POESIA/MANNUZZU Santo Stefano Come un meteorite, una pietra filosofale cotta a lungo nel fornello che non si accende chissà da quando, trovata qui nella cenere - scarica di sue virtù. Nel giorno che fu onomastico e ora condanna di ognuno alle sue·storie o anzi piccolo ergastolo: dentro l'alibi continuo,_il nuvoloso viaggio in questa parte che rimane del mondo - pensando in altra lingua, stando altrove. Tanto vale tenere la luce elettrica sin dal mattino, non uscire, non vedere nessuno; ma ecco che poi piove - il risotto, c'era, e le meringhe? - qui questo oggetto misterioso. Connettivo Un anno che le arance muffiscono subito e in bocca insistono le afte; nei vestiti rimane l'odore del caffe. E poi questo scricchiolio, questo scampanio; e anche qualche lacrima mettiamo per il fumo che adesso galleggia nell'aria o la troppa televisione. Bene, San Silvestro, un po1 spauriti e come usciti - vecchie talpe, ben scavato! - dal tunnel (e duole un ginocchio e duole un gomito) per comprare qualcosa di rosso o per altri fioretti: se si vedono screpolature, se c'è del sangue - quando è successo il patatrac? Che poi diventa fischio (lampi nell'angolo dell'occhio) e poi spegnersi del rombo dell'aereo di linea e delle vetrine e così precipitare di serrande, automobili ritardatarie verso casa, un botto prematuro. "Lo senti il rumore della vita?" Epifania Non sufficientemente spaesato dunque, non orfano come si deve: nuvola minima già 64 colore di rosa, stellina che buca per prima il chiaro del cielo, nello svanito odore di mandarini. È Dio? E non si sa se insiste il miagolio del gatto rinchiuso o l'esercizio solito d'un televisore. Così finisce il rumore della vita e tutte le feste si porta via. Per viaggiare informati Posso appena immaginare dove stai andando. Qui c'è solo questa lontana musica di pneumatici che sale da viali i cui nomi ti sono familiari: e copre il silenzio dell'altra mentre il tramonto stringe il pomeriggio invernale. Immagino che tu invece traversi ancora la bella giornata, come si allunga l'occidente e il sole rimane alto sul mare (ascolti il walkman, guardi il film, ti servono la cena?). Qui cade l'ombra, non ci sarà che questa musica quotidiana (immagino) anche nelle settimane che verranno o forse talvolta il fantasma dell'altra perduta, vana misura del fiato che resta, o forse altri saltuari fantasmi- un po' grigi s'intende. E immagino che febbraio e marzo verranno dopo gennaio: lo dico con quel tanto consentito di paura. Però intanto fotografo e rifotografo, eterno queste immagini. (Ma i miei fantasmi non se ne persuadono, si affacciano sbiaditi e sorridenti dietro spalle o su paesaggi 10 X 15. O da fiori innominabili, per sempre irreali. Può arrivartene uno dove tu stai?) Nota L'idea era quella di scrivere una poesia sui fiori. Se ne raccolse un elenco di nomi (anche latini) e lo si conserva da qualche parte. Si tratta comunque di un diario "dedicato" -nell'accezione di certa tecnologia: "qualsiasi accessorio specifico".
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