SAGGI/FORSTIR coraunavoltasimanifesta,e nellasuaformapiùpura, lanettadivisione tra i due stadi, critico e creativo; l'assenza di una parità spirituale.Nellaformapiùpura,perchélapoesiaèunaformad' arteassolutae si prestapiù di ogni altraall'esperimento. La miaarte, l'eterogeneaarte della narrativa,è menoadeguata,e tuttavia, in tutta sincerità,posso dire con Day Lewis che la criticami ha quasisempredatoquel sensodi irrilevanza.Quandomi elogiano, sonocontento;quandomi biasimano,contrariato;quandomi dicono che sonoambiguo,rimango sorpresoma né il piacerené il dispiacerené lo stuporefannoalcunadifferenzaquando,più tardi, mi addentronelprocesso creativo.Eliminareun difettoparticolareè forsepossibile,ma sostituirloconunpregioquestosì che è difficile.Ricordoche uno dei miei primi romanzi (Il cammino più lungo), vennecriticatoper il numerodi morti improvviseche vi si verificavano,numeroche, si disse,erapari al quarantaquattroper centodella"popolazionenarrativa".Decisidi starciattento e nei romanzisuccessivifeci inmodoche i personaggimorisseroconminorefrequenza,cercando,làdoveerapossibile,didarne preavvisomediant~malattia o qualchealtro espedienteplausibile. Però non trovai l'ispirazione necessariaa metterequalcosadi essenzialeal postodellemortiimprovvise.C'è unacosasoltantoche può ovviareai difetti: l'ispirazione, il subconsciodentroil secchiocheaffiorae risale.Almioorecchio,unbranodimusicacontemporaneacontieneunaquantitàdimorti improvvise;le frasi spiranocon la stess.arepentinitàdei personaggidel mio romanzo, le corde si scannanoa vicenda, l'arpeggio ha un attacco cardiaco, la fuga si lancia in picchiata.Ma questi difetti - se di difetti si tratta- sono essenziali alla concezionegenerale.Non si correggonorimpiazzandoliconmelatemelodie.E il musicista farà bene a ignorareil critico, pure ammettendola fondatezzadi una critica specifica. Esistonosoloduemodi in cui la criticapuò esseredi qualche giovamentoall'opera llell'artista. Il primoha caratteregenerale. Ammessoche frequentiqualcuno,l'artista dovrebbefrequentare buonecompagnie.La solitudinepuòancheessere lacosa migliore: la solitudinefuciòche il Fatoriservòa Beethoven.Mase l'artistadesideratenersiin contattocon le idee,i valori e le operedei suoi confratelli(e in genere, nel mondomoderno,nonpuò farne ameno),deve starealla largadaimediocri.Frequentarlicomporta un rilassamentodelle sue energiecreative, la tentazionedi riposare sugliallori,o sulla consapevolezzadella propriasuperiorità. Non intendousare, quandoparlo di esseri umani, di individui, leparole"superiore"e "inferiore":tantisonoi fattoripresenti nell'individuoche è impossibileclassificarlosecondograduatoriedel genere.Maqueste stesseparolepossonoessereapplicate,e legittimamente,agli standardculturali;equi l'artista dovrebbe usare il massimodiscernimentocriticoe, in particolare,essere consciodei rischi di certe coteries. Sono, queste, dei preziosi meccanismisociali, che solo un fanaticopotrebbe condannare; proteggonol'artistae lo incoraggiano.Maè doveredell'artista,se proprio devefarparte di una qualcheconsorteria,sceglierneuna di qualitàe stareall'erta affinchénon lorendapresuntuosoosterileo stupido.Il deterioramentodeglistandardcriticiinquellache può essere definita "vita professionale", la loro corruzionead opera dell'adulazionee della gelosiapossonoprodurreoperedi qualità_inferiore.Degli standard validi possono produrreopere valide.E,mi sembra,tutto ciò che si puòdire a propositodi que48 sta vaga formadi assistenza,e forsenon valeva nemmenola pena di dirlo. Il secondodei modi in cui la criticapuò essere di giovamento all'artista è più specifico.Lo può aiutare nei dettagli, dettagli infinitesimali,minuziestilistiche.Tantoper rifarmi di nuovoallamiaopera,diròche indubbiamentehotrattovantaggiodalconsigliodi nonusare tanto spessola parola"ma". Il fatto è, vedete, che ho avuto un'istruzione universitaria,il che rende inclini ad abusarediquellaparticolarecongiunzione.L'imparzialità,la tendenza a vedere i due lati di una questionecostituisconola forza dellamentalità accademica.Poi c'è la suadebolezza:la timidezza e quellaspeciedi malattia-la paura-di-lasciarsi-andare-di cui parla SamuelButler.Entrambe,sia la fona che la debolezza, sviluppanonellementalitàdi questotipo, lapropensionea fareun usosmodatodel"ma". Ancheoggicenehomessidi "ma",manon quantine avreimessise non mi avesseroammonitoinproposito. Lo scrittoredi tipoopposto, l'estroverso, l'uomo che sa quelche sa, al qualepiace quel che gli piace, e che gli altri lo sappianoo meno non gliene importa, dovrebbe molto probabilmente assoggettarsiall'oppostadisciplina;dovrebbe, cioè, esserecriticato perchénon usa mai il "ma" e dovrebbeessere indottoa impiegare l'aggettivoqualificativo.Chi ha una mentalitàgiuridica dovrebbepresumibilmenteandarcipianocon i suoi "se". Futilità, piccolecose. Lo so. E l'aiuto che la criticapuò dare all'artista è propriocosì; insignificante.Nonpuòaiutarlonellecosegrandi. E così si concludeil mio discorso,con questeconsiderazioni fatte unpo' a caso. L'ultima parteè statadominata,forse in modo ossessivo,dallamia consapevolezzadell'abisso che separalo stadio creativoda quello critico.Forse l'abisso non esiste, forse non vuol dir nulla, forse sono io che ho esageratoe di una crepa sottilissimaho fatto un abisso. Ma esso, a mio modo di vedere, rende impossibilel'identificazionee la definizionedi unaautentica ragiond'essere della criticarispettoalle arti. La sola facoltà capacedi daresolidebasi a taleragiond'essere è l'amore. Seppure con cautela,o con tutte le riservepossibili,dopo tutte lepossibili decantazioni,dobbiamotornareall'amore. Essosolocieleva, rendendopossibilequella cooperazionecon l'artista che è l'unica ragionedel nostropellegrinaggioestetico.Esso solocontiene la promessadi unaparità spirituale.La miaprincipaleconclusione a propositodella critica non puòpertanto che essere sfavorevole.La criticanonpenetra, e nonpuòpenetrare,nel centrovitale delle cose.Né mi è riuscito di scoprireche essa abbiadato un sostanziale aiutoagli artisti. (1947; traduzionedi LucianaPozzi) 1) Cfr. « ... It is a tale/fold by an idiot, full of sound and furyJSignifyng nothing». (Shakespeare, Macbeth, v, vi, 26-28). 2) Al tempo della composizione di Kubla Khan ( estate del 1798) Coleridge abitava in una solitaria casa di campagna ai confini del Somerset col Devonshire, precisamente tra Porlock e Linton. L'anonimo visitatore ( «apersononbusinessfromPorlock» )è menzionato daColeridgenella breve introduzione al poema. (n.d.t.) 3) Tracciate un cerchio intorno a lui tre volteJChiudete gli occhi per sacro timore,/Ché di rorida ambrosia s'è cibato,/Ed ha bevuto il lane del Paradiso. Discorso pronunciato all'Università di Harvard in occasione di un SimposiosullaMusica.DaTwoCheersforDemocracy, 1951.Pergentile concessione dell'editore Garzanti.
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