Linea d'ombra - anno VII - n. 34 - gennaio 1989

mi dellasuaesistenzaprecedentenonsifa parola.Perqualemotivohapresentatolaprotagonistaomettendo il suo passato?Si trattaforse di un'evasioneradicaleda undeterminatoambiente socialee del tentativodi approdarea nuovilididove trovareuna comunanza? Non so propriose tuttociò fossecosì intenzionale.Sochea un certomomentovolevointrodurre una reminiscenzadell'infanzia dellaprotagonistama improvvisamentemi è risultato impossibile. Avevo la netta sensazione che stonasse. Certo, a posteriori un'interpretazione vale l'altra e nessuna può accamparepretese di veritàpoichémentre scrivevonon ero del tutto consapevoledi queste cose. Penso che sia stato il tentativodi aprirsi interamente a un ambito culturale diverso, lo sconfinatointeresseper quel mondo altro a eclissare la biografia che all'interno di un simile confronto non aveva modo di farsi strada. LaSuaprotagonistaviveinquelpaesecomeunastranierama al contempoanchecomeuna testimonecoinvoltadaglieventirivoluzionaricuiassiste.Ella vipartecipaconvivo interessee tuttavianon viprendeparte, anzi nonnesa nulla. È per questoche deve restareun'estranea? Ritengo che il problemadella protagonistasia piuttostoquello di riuscire a comporre passato e presente. Cercando di comprendere il presente a partire dai passato, resta per molto tempo lontanadalla pista giusta, ma poi, a un certo punto, la raggiunge. Vede, per me questo problema è analogo a quello del partecipare alla rivoluzione in un altro paese: se qualcuno, cresciutocome me incondizioniborghesi- non sonomai stataoperaia, né lo sono stati i miei genitori-, scrivesse un romanzo la cui protagonista è un'operaia, considerereiciòqualcosadi non autentico,così come considererei inautentica la mia protagonista se partecipasse alla rivoluzione in Turchia. Sono convinta che sarebbe un'operazione fallace.L'osservazione e lavolontàdi comprendere ci costringonoanzituttoa una certapassività,a una disposizione recettiva che porta a dimenticare la propria biografia. Perciò non credo che la protagonistadebba restareun'estranea soloperché non prende parte attiva alla lotta rivoluzionaria. Penso anzi che non fosse davvero compito suo. Ameno che non si fosserecata in quel paese per tutt'altri motivi, ad esempio, come accade, per avere sposatoun turco. In Turchia ci sono in effetti molteeuropee politicamenteattive, ma per la maggiorparte sono diventate turche in seguito al matrimonio. Nonostantealcuni aspettifortemente pregni di mitologia, è evidenteche il romanzopunta alpresente. Vi si leggefra l'altro: "Nondevicredereche ritornandoindietronel tempocapiraimeglio.Non dipendesolo dalla tradizionese le cose stannocosì". Questorichiamoalpresente,rivoltoallaprotagonista,non è addiritturaunafrase chiave? Sì, però credo che fosse precisamentecompitodella protagonista scoprire la tradizione, la tradizione fortementepolitica delINCONTRI/FRISCHMUTH le organizzazioni mistiche di quel paese. Anche per me è stata proprio questa l'esperienza fondamentale nella stesura del romanzo.D'un trattohocapito che tuttociòche stava accadendo in Medio-Oriente aveva una tradizione lunghissima, che erano in gioco meccanismifunzionanti da secoli.Di ciò qui da noi non si è assolutamentepreso atto. È significativoa tal proposito- non mi ricordo dove l'ho letto - che, mentreKhomeini conoscei testi di Sartre da anni, la Cia ha preso in mano un libro di Khomeini per la prima volta un anno fa. Solo unapresunzione incredibile, solo l'arroganza può farci credere che negli ultimi secoli tutto sia accadutoqui in Occidente. Ora, è di estremo interesserisalire nei secoli per scoprire le connessioni storiche, come per esempio le congregazionimistiche, abbiano sempre perlomeno avviato processi rivoluzionari. Dal quattordicesimo al sedicesimo secolo si sono verificate rivolte gigantesche scatenateda tali congregazionie duramenterepresse.Lamisticaaveva ancheun volto del tutto diverso. L'obbligo della segretezza e il fatto che non è necessariofar professione di fede, per esempio, sono elementi che hanno costituito una tradizione politico-religiosache in questa forma da noi non è mai esistita. Il termine "ombra" che ricorrenel titolo valea indicareciò che sta scritto,ovverolapotenzadellatradizioneche gravasullo sguardorivoltoal presente ostacolandoun confrontocritico con esso? Non direi. Si tratta veramente della favolamitica della scomparsa dell'ombra nel sole. Nell'istante stessoin cui i trentauccelli si trovanodavanti al Simurg, essi vedonoche sono, sì, i trenta uccellimachesonoanche il Simurg.Ineffettiho profanatounpo' la ricerca misticaquando, subito dopo, scrivo: "...eppure alla fine sonomorti".Nonostante il lungopercorsocompiuto, nemmeno questi uccelli hanno fatto l'esperienza dell'elevazione. Il fatto è che nonriescoa superare lo scetticismo.Ritengoche siasempre stato il cammino a costituire l'esperienza, mentre l'unione mistica rappresenta in definitiva qualcosache si concludecon il cessare della vita o il totale dissolversi.Viene da chiedersi,perciò, se sia davvero così desiderabile. Ma sono tutte questioni, queste, che formuloadesso, a posteriori,e che sonoprive di sensonellamisurain cuiquellocheho scrittoeradettatodaimieisentimenti di allora. Nei due romanzi Inganni e incanti di Sophie Silber (trad. it. Giunti1988),e AmyoderDfoMetamorphose(Amyo lametamorfosi), uscitirispettivamentenel1976e nel1978,Lei congiungeun mondofantastico difate, spiriti dei boschie deiprati conun'azione reale e attuale.A questopropositoha dichiaratoche "il fantastico non si opponealla realtàbensì ne rappresentaun latodiverso".1ntendeciònel senso del 'enunciato diThomasMann "Averefantasianonsignificaescogitarequalcosama trasformare le cose"? Si potrebberocitaremolti autori,dallaMorgnercheha formulato tesi importantiinrelazione alla sua Trobadoraa PeterAlten53

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