ro, e le bambine non la riconobbero, per via delle lacrime, dei vestiti nuovi, e anche per via dei baci e delle carezze che elargiva. "Non ci rivedremo mai più," disse la domestica. Dopo la morte della nonna, le bambine andarono a vivere con il fratello della madre e sua moglie e i loro numerosi figli. Era un quartiere residenziale di Montreal chiamato Ahuntsic. Non c'era niente che ricordasse loro Montreal, e avevano dimenticato la madre. C'era un salotto pieno di cristalleria intagliata che veniva strofinata e lucidata tutti i giorni, e due televisori, uno per i bambini. Le bambine dormivano su un divano letto e litigavano per le lenzuola. Cathie le voleva spinte giù in mezzo a loro in una specie di avvallamento, perché sentiva uno spiffero, ma Mildred si lamentava che in quel modo lei rimaneva scoperta. Aveva freddo e aveva paura di cadere dal letto, senza le lenzuola rimboccate. Uno dei tanti parenti (ne avevano una quantità, in quel posto, da parte di madre) regalò loro una scatola di mandorle ricoperte di cioccolata, ma i cugini con cui vivevano ne comperarono una identica per sé, per far loro uno scherzo. Quando Cathie e Mildred corsero a vedere se la scatola era ancora dove l'avevano lasciata, vennero prese in giro in modo crudele. Il testamento della nonna nell'Ontario non era stato omologato, e ogni boccone di cibo che ingoiavano era tolto di bocca ai cugini: così venne loro detto. Icugini le spaventavano con i fantasmi. Spegnevano le luci e dicevano, "Attente, ora viene a prendervi, tutta vestita di nero," e una volta che Mildred si mise a frignare, Calhie rispose, "La mamma non cercherebbe mai di metterci paura." Era la prima volta che parlava di lei. Uno dei cugini disse, "Sto parlando della vostra nonna. Vostra madre non è mica morta." Vennero portate a visitare la tomba patema, e costrette a inginocchiarsi e pregare. La loro vita era nell'oscurità, ora, l'oscurità dei fantasmi, le cui ombre trasparenti stazionavano intorno al letto; poi avrebbero vissuto nel nero delle monache. Anche la lingua restò nera, finché non dimenticarono l'inglese. Finché non parlarono francese, nient'altro che francese, la famiglia intera finse di non capire: gli occhi di tutti erano fissi come se guardassero nell'òscurità. Fecero in fretta a dimenticare l'inglese. Non potevano restare per sempre con quei cugini, l'appartamento era troppo piccolo. Quando ebbero otto e dodici anni, il testamento della nonna venne omologato, e furono mandate in collegio. Ora, per la prima volta in vita loro, le due bambine non dormivano nello stesso letto. Mildred stava in un dormitorio con le piccole. C'era sempre una luce verde accesa sul soffitto, e una monaca che si muoveva frusciando, pregava o leggeva accanto a una lampada verde, tutta la notte. Mildred veniva lavata una volta ogni quindici giorni, con un grembiule di gomma addosso perché non potesse guardarsi. Come tutte le altre piccole, la mattina si vestiva stando a sedere sul pavimento, per non farsi vedere e non vedere le altre. Il suo pollice, ormai bianco per il gran succhiare, venne attaccato con lo scotch al palmo della mano. Ogni tanto intravvedeva Calhie durante la ricreazione, ma Calhie era una delle grandi, diverse, più importanti. Cathie non giocava più, come facevano ancora le piccole: camminava invece avanti e indietro con la sorvegliante, all'indietro quando la mo,naca camminava in avanti. STORIE/GALLANT Un giorno, mentre guardava fuori da una delle finestre del dormitorio, Mildrcd vide un tetto con un lucernario aperto. Disse a una bambina che le stava accanto, "Quella è la nostra casa." "Quale casa?" "La casa della mamma." Pronunciò quella frase, quelle quattro parole, in inglese. Non pensava e non pronunciava la parola "Mummy" da quando aveva sei anni e mezzo. Si scoprì che aveva mentito, sulla casa. Mentire era una faccenda seria; venne costretta a girare per tutte le aule con un paio di grosse cesoie in mano e un cartello con la scritta "Sono una bugiarda". Mildred non conosceva il significato delle cesoie, né sembrava conoscerlo la monaca che aveva organizzato la punizione. Erano un oggetto da sempre associato alla menzogna, e (ricordò improvvisamente la monaca) avevano a che fare con la lingua del bugiardo, che doveva essere tagliata. La bambina pettegola, che aveva riferito, "La casa della mamma", venne a sua volta punita, e costretta a portare in giro da un'aula all'altra, appeso al collo, un cestino con la scritta "Sono una portaceste". Che significava una pettegola. Tutt'e due avevano sbagliato. Cathie non era obbligata a fare il bagno con il grembiule di gomma, doveva invece indossare una veste di mussola. Imparò il trucco delle grandi, che consisteva nel togliersi la veste, immergerla nell'acqua per bagnarla, e poi lavarsi normalmente. Quando Mildred arrivò con le cesoie e il cartello, Cathie aveva appena fatto il bagno e si sentiva fresca e nuova. Disse a qualcuno, "Quella è mia sorella," ma la "sorella" era una cosina scura e accigliata. E i guai della "sorella" non finirono lì: una monaca, una rifugiata belga, forse da profuga a profuga, disse a Mildred, trascinandola velocemente dentro l'armadio delle scope, "Chiamami Maman." "Maman" disse la bambina, per la quale "Mummy" aveva significato qualcosa fino al giorno delle cesoie. Chi sentì quello che venne detto nell'armadio delle scope? Quale portaceste andò a ripeterlo? Alle monache era proibito avere delle favorite, alle educande era proibito chiamare le monache con dei vezzeggiativi, e la profuga belga venne mandata nella stanza fredda e umida dietro la cappella, e incaricata di preparare le decorazioni floreali. ,Lì la trovò Mildred, per caso, e la monaca disse, "Vai via, non mi hai già procurato abbastanza guai?" ' A Cathie venne detto di pregare per Mildred, la piantagrane, ma se ne dimenticò. Quell'omissione le pesava. Pregò per la mamma, per la nonna, per suo padre, per se stessa (con un barlume della propria bara, bianca, dentro la preghiera) e per gli zii, le zie, i cugini che conosceva e quelli che non aveva mai conosciuto. La preoccupazione per essersi dimenticata di pregare per Mildred la spinse a inventare una formula: "Per tutti quelli che ho conosciuto, siano morti o vivi, per tutti coloro che conosco che sono vivi ma possono morire, e per tutti • coloro che conoscerò in futuro." Pregò per la sua migliore amica, che voleva che diventasse insegnante, per una monaca coi baffi sempre allegra, e per il suo confessore, che la ascoltava con piacere suonare al piano la Marcia di Radetzky. I suoi capelli si fecero più chiari, e se li faceva, pettinare e spazzolare dalla sua migliore amica. Improvvisamente Mildred venne portata via dal collegio e adottata. La sorella della mamma, una delle zie che avevano vi49
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