vava tra i piedi su al cantiere. Dopo essersi rivestito e aver bevuto un sorso d'acqua nel bagno - perché la vacanza l'aveva lasciato tremante di nausea - McLaughlin andò a sedersi davanti alla ragazza bionda. Non si diede la pena di spiegarle che doveva pur sedersi da qualche parte mentre smantellavano la sua cuccetta. Aveva le braccia coperte di peli ispidi e rossi; si era tirato su le maniche della camicia kaki. Aprì le mani pallide e pesanti sulle ginocchia. Il bambino era ritto tra lui e la ragazza, le punte delle dita appoggiate al davanzale fuligginoso del finestrino, e guardava l'alba oltre il vetro. A un certo punto il treno si fermò, a lungo. Stavano cambiando la locomotiva, disse McLaughlin. Fino a quel momento avevano viaggiato verso nord, ora stavano girando in direzione ovest. Alle sei, di lì a un 'ora circa, Dcnnis e sua madre avrebbero dovuto scendere e salire su un altro treno, sempre diretto a nord. Dennis non vedeva tracce di stazioni, nel punto in cui si erano fermati. C'era una palude irta di giunchi neri, rossa come inchiostro. Era l'alba d'autunno; fredda, rossa. Lo spettacolo era così strano, così singolare, per lui, che un'ora più tardi non avrebbe saputo dire quale elemento della scena fosse in primo piano, a sinistra, o a destra. Due donne che indossavano giubbe dell'esercito sopra il vestito, con i capelli raccolti in cima alla testa come sua madre, chiamaro- ,no ridacchiando qualcuno che avevano messo sul treno. Erano grasse e scure - e ridevano con tutta la bocca. Sua madre le guardò con odio, riconoscendole per quello che erano; perché odiava le puttane. Aveva sempre agito seguendo il desiderio del momento, senza calcoli, e aveva accettato le conseguenze (Dennis) senza lamentarsi. Dennis capì che odiava quelle donne, e guardò altrove. Su una staccionata di legno erano. seduti quattro o cinque uomini con la camicia aperta, e i pantaloni rattoppati. Avevano i capelli scuri, opachi, e la bocca aperta, ciondolante, come se fossero troppo stanchi o assonnati per chiuderla. C'era qualcosa, in loro, che disgustava il bambino: pensò che quello era un brutto posto pieno di brutta gente. Era anche un posto sporco; tutte le volte che appoggiav~ le mani al finestrino, le ritirava nere di fuliggine. "Vengono giù a vedere il treno," disse McLaughlin, parlando degli uomini. "Capaci di alzarsi in piena notte per veder passare un treno." Il treno si mosse. Fuori era ancora abbastanza buio perché Dennis potesse scorgere la propria faccia riflessa nel vetro, e perché la luce dai finestrini disegnasse pallidi quadrati sulle facce che scomparivano girate verso il treno e sugli alberelli stenti. Dennis senù il nuovo amico di sua madre dire, "Be', ci sono varie possibilità." Entrarono in un paesaggio immutabile di paludi, felci e alberi rachitici. Poi le luci del treno si spensero e Dcnnis si accorse che il ciclo era azzurro e luminoso. Sua madre e McLaughlin, riflessi dal finestrino, gli erano sembrati remoti e incorporei; attraverso i loro profili trasparenti, aveva visto sfilare gli alberi ingialliti. Ora non ·riusciva più a vederle del tutto, le loro facce. "È tornato in Canada alla fine della guerra. È stato ferito. Den lo conosce a malapena," stava dicendo sua madre. "Io non ho potuto raggiungerlo. Ho dovuto aspettare il mio turno. Eravamo più di mille, su quella nave. Spose di guerra. Lui ha laSTORIE/GALLANT vorato per la Aluminium, appena tornato." Pronunciò tutte e cinque le vocali della parola. "Si troverà bene lassù," disse McLaughlin. "È un posto attrezzato. Scuole. Tutto della società." "Mi scusi?" "Voglio dire che tutto appartiene alla Aluminium. Solo che se è lassù che deve andare, ha sbagliato treno." "Lui non è lassù adesso. Odia le città. Sembra che gli piaècia spostarsi di frequente. Guida un bulldozer, capisce." "Di sua proprietà?" disse McLaughlin. "Be', credo di no. Per conto di qualcun altro, mi sembra che abbia detto." Il padre del bambino ricadde nel grande calderone della manodopera avventizia, dei vagabondi. C'era una gerarchia sociale, su al nord, proprio come in paradiso. McLaughlin era un ingegnere. Diede un'altra occhiata al bambino: capelli neri, occhi azzurri. I capelli erano lisci, grossolani, opachi; capelli indiani. La madre era bionda; ritoccata, ma sempre bionda. "Come si chiama?" disse McLaughlin col tono acuto di chi fa la domanda per la seconda volta. "Cameron. Donald Cameron." Non voleva dire granché, comunque; McLaughlin aveva lavorato in un posto di James Bay dove gli indiani si chiamavano MacDonald e Ogilvic e avevano gli occhi azzurri, un tratto razziale non modificato dagli incroci. "Sa niente di fantasmi?" disse il bambino, girandosi verso McLaughlin. Gli occhi di McLaughlin erano più chiari dei suoi, che erano color ardesia, come quelli dei bambini appena nati. McLaughlin si accorse che sapeva star bene in equilibrio coi piedi, sul treno dondolante, che si teneva con le dita al davanzale del finestrino solo per forma. Aveva un aspetto ridicolo e umiliato, nei vestiti inglesi da poco prezzo - la giacchetta, il berretto Tweedledum sulla testa. Era superiore ai suoi vestiti, migliore di essi. Ma stava correndo su quel treno verso un'esistenza in cui quegli abiti sarebbero diventati fin troppo buoni. "Sa niente di fantasmi?" ripeté il bambino. "Oh, certo," disse McLaughlin, e rabbrividì, perché si sentiva ancora male, anche se stava dividendo una bottiglia con la sposa di guerra. Disse, "Gli indiani, gli indiani vedono i fantasmi." Frase più scaltra e ambigua non riuscì a trovare. Ma la madre non ebbe la minima reazione; non era inglese per ni7nte. "Lei ne ha visti?" "Non sono mica un indiano, io," fece per dire McLaughlin; ma invece disse, "Be', sì. Ho visto il fantasma, o qualcosa del genere, di un cane che avevo." Si guardarono, e la madre del bambino disse, "Smettetela, voi due. Smettetela immediatamente." "Ora le dirò una cosa, di Dennis," disse la madre. "Eccola. Ci sono dei momenti in cui mi fa venire i brividi." Dennis era sdraiato sul sedile accanto a quello di lei e le posava la testa in grembo. · Lei disse, 1'Se non mi piace il posto, posso sempre andarmene. Facevo la cameriera. C'è sempre lavoro, per una cameriera." "Oppure potrebbe trovarsi un altro uomo," disse McLaughlin. "Ma non sarò io, bellezza. Io sarò lontano." 51
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