esemplificarestrategiee politiche dominanti. Da una parte, di vecchio continuo a vedermi "Un giorno in pretura", che è una sfilataper lo più di povera gente, che non sa spiegarsi,si esprimein dialetto, elenca storiedolorosedi sfratti, furtarelli, tradimenti,piccoli imbrogliche non interessano proprio nessuno, se nonper mettere alla berlinachi li ha vissutie li raccontatantomale.Dall'altra, di nuovo è arrivato"Non solonero", che è inveceil giornalinosumisuraper i soli neri che si snoda per quindiciminuti,alle tredici di ogni sabatoin coda al Tg2. Presentaovviamenteuna ragazzanera,MariaDeLourdesJesus, una topmodelspacciataperpersonanormale,conuncurriculum, al naturale,di colf e autodidatta,bella, brava, elegante,con i capelli stirati, che mi hannoricordato l 'Autobiograjia di Malcolm X, quando il leadernero rimprovera furiosamentela sorellache con tinture e messe in pieghe s'era sbionditae lisciata. Il quadrettoin realtà,oltre l'inciso, è pertinente.Anche"Non solo nero" è sbionditoe lisciato, giusto per sentirsi accettabile senza uscire mai dal ghetto, nel rispettodei buoni sentimentidi una società infameche si scomodaad accoglieregli altri per utilità senza solidarietà,che ogni tanto si pentema non cambia,che vorrebberisolverei suoi problemio i suoicomplessidi colpanominandolie separandoli,inventandosipuntisessuati,omosessuali o neri, senza andarealla radice di uno scontroche è ancoradi classeanche se le classisono una cosa diversarispetto~oltantoa diecianni faeattraversanoconfinidi linguaodi colore.E soloantirazzismodellaparola, innocuo e formale. Al razzismoprofondoma ancorasenzanomee senza scandali, un razzismoal qualenessunobada, mi ha fattopensareun'altra trasmissionetelevisiva,protagonista quel Chiambrettidivenuto inaspettatamentecelebre, proponendocila sua "nuova" coDonne eritree a Milano (foto di Cristina Omenetto, da: Donne migranti, Mazzotta 1986). IL CONTISTO micità.Che è poi la vecchiacomicitàdi chi sorrideo ride di difetti o ingenuitàdi campagnolio poverio zotici,burini,cafoniopolentoni,come si vuole.Chiambrettiaggiungecattiveriae unatelecamerache servemigliaiadi spettatori,mettea disposizionedi tutti una umanitàchecade inevitabilmentepredadei suoi giochini verbali, intimiditao sedottada unmicrofonoe dalla stessaresponsabilitàdi sentirsi o credersi protagonisti.L'intervistatore con un bel sadicosorrisomette a nudodifetti,cattivo gusto,piccoleumiltà,scopresoprattuttouna culturasubalternache si nega per voglia di legittimazione, perché ciascuno, scrutato da un pubblicoimpercettibile,vuole apparirecomenon è e tradiscese stesso. L'ironia è obbligata.Nasce di frontealla gondoladi Venezia alzata come simbolo di un imperdonabilekitsch estetico, o di fronteal salottobuonoemisero,al quadrodozzinale,al lampadario rococò, di frontealla sproporzionetra le risposte e i bisogni (anche culturali)espressie avviliti (e che secondo il nostropresentatorenon sonodegni di rispetto)di nuclei sociali che hanno smarrito le proprie tradizioni, senza riuscirea darsene altre per mancanzadi strumenticritici,acquisendosoltantosurrogatidozzinalidi unaculturamodernae metropolitana(puressendoancora il nostro un paese di campagna). Sarebberoscenedrammatichedi un'Italia vera, come nonci restituisconorotocalchie settimanali.Ma Chiambrettiride. Può farlo perché la sua televisioneirretiscee immobilizzala gentee perchéquestagenteappartiene-si sarebbedetto-a uncetosociale subalterno. Senzarazzedi mezzo,altro razzismoancorasi nutre.Ciòche la televisionepromuove,a tutti è consentito.Sempreche, come Chiambretti,con cura (tutta di classe) si scelganole vittime.
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