Linea d'ombra - anno VII - n. 35 - febbraio 1989

IL CONTESTO Non starebbeinpiedi a lungo.Non è cioè un caso che ovec'è bisognod'aiuto, di solidarietà,ecc., vi sianosempre(o quasi)anche gruppicattolici,mentrealtri,quelli"illuminati",nonoscurantisti, moderni (opost-moderni) lì non ci sono.Eventualmentesono attornoa qualchetavoloa discuterecome piazzarederratealimentari nel TerzoMondo o, nell'ipotesi migliore,a costruiregrandi progettieconomicio nuove "finanziarie"in cui i p,arametridominanti non sono le necessitàelementarie fondamentalidella gente, ma lo sviluppoe il progresso che conosciamo... Anchequesto,quandosi parladeicattolici,sarebbedanondimenticare.Se non altro per guardarli in mododiverso, ascoltarli e dar loro una manoper uscire da posizioni scorrette.Perché sarebbero compagnidi strada seri, operosie preoccupatidelleautentichenecessitàdella gente, nonconfondendoil necessariocon il superfluo. Dicendotuttoquestonondimenticola discriminantedi fondo che passa ali' internodel cattolicesimo:quella fra gruppie movimentichepermangononella pretesadipossederela verità,di avéFoto di Rune Hassner. 22 re la chiaverisolutricedelle diversesituazioni (posizionesovente non diversadalle pretese di tanti così detti laici) e gruppi,comunitàemovimentichehannoacquisitocon moltachiarezzache la veritàè sempreda cercare (daaccettare,per chi ha fede),le soluzioni da inventare faticosamenteinsieme con tutti coloro che sono dispostia farlo, i riferimenti etici di fondoda riconquistare e rifondaresempredi nuovo. Ma perché questo discorso, che evidentementeè appenaaccennato e dovrebbeavere uno sviluppodi ben altro genere?Perché credo, proprio per queste novità del cattolicesimo italiano, che oggi almenofra gruppi di base cattolici come fra minoranze laiche (nontrovomiglioreespressioneper farmi capire,anchese ciò che è fondamentalee comune deve essere una corretta laicità) siapiù chemai necessariaunacollaborazionee un'azione comune di "resistenza"contro il dominiodi una "cultura" - o meglio: di un insiemedi atteggiamentipraticie di modidi pensareche in nomedella "modernità" (o "post-modernità"!) staproducendo tuttauna politica e una economiain cui ciò che dominaè, in nome della"meritocrazia" o del rispettodelle "regoledel gioco", l'ignoranza più totale dei diritti dei più deboli e di una scala minimadi valori umani fondamentali. Camminareinsieme,almenoper quantoè possibile, significa anche, da una parte e dall'altra, superare clichés convenzionali, facendoun minimodi fatica per capire le posizioni diverse.Capire comportasempre distinzione, revisioni di schemi, osservazione e ascoltodell'altro, sforzodi arrivare alle cose fondamentali.Valeinognicasoe inogni campo-vale oggi soprattuttoper coloro che nonostantele differenzecontinuanoa credere in comuneche il futuronon è chiuso;che il percorsoper un domanidiversonon è quelloprefissatodallemultinazionalie dai governiloro succubie complici,che le cose fondamentali,su cui nonsi può credere, sonocomunia credenti e noncredenti proprioper la comune umanità.Se non si riconosce, da parte laica, che di questo frontecomune fanno parte anche tante realtà cattolicheche senza rinnegareunavirgoladella lorofedee della loro tradizionereligiosa,cercanole stesse cose essenzialie resistonocontro la loro cancellazione- che è in fondo, la cancellazionedi ciò che è fondamentale,delminimonecessario(sipuòdiredell'"ovvio") in nome dei diritti e delle regole del "superfluo" si continua,anche da partedi chi rifiuta la logicadominante,a dividere il mondofra chi vedechiaro,ha i principi giustie chi, poveretto!, nonpuòche ·essereaccecatodalla religione. Penso che il vero problemaper questi gruppidi credenti e di laici sia - fatti i conti con serietàe severità con il proprio passato e i propri "tabù" - misurarsi su ciò che si fa e si vuol fare oggi, qui e ora, in una situazionein cui si è sempreinmeno, semprepiù impotenti,ma decisi a nonarrendersi. Ho semprerifiutato i discorsidi tipo apocalittico- comeali' opposto,quei discorsi che riduconol'utopia a operazionidi ingegneriasociale- forseanche in ragionedellamia fedechenon confonde l'apocalittica con l'escatologia, pur riconoscendo la "ferita" che attraversa il mondoe I"'urlo" che saleper un nuovo ordinamentoda parte di chi soffre di -piùper le conseguenzedi questa"ferita".Maquestapresenzadell'eschaton inmezzoa noi, in mezzo a tutti gli uomini, questa aspirazione di tutto il creato versounrinnovamentodellacreazione,incui ogni cosaeogniuomo abbia un postoe un ordine dettatodall'amore reciproco,non puòcheesserecomuneaogni uomoche ha comeriferimentoevalore essenziale il vicino, l'altro, la creazione di comunione. E questaè un'opera che si compie insieme.

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