra i Grandi Palazzi coi fregi nuovi le balconate gli uscieri cortesi. al riparo dai ballatoi nella camera passi le domeniche, coi giorni abitui la porta fermata. quando entra l'estate ti affacci perché l'uomo di sotto ricomincia: - Ultimo giorno e per davvero, sarà la vincita grande! - ogni volta tu scendi nella strada che dappertutto è ceneri e ceneri che legano gli occhi. Chiuso Ecco com'era: passavano i camminatori dei tribunali, erano sfiniti e i venditori urlavano davanti: "datteri di algeri, castagne secche, arachidi vere, venite all'acqua di ferro all'acqua di zolfo". di dietro, ai tavoli sulla loggia saliva la donna, che impone le mani per guarirvi. Vedeteeppure hanno cancellato "coloniali" dall'insegna; restano queste sedie legate fuori, confondono il tempo. Astanteria di agosto Nella mia stanza entrano coi vasellami coi cristalli e trattano urlano l'intera giornata; ma per la notte posano a terra diventano messaggere, e escono silenziose all'aria perché io giaccia: hanno lasciato le meraviglie; - o forse sono io che trovo sulle argille i visi e le iscrizioni e nei vetri soffiati in forma il luminoso mare.

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