Linea d'ombra - anno VII - n. 34 - gennaio 1989

PER UNA STORIA NATURALE DEL CERVEL'-0 Aldo Faso/o Metamorfosi La possibilità di trasfonnarsi in animale e sperimentarnele sensazioni è incuboricorrentee luogo letterarioassai frequentato. Ma se la metamorfosianimale per Gregor Samsa (e per altri, più modestieroi letterario cinematografici) è involontariamaterializzazionedei terrori inconsci e orrore senza redenzione,per molti seri studiosi di psicologia o di biologia "trasfonnarsi" e "provarele esperienze"di un essere viventenonumano costituiscono un esperimentomentale impossibile,ma potenzialmente assai ricco. Un celebre articolo di ThomasNagel, "Che cosa si prova ad essere un pipistrello?", opportunamenteriproposto e chiosatoda Douglas Hofstadter e Daniel Dennett ne L'Io della mente ci ricordache"la maggiorpartedei pipistrelli...percepisce il mondo esterno principalmentemediante il sonar o ecorilevamento:essi percepisconoleriflessioni dellepropriestridarapide, finementemodulate e ad alta frequenza (ultrasuoni) rimandate daglioggetti situatientroun certo raggio. Il lorocervello è strutturatoinmododa correlaregli impulsiuscenticongli echi che ne risultano,e I'infonnazione così acquisitapermettelorodi valutare le distanze, le dimensioni,le fonne, i movimentie le strutture con una precisioneparagonabilea quella che noi raggiungiamo con la vista.Ma il sonar del pipistrello,benchésia evidentemente unafonna di percezione,nonassomiglianelmododi funzionare a nessunodei nostri sensi e non vi è alcunmotivoper supporre che esso sia soggettivamentesimile a qualcosache noi possiamo sperimentareo immaginare.Ciò, a quantopare,rende difficile capire che cosa si provi ad essere un pipistrello..." L'argomentazionediNagel si basa sull'ipotesiche i pipistrelli possanoavere esperienzeconsce e si inseriscenel discusso filone di studi sulle "menti animali" di cui è stato alfiere Donald Griffin. Il brano ha tuttavia il pregio di porre l'accento sulla naturadell'esperienzae sulla possibilitàdi oggettivarlaprescindendo dalle caratteristiche sensoriali. D'altra parte ci ricorda che mondi sensoriali e percettivi si inscrivononella nicchia ecologica di una data speciee presuppongonoun sistemanervoso. Ambiente,cervello, comportamenti Unmodoinusualedi tentareunapiccola(mareversibileepossibile!)metamorfosi è oggioffertodalle neuroscienze.La neurobiologia alleandosi all'ecoetologia e agli studi evoluzionistici può cercare di "intervenire"a vari livelli nella catenadi relazioni che legano un organismoal suo ambiente. I mondi sensoriali, il sistemanervoso,i comportamentidi unorganismodevonocioè adattarsiad un certoambiente,fornendoglivantaggievolutivi,in modo tale da garantire la sopravvivenzacome individuoe come specie.Questo significache in qualche modoe in qualche luogo l'organizzazione internadei mondi sensoriali, il sistema nervoso e i repertori comportamentalisianoereditabili.Insommatornando all'esempio del pipistrello, bisogna capire come funziona il suo sonar e qualivantaggiadattativi fornisce,si devestudiarecome le infonnazioni raccoltevengano trattatenel cervelloe quantoi centriprepostia questefunzioni sianospecializzati. Ma significa altresì capire comeviene ereditatoe selezionatoquesto speciale stile di vita, così diverso da quello di un organismo come l'uomo che fagrancontosullavista e sull'udito, oppuredi un ratto che basa molti comportamentisull'olfatto. Spostando il centrodell'attenzione verso il cervello e la sua organizzazionenonandremomoltoavanti,forse,nella comprensione dei rapporti fra soggettivoe oggettivoo nel dibattito sulla intenzionalitàoriginariadi un organismo(di unamacchinaintelligente),ma potremo cercare i meccanismiche stanno alla base dei comportamentie potremovalutare in qualegrado si somiglino o di quanto differiscano,se siano differenzequalitative o puramentequantitative,quali siano le giustificazionio le genesi.E, a propositod'intelligenza, potremo cercaredi spiegarla in chiave evolutiva correlandola proprio con la nicchia ecologica, il mondo sensoriale, il comportamento. Nelmioarticolovorreiaccennareproprioaquesto settoredella ricercabiologica,cercandodi sottolinearnele acquisizionipiù importanti ed attuali, ma senza i trionfalismi assertori di tanta scienzacontemporanea.Ed ecco affacciarsileprime, promettenti difficoltà... Evoluzi,onee intelligenza Quasi tutti gli studiosi attuali concordano nel ritenere che qualchefonna di intelligenzadebba esserepresente in organismi diversidallaspecieumana.Questaposizionederivadagli studidi psicologiacomparatae di etologia,ma è altresìuna sortadi corollario della generaleconvinzioneche l'uomo sia originatoevolutivamenteda altri organismi.Questo significache nel corso dell'ominazione sonostate sviluppatecapacitàesistenti (o in potenza) in altre specie.Ma l'accordo finisce assai presto, poiché nel descrivere la distribuzionefra i viventi di fenomeni intelligenti dovremo trovare un modo per definirli e, se possibile, per confrontarlie misurarli.Allora gli interrogativisi affollano irrisolti: l'intelligenza è una singola proprietà o costituiscepiuttosto una metaforadi capacitàeterogenee?E ancora,quali sono leproprietà specie-specifichee qualiquelle "generali"?Secondoalcuniautori, per esempio lo psicologo comparatoJeff Bittennan, che ha studiatol'apprendimentodi svariatespeciedi vertebrati ed invertebrati,nonesistonodifferenzesostanzialifral'apprendimentodi unrattoe quellodiun'ape. CosìMcPhailinunlibrorecentehadovuto concludereche non ci sono prove convincenti(al 1982)per supporreunaqualchedifferenzageneralein intelligenzafra i vertebrati, eccetto che rispetto all'uomo. Insomma l'intelligenza è unaproprietàunitariadistribuita inmododiscontinuonel mondo animale, oppure esistonogradi e forme diversedi intelligenza? Il problemasi complicaulterionnente secerchiamogli eventualivantaggievolutividi comportamentiintelligenti,che implichinoper esempiofonne diapprendimentoediplasticitàcomportamentale.Pernoi cheviviamoin unmondodovesi mitizzal' "intelligenza" e sulla flebile base di qualche test (d'intelligenza, 65

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