Linea d'ombra - anno VII - n. 35 - febbraio 1989

POLITICA E CRIMINE Hannah Arendt e Hans Magnus Enzensberger Uno scambio di lettere sugli oscuri rapporti tra politica e delitto, violenza, sterminio commentato da Cesare Pianciola Nel 1964 uscì da Suhrkamp il libro di Hans Magnus Enzensberger Politik und Verbrechen (Politica e crimine). "Il poeta tedesco più originale e vigoroso, ma anche il più lucido ed intransigente polemista degli ultimi dieci anni", come lo definiva Ladislao Mittner su "Belfagor" nel 1966, raccoglieva una serie di saggi scritti tra il '59 e il '63 che furono, quindici anni dopo, tradotti anche in italiano in due volumetti di Savelli. Il primo, che cont~neva i saggi più impegnativi dal punto di vista teorico (le riflessioni davanti alla gabbia di vetro di Gerusalemme nella quale era stato rinchiuso Eichmann al processo; un bellissimo pezzo sull'unico disertore americano della seconda guerra mondiale mandato al plotone d'esecuzione; un lungo saggio sui "sognatori del 'assoluto", come Marx aveva chiamatò i terroristi; una provocatoria teoria del tradimento e del segreto di stato) fu pubblicato nel 1978 con il titolo: Politica e terrore. Le antiche e oscure relazioni tra l'omicidio e l'attività politica in quattro saggi. Il secondo volume (sul Sotto: En:rensberger in una foto di Lufti Ozkok (G. Neri). A destra: Hannah Arendt in una delle sue ultime foto. "padre del popolo" dominicano Rafael Trujillo, sui gangster dei Roaring Twenties, sulla camorra napoletana, sul/' assassi- .. nio di Wilma Montesi) uscì nel' 79 con il titolo: Politica e gangsterismo. Quattro saggi su criminalità comune e strutture di potere. Credo che siano stati molto poco letti ed è un gran peccato, perché l' Enzensberger saggista non era solo acuto e brillante, come continua a essere (Sulla piccola borghesia, Il Saggiatore 1983; In difesa della normalità e altri scritti, Studio Editoriale 1988), ma si avventurava - come tutti del resto - in grandi ipotesi interpretative, mescolando intrepidamente spunti tratti da Marx, da Masse e potere di Canetti, dai discorsi sulla civiltà di Freud, dalle Origini del totalitarismo della Arendt. Applicava grandissime teorie a eventi ricostruiti minuziosamente con le tecniche del montaggio giornalistico, ricavandone una miscela quanto mai saporita di "romanzo d'appendice e filosofia". Riproduciamo alcune pagine del primo saggio di Politica e terrore (trad. di F. Montesanti) che serviranno a far comprendere meglio certi punti del successivo scambio di lettere tra Enzensberger e Hannah Arendt, originato dal rifiuto della filosofa di recensire Politik und Verbrechen. Il breve carteggio, tradotto da Roberto Cazzo/a, comparve in "Merkur", XIX, aprile 1965, pp. 380-85 ed è pubblicato per la prima volta in italiano. Cesare Pianciola 37

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