Non so come spiegarvi, signori giudici, questa situazione ingarbugliata. Sono un beduino, senza educazione e ho difeso l'onore a modo mio. La faccenda malgrado le sue difficoltà è semplice in fin dei conti, non ci sono ambiguità e io vi esporrò la verità dei fatti per l'ultima volta. Eravamo tutti una famiglia. Mio fratello 'Abd al-Hamzah con sua moglie Farhah abitava da una parte della casa; vicino a loro mia madre e mio padre, e poi io con la mia famiglia: mia moglie e quattro bambtni piccoli. Dopo c'era la mia sorellastra Halimah, nella stanza vicino al pozzo. Il forno si trovava più o meno nel mezzo del cortile. Il giorno della disgrazia mio fratello era stato arrestato, aveva violato le disposizioni della riforma agraria, malgrado i miei consigli, e allora il governatore lo aveva fatto arrestare. La zia Nuriyyah è venuta per passare la notte con mia cognata. Fatti semplici senza veli. Poi l'amante dell'uccisa si è intrufolato in casa di nascosto, non sappiamo quando. A mezzanotte, oppure più tardi, l'onore della famiglia ha cominciato così ad essere intaccato e sporcato. E tutto ciò fino all'alba ... fino all'ora di preparare la colazione e il pane. Fu allora che scoprii, di colpo, la sporca faccenda. Farhah l'uccisa aveva commesso adulterio per tutta la notte. Malgrado ciò non è stanca e non dorme, anzi si sveglia prima del sorgere del sole, come se non avesse fatto niente, poi viene a spiare gli altri. La sua colpa non le dà pace. Ci ha svegliato con gli occhi lucidi e i capelli tutti arruffati, per dirci che sarebbe stato meglio suicidarsi piuttosto che vedere l'adulterio entrare in questa casa. Come se non bastasse quella sua colpa ripugnante e il suo adulterio! In quel momento Halimah le rispose che l'aveva vista . benissimo con il suo amante, entrambi nudi mentre commettevano l'adulterio durante tutta la notte; lei è rimasta impietrita, l'amara verità l'ha sbalordita e l'ha confusa, poi è uscita fuggendo, tappandosi la bocca con la mano. Dunque non mi rimase, dopo tutto questo, che cancellare la macchia del nostro disonore con il suo sangue. Così si lava da noi il disonore, signori giudici, con il sangue delle donne. Ho afferrato il mio fucile da caccia, mi sono vestito e sono andato da lei. Come vi ho già detto, lei stava in piedi e accendeva il fuoco del forno sotto il cielo deIJ'alba. Eravamo soli. Lei mi ha detto chiaramente che voleva suicidarsi perché non poteva sopportare di vedere impunito il delitto dell'adulterio. Non ho potuto fare altro che spararle con questo mio fucile da caccia. Dopo di ciò Halimah ha gettato un po' di cartucce dentro il forno che ardeva; così ci sono state le esplosioni chè hanno svegliato la gente della casa. Questa è la verità signori giudici, e tutto ciò che si dice in contrario, sono solamente bugie e ingiurie dette apposta. È una bugia quel che dice Nuriyyah che lei è sempre stat~ con l'uccisa Farhah durante tutte le ore della notte, e che lei non ha visto nessuno entrare da lei a commettere l'adulterio. Chiedetele come mai non l'ha vista, dunque, quando si è svegliata al mattino, quando è venuta a spiare la gente onesta? Chi le ha chiesto di preparare la colazione, e di fare il pane e di accendere il forno? Se lo ha voluto fare da sola in assenza di suo marito e senza un motivo, STORIE/EL-TEKERLI perché è andata nella stanza di Halimah? Quando mai Halimah l'aiutava a preparare la colazione? È una bugia quello che dice Nuriyyah, che ha visto l'uccisa mentre indicava con la mano verso di noi, verso di me, cercando di parlare mentre tirava l'ultimo respiro che l'ha fatta stare zitta per sempre. Sono sciocchezze tutte queste perché sono io che l'ho trascinata via dal forno dove si è suicidata ... L'ho portata in camera e poi l'ho riportata al posto di prima. Sono io quello che sa dove è caduta l'uccisa Farhah, e dove è morta. Sono bugie anche quelle che sono contenute nel reperto del medico sulla fe'rita dell'uccisa Farhah, che parla di un colpo di pistola alla testa che l'ha fatta morire. Io ho premuto il grilletto e so perfettamente qual è l'arma che avevo tra le mani. Sono bugie e calunnie quelle che si dicono sull'intervento di Halimah. Tenetela fuori da questo delitto, vi scongiuro nel nome di Dio. Lei non sa niente di questo fatto. Sono io il colpevole, se volete, che ha difeso l'onore e ha fatto zittire quell'adultera e bugiarda per sempre. Sono innocente, signori giudici! Vi chiedo clemenza quando emetterrete la sentenza. Ho commesso un omicidio, per difendere l'onore e la reputazione. Siate generosi con me anche voi e cercate di rendere più lieve il giudizio su di me. C'è qualcuno che sarà triste per la mia assenza, credetemi. Quanto a me ... Povero me! Questa è la verità, tutta la verità ... (traduzione dall'arabo di Isabella Camera d'Afflitto) i) Insistendo sullaparola "Arabo" l'autore vuole specificare l'origine beduina di questa famiglia, origine che va contrapposta a quella pur araba, ma cittadina, dei giudici. Libreria CAMPUS Via Urbano Rattazzi, 4 Tel. 011/530.236 - 10123 Torino 61
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