Linea d'ombra - anno VII - n. 35 - febbraio 1989

me, e criticate con non minore velocità) e di sorvolare sul grosso della parte terza (che presenta - con le consuete doti di sintesi - una swnma pressoché completa delle varie "crisi" di cui si è discusso negli ultimi anni: crisi del- .la politica, crisi della democrazia, crisi della giustizia, crisi della città). Soltanto su un punto è indispensabile fermare l'attenzione, poiché ne va della corretta comprensione della "soluzione" proposta nei capitoli finali: la "questione femminile" o - più precisamente - "questione sessuale" (cfr. p. 91). Nascosta tra le pieghe del capitolo dedicato alla "crisi della democrazia", tale questione si eleva significativamente sugli altri temi affrontati (tutti per altro di grande impegno: partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, degrado ambientale, sovranità e rappresentanza politica), e rivela una diversa portata. Scopriamo infatti che la "questione sessuale" rappresenta l'ultima spiaggia sottratta al dominio dell'Indifferenziato, l'ultimo barbaglio colorato nell'omogeneità del "nero chiaro" (o verdolino IBM) che avvolge il finale di partita dell'Occidente. Dovunque regna la "mediazione prismatica" che "produce l'universalità generica senza contenuto, pronta a ricevere la forma delle differenziazioni funzionali della teoria sistemica, perché non è strutturalmente capace di affrontare il problema delle differenze qualitative" (p. 87): soltanto il sesso resiste e si sottrae. Per quanto generico, "il genere è sessuato", e conserva "la differenza ... iscritta nella storia biologica e nelle forme culturali" (p. 92). Certamente anche la sfera della sessualità, oasi della Differenza nel deserto del Generico, è minacciata. Se già vent'anni fa il Poeta cantava: guarda che coppia/ - dicono già-lvisti di spalle/chi è la donna non si sa (Celentano), Barcellona ci avverte che oggi i pericoli sono aumentati. La chirurgia ha fatto passi da gigante, "si può cambiare sesso e identità anagrafica con l'assistenza dello Stato e con il pieno riconoscimento giuridico", e "l'identità sessuale non è definitiva, neppure dopo il mutamento, giacché si può ripristinare il vecchio status" (p. 14). Ilnuovo diritto di famiglia confonde le carte in tavola mettendo tutti sullo stesso piano -mogli e amanti, figli legittimi e bastardi, uomini e donne - e consentendo lo scambio dei ruoli (cfr. ibid.). Nel mondo del lavoro si tenta di corrompere il baluardo di "alterità radicale" costituito dall '"universo femminile" (p. 94) offrendo alle donne impieghi prestigiosi e remunerativi e opportunità di carriera, e dunque "la possibilità ... di acquisire pienamente quella soggettività proprietaria alla creazione della quale le donne sono state estranee" (p. 95). Eppure, nonostante tutto, la differenza sessuale permane. In un mondo in cui la "mediazione prismatica" ha ingoiato la lotta di classe e ogni altra forma di conflitto sociale, la "guerra dei sessi" continua e dilaga (cfr. p. 92). Tra tante parabole concluse - alienazione del lavoro, fine del tempo, oblio dell'Essere, perdita del soggetto - un solo processo non si è ancora compiuto: l'omologazione dei sessi. Nell •era della "macchina pensante" e del trionfo della razionalità strumentale, la donna rimane un VEDETE COM'E' FACILE,RAGAZ· ZE? IL SEGRETO E' AVl!RE' f:IDUCIA NEUE VOSTRE FORZE! La Wonder Woman di Charles Moulton. "enigma"(p. 94).Ladonna, perché al sesso.ma soprattutto al sesso femminile bisogna guardare per trovare la Differenza che può salvarci dall'Indifferenziato. Il maschio, costantemente tentato di pensare il proprio sesso in termini di quantità, tende infatti a ricadere nella logica sistemica in cui "la quantità è il metro dell •esistenza" (p. 93), mentre "l'universo femminile esprime un•alterità radicale, non iscrivibile nei codici e nelle forme organizzative e istituzionali che abbiamo sperimentato" (p. 94). La Donna è l'altro grande personaggio del libro, il personaggio positivo, il "buono" che si contrappone al "cattivo" di questa storia, il Computer. La Donna corre "il rischio di un'emancipazione che.si risolva nell'inseguimento IL CONTHTO imitativo-acquisitivo" (p. 95), ma- almeno per ora - resiste. Continua a opporre il "principio carnale della maternità" al "principio paterno-spirituale"; non cede alle lusinghe della ragione e si erge, baluardo uterino e passionale, contro le insidie della razionalizzazione e della tecnica; non aspira alla "luce celeste" dello spirito e rimane sulla terra, bestia fra le bestie, garanzia del "legame con gli altri esseri viventi", anello della grande catena dell'essere (cfr. pp. 91-92). Le forze sono finalmente schierate in campo. le parti sono assegnate: dunque- tranquillizziamo ancora una volta il lettore impaziente - la soluzione è a un passo. La tenzone è tra Ragione (il Male, il Capitalismo) e Passione (il Bene, il Comunismo); le insegne dei due eserciti sono portate rispettivamente dalla Macchina e dalla Donna. Ecco la vera sfida dellanostra epoca, il discorso del nostro presente: si parlava di Donne e Motori/si diceva "son gioie e dolori" (Paoli), saremmo·tentati di dire, ancora una volta, con il Poeta. Ma il tempo è fuggito, siamo già alla Terza Rivoluzione Industriale (l'ultima, prima del comunismo), l'avversario è assai più potente del motore ascoppio. Il computer - la nuova "macchina pensante" - occupa già quasi tutto il campo, il mondo delle donne non è che un piccolo baluardo seriamente minacciato. C'è speranza? Come sempre, spetta all'Uomo la mossa decisiva. È una mossa semplice, a portata di mano: come tutte le trovate geniali, una volta rivelata lascia in bocca l'amaro del "come mai non d avevamo ancora pensato?". Si tratta semplicemente di crescere, di passare dall'infanzia alla maturità. · La rivelazione è traumatica: ma si sa, crescere è un trauma. Secoli di filosofie, discorsi sul metodo, teorie sociali, scontri ideologici, studi economici, strategie politiche, lotte operaie, conflitti, rivoluzioni, ascesa e declino di organizzazioni collettive, tutto questo, che credevamo un enorme patrimonio storico ammassato faticosamente da generazioni di oppressi e di uomini di buona volontà sotto le bandiere del comunismo, tutto questo appare inutile ciarpame di fronte a un unico, semplice compito biologico: crescere. "La salvezza dello specifico umano non sta neppure oltre l'orizzonte della vita, né in imperativi categorici, né in moralismi opportunistici: sta nella concezione antropologica del processo evolutivo" (p. 140). "La questione del declino dei partiti comunisti e della sinistra non è affatto una questione di metodo ma di brutale sostanza: un problema di concezione antropologica dell'individuo vivente" (p.141). Come si arriva a questa conclusione? A p. 139 (l'abbiamo già rivelato agli impazienti) Barcellona, veloce come sempre, ottiene la soluzione in sole tre mosse. Prima mossa: chiediamoci qual è oggi, in sostanza, il male dell 'umanità, il nostro male. Ovviamente, nel regno dell'indifferenziato anche il male sarà generico. Non più l'ingiustizia, la barbarie, lo sfruttamento, dunque, ma un'incorporea insoddisfazione causata dalla "deriva del desiderio", un vago senso di "invivibilità", uno spleen: in una parola, un generico "mal di vivere". Seconda 15

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