Noam Chomsky (foto Jerry Bauer/G. Neri). tro il solopossibile sistemaeconomico-politico- quello vigente-, il "male" è volutoecausatodallecomponentimalvagie(antidemocratici,bellicisti,"falchi"), mentrelecomponenti"buone" (democratici,pacifisti, "colombe") operanoper il "bene". Accadedunquecheautorianchedi grandissimoprestigiovengano per così dire messi fra parentesi dai principalieditori e dai recensori nei principali media, quando toccanol'argomento del1'imperialismoUSAnon limitandosiallagenericacondannamoralemaanalizzandodall'interno, e nei necessaririflessiversol' esterno, i meccanismieconomicie poJiticie la mistificazionedel1'informazionee dellapropaganda.E il caso di un'opera recente (non l'ultima, ancora inedita in italiano) del grande linguista Noam Chomsky, autore anche di saggi coraggiosi di denuncia della politica dei suoi connazionali. Al tempo della guerra del Vietnam le sue opere politiche vennero pubblicate da Einaudi; oggi è una piccolae benemeritacasa editriceanarchica,Elèuthera,checi dàla possibilitàdi leggerloin italiano.Nessunodeigrandi quotidiani o dei principali settimanalirecensisce il libro, per quantomi risulta,ad eccezionedel "Manifesto"(senzagranderilievo).Inpratica,nessunone è informato,aldi fuoridi unaristretta cerchia di frequentatoridi librerie anarchichenelle maggiori città.Se accadequestoper Chomsky,possiamoimmaginarequale sarà la sorte di opereanaloghe, scritteda autori di minor fama. Il libro in questione è intitolato La Quinta Libertà: l'autore fa riferimentoalleQuattroLibertàannunciatedaF.D.Rooseveltnel 1941- di parola,di culto, dal bisogno,dallapaura.Aqueste,afferma, va aggiuntala QuintaLibertà, sepure nonmenzionatada Roosevelt: la libertàdi rapinare e di sfruttare."Quando in territorio nemico unadelle quattro libertàvieneviolata,subito insorge, addolorata, la nostra indignazione.Ma questonon valeper i territori sotto il nostro controllo. Qui, come è dimostrato con estremachiarezzadalla testimonianzadella storia, è soloquando vienemessa in pericolola quinta libertà, la più importante,che si manifestaun rapidoe breve interesseper le altre quattro, interessechedura soloil temponecessarioa giustificarel'uso dellaforza e della violenzaper restaurarela QuintaLibertà, l'unica checonIL CONTESTO ti realmente" (pp. 81-82). Chomskysi occupaqni specificamentedella politicaUSAin AmericaLatina, con particolare riguardoai paesi dell'America Centrale.La sua analisi è puntuale, documentatissima- taleda mettere in luce, oltrealla spaventosadisumanitàdi quellapolitica, agli orrori e ai genocidi,anche il sistemadi occultamentoe di deformazionedellarealtà operato dai medianel suo paese,nonostante l'effettiva libertàdi stampa,_chel'autore nonmette inquestione.Per correggerele deformazioni,egliè costrettoa unacontinuae minuziosamessaa punto (tantoche la sovrabbondanzadi riferimentipuò renderefaticosa la lettura, specieper noi italiani, privi di familiaritàconnomi di persone,istituti,periodicie istituzioni).Nell'ultima partedel libro,pur restandol'America Latina l'oggetto principale dell'indagine, propone un'interpretazione globale della politica dell'imperialismo. Quali sono i motiviche rendonoquesto libro non soloovviamenteodiosoperi portavocenostranidellepoliticheUSA,maanchepocogradevoleper l'ex sinistra,benchésostengala causacomune della libertàe dell'indipendenza dei popoli? Mi soffermeròsolo su alcuni punti,fra imolti che lo rendono temibile. In primo luogo,Chomskyè spregiudicatoe dissacratore, non risparmia teorie e personaggi santificati dalla tradizione democratica(nédaquellaebraica,cuipersonalmenteappartiene). Risale al secolo scorsoper individuare le origini dell'imperialismo, mostrando per esempio le implicazioni della dottrina di Monroe (affermatodiritto degli USAal controlloesclusivodel- !' AmericadelNord, del Centro e del Sud);rivela i contenutidella politica di presuntipersonaggi democratici,quali i presidenti Th.W.WilsoneJ.F. Kennedy;documentalafunzionedegli "Stati mercenari",fra cui Israele, per il quale "l'America Latinaè divenutail principalemercatoper l'esportazionedi armi", indipendentemente dall'orientamento di quei governi: "Poco dopo che Israele aveva accettatodi fornire aiuto militareal Guatemala,la rivistadelle forzearmateguatemaltechehapubblicatounarticolo, a firmadi unufficialedell'esercito, contenenteun'apologiadi Hitler, del nazionalsocialismoe della 'soluzione finale' del problemaebraico...L•autore... insistesullanecessitàcheilGuatemala trovi una sua versionedi nazionalsocialismo... Né siffattisentimenti, né la considerazionedell'uso genocida cui le armi vengono destinate,ha interrotto il flussodegli armamenti e dei consiglierimilitariisraeliani;il valoredi questaassistenzaè statostimato in90milionidi dollari nel 1982,quandoRiosMontihapreso il potere...Neanche le strette relazionicon i neonazistiargentini... sono state in qualche modo toccatedal viscerale antisemitismodi costoro.Un esempiofra tanti:quando ha subitol'embargo internazionaledi forniture belliche, dopo la guerra del 1967, Israele ha propostoalla Bolivia di fare da 'prestanome' per poter ricevere, attraversodi essa, alcuni invii di armi belghe e svizzere, per il trasportoè statautilizzata la compagniadiKlausBarbie, il criminaledi guerranazistaspeditoinAmericaLatinadallospionaggioamericanoquando i suoi servizinonerano più richiestiin Europa. Secondo un reportage della stampa israeliana, Barbie avrebbe avuto anchealtri rapporti con Israele, in relazionea frequenti esportazionidi materiale bellico israelianoa vari stati latino-americani,nonché 'a diverse organizzazioni clandestine"' (pp. 63-64). In questomodo, le costruzionimoralistichesuibuoni democraticie imalvagi fascistiricevonoundurocolpo;nonsolo, ma sono spazzatevia anche le semplificazioniinterpretative della politicaUSA, che vorrebberoattribuireai diversipresidenti le qualifiche,per esempio,di conservatorio di progressisti,utilizzando categorie europee non applicabilial diverso intreccio, negliUSA, dei varipoteri e delle variecomponentidella politica (isolazionismo,interventismo,espansionismo,imperialismo;laissez-faire, interventostatale, ecc.). (Si veda in proposito, e a proposito delle origini dell'imperialismo americano, l'eccellente analisi di F. Schurmann,in The Logie of the World Power, New York 1974,pp. XX-XXVIIe 3-113.) In secondo luogo,nell'ipotesi di interpretazioneglobaledell'imperialismoUSA, nell'ultima parte del libro, si sostienel'in7
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==