Linea d'ombra - anno VII - n. 35 - febbraio 1989

STORIE/GALLANT sto molto di rado, aveva perso una figlia, morta annegata. Disse che avrebbe trattato Mildred come il proprio figlioletto, e Mildred, ché voleva lasciare il collegio, ma non sapeva se le sarebbe piaciuto di andare a vivere in un posto chiamato Chicoutini, non riuscì a decidere. Lasciò la decisione alle monache, che la affidarono alla zia. Quando le sorelle ebbero quindici e diciannove anni, e Mildred si chiamava ormai Delsauniers e non Collier, venne organizzato un incontro. Cathie aveva lasciato il collegio e studiava per diventare infermiera, ma tornava al convento tutte le volte che era libera, non perché non avesse altro posto dove andare, ma perché non voleva andare in nessun altro posto. Le monache avevano detto di Cathie, ridendo, "Non vuole andarsene - saremo costrette a mandarla via." Quando Mildred Delsauniers venne a far visita alla sorella Cathie, le due ragazze non seppero cosa dirsi. Mildred portava un cappello rotondo, di paglia, con un mazzetto di ciliegie di plastica che sporgeva dalla tesa; il suo fratello adottivo, in calzoni lunghi e cravatta a farfalla, non scese dalla macchina. Aveva sette anni, e i capelli lisci e luccicanti come se fosse appena uscito dall'acqua. "Dai un bacio a tua sorella," disse la madre di Mildred, a Cathie, in tono ammonitore. Cathie fece come le veniva detto, e Mildred risalì immediatamente in macchina con il fratello e gli strappò di mano un album di fumetti. "Guarda, Mildred," disse il padre, e rallentò, passando per una particolare strada. I genitori allungarono il collo a guardare un garage e alcuni bambini dalle gambe sudicie, con scarpe di tela tutte stracciate ai piedi. Mildred alzò gli occhi poi tornò a posarli sull'album di fumetti. Non aveva ragione di pensare di averlo mai visto prima, quel posto, o che l'avrebbe vi- .sto ancora. Mavis Gallant (foto di Arnaud Maggs, Arch. Bompiani). 50 SU AL NORD Quando si svegliarono, in treno, la cuccetta era nera di fuliggine, e c'era fuliggine nei capelli biondi della mamma. Erano miglia e miglia a nord di Montreal, che era già sprofondata oltre la soglia del.ricordo, nella mente di Dennis. "Sai che cos'ho visto stanotte?" disse Dennis. Doveva girarle la schiena, mentre si vestiva. Viaggiavano nella stessa cuccetta; per risparmiare. Dennis era piccolo, e non occupava molto posto, ma svegliandosi, in quella fuligginosa alba d'autunno, si era trovato appiattito contro la fiancata del treno. La mamma aveva paura di cader giù nel corridoio; occupavano una delle cuccette inferiori, ma lei non si fidava della resistenza della tenda. Ora si stava vestendo, e singhiozzava; veri singhiozzi. Perché questa era davvero la peggiore esperienza che avesse mai fatto, disse a Dennis. Si era trovata nel bel mezzo dei bombardamenti più tremendi, ma questo era ancora peggio, il risveglio al freddo, l'alba scura, sporca, e sporco tutto quello che toccava, i vestiti - oh, i vestiti! - e ora doversi rivestire sdraiata sul dorso. Non osava alzarsi a sedere. Avrebbe potuto sbattere la testa. "Sai cos'ho visto?" disse pazientemente il bambino. "Be', il treno doveva essersi fermato, capisci, e sono saliti su degli 'ometti con dei fagotti sulla schiena. C'erano altri uomini che reggevano delle lanterne. Erano tutti piccoli. Parlavano tutti francese." "Sta' zitto," disse la mamma. "Capito?" "Li ho visti," disse il bambino. "Tu e i tuoi maledetti gnomi." "Ma erano uomini." "Con dei fagotti sulla schiena," disse la mamma, tentando di nuovo di rivestirsi. "Prova a raccontare tutte queste favole a tuo padre e vedrai cosa ti succederà." Era lui, la figura mitica, incombente, quasi dimenticata, che stavano cercando di raggiungere con quel viaggio su al nord; Roy McLaughlin, che viaggiava sullo stesso treno, vide quei due, all'improvviso, di tra le palpebre piccole, orlate di rosso. Den e la sua mamma si erano rivestiti e ripuliti per quanto possibile, e sedevano in fondo al vagone. McLaughlin era stato l 'ultimo ad alzarsi, ed era sceso giù dalla sua cuccetta con la tenda verde, solo e cospicuo. Dovette ciabattare per tutta la lunghezza del vagone in impermeabile e scarpe da città - non aveva mai posseduto pantofole, vestaglia e pigiama - sotto gli occhi dei passeggeri stremati, pallidi alla luce artificiale. Erano uomini, per lo più. Alcuni erano militari. La seconda guerra mondiale era finita, in Europa, da un anno e cinque mesi. Il treno, che andava su ad Abitibi, era sporco e traballante. McLaughlin stava tornando al cantiere dopo tre settimane a Montreal. Vide la ragazza, seduta con le spalle alla locomotiva, intenta a limarsi le unghie, e i suoi sensi la registrarono distratti come "sposa di guerra", mentre la oltrepassava. Il bambino, che stava guardando fuori dal finestrino, si girò a fissarlo. McLaughlin pensò "piccola peste", ma solo perché i bambini e le mogli degli altri lo rendevano nervoso, e acido, quando se li tro-

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