Linea d'ombra - anno VII - n. 34 - gennaio 1989

SAGGI/FORSTER le bellearti: nel benee nel male.Manca,nel nostromondo,un'atmosferain cui le teorie possano fioriree prosperare,e i tentativi,operatidacertigoverni,di crearetaleatmosferainappositienti statali paiono destinati a fallire. L'elaborazione delle teorie estetichee il loroconfrontosono auspicabiliesercitazioniculturali; quantoalleteoriein sé, è improbabilecheabbianoampiadiffusione,che sianodi impedimentoo di giovamento. Un'attivitàpiù pratica, che la criticapuò svolgere,è la dissezioneminuziosa,ricettiva, delle singoleopere d'arte. Che sperò di farel'artista?Diquali mezzi,conscio subconsci,si servì?Riusci nel suointento?E, se vi riusci soloin parte,dov'è che falli?In unadissezionedelgeneregli strumentidovrebbero spezzarsinon appenavengonoa con~tto conun tessutovivo.. È il campioneche conta, non l'apparato. E dubbio che dei critici specializzaticoncordino con tale assioma; io, comunque, amo spingere ogni singolaan<!_lisi fino alle estreme conclusionicui può arrivareun dilettante.E esaltante,oltre che vantaggioso,addentrarcinei vari tecnicismifindove lo consentonoi limitidelle nostremodeste capacità, spingerciinnanzi finchéci è possibile sulla scia di una menteesperta,seguirelo svolgimentodi una tesi finoal momento in cui va al di là della nostra comprensione.E, mentreciò avviene,averesottogli occhi unaparticolareoperad'arte puòessere di grandeaiuto.Oltre ad apprenderedell'altro sull'opera stessa, potenziamole nostre facoltà. Si potrebbedire che il compito principaledellacriticaconsistenel!'educazioneattraversolaprecisione. Va infine menzionatauna terza,meno importanteattività,e poichéessa rientranellamia sfera specificapiù di quantononvi rientri la precisione,ne tratteròconmaggioreampiezza.La critica può stimolare.Pochi di noi sonosufficientementesensibilialla bellezza,allemeravigliedel mondo,e quandol'arte interviene a rivelarcele,talvoltasortiscel'effetto contrarioe stendeunvelo anziché sollevarlo.Spesso questo effettoammorzantepuò essere annullatoda una parola ben scelta.Basta un'osservazionenonnecessariamenteprofondaorispondentea verità-per strapparci al nostrotorporee farci correrevispi e speditidietrole bellezzee lemeravigliecheprimaci ostinavamoa ignorare.Edèqui che il giornalismoe la radio hanno la lorograndeoccasione.Inadatti alla sintesi o ali' analisi, possono diffondere l'alata parola che ci invogliad'un tratto a esaminarel'originale. C'è infattiun tipodi critica che nonha alcuna funzioneinterpretativa e che ciononostantenon dovrebbeessere condannato cosi sui due piedi.Moltecose, ad esempio,sono state scrittesulla musicache con la musica non hannonulla a che vederee che, inevitabilmente,fannosorridereimusicisti.Descrivono,ingenere, le emozioniche l'ascoltatore ha avvertitomentre,sprofondato nella suapoltrona,assistevaa un concerto,nonchéle immagini visivepresentatesialla sua fantasiainquella posizionesedentaria. Ecco un esempio,molto suggestivo,fornito da WaltWhitman.Whitmanavevaascoltato,a Filadelfia,"uno dei grandisettimini di Beethoven" (c'è solo un settimino di Beethoven,ma questo il caro, vecchio ragazzonenon lo sapeva), e l'interpretazione della "piccola ma eccellente orchestra di strumenti ben scelti e perfettamentecombinati" lo ha letteralmente"trasportato": "Squisitoabbandono,talvoltacomese laNaturaridessesopra unpendio,nel sole;voci uniformi,grevi,monotone,comedi ven44 ti; comi che suonanoper i meandridella foresta, echi che si perdono lontani;onde che cullano lievi,ma d'un subito si rigonfiano, marosi furibondi e sferzanti, tumultuosi, plumbei; scrosci acuti di risa come intervalli; di quando in quando, misteriosae strana,così com'è laNatura stessain certi suoi aspetti - ma, soprattutto, spontanea,disinibita, indifferente- soventeil senso dell'atteggiarsi di bimbi ignudi che giochino, dormano.Mi ha dato piacereancheosservarei violinistiche cosi magistralmente guidavanoi loro archetti - ognunodei movimentiuno studio. Come talvoltami accade,mi sono lasciatoandare, fuori del mio Io. Ho fantasticatodi un boschettolussureggiante: tanti uccelli che cantino,e nel mezzo un sempliceduetto armonico,due anime umaneche attestinocon voce ferma tutta la loro assortamestizia, la loro gioia". Eccoun saggiodi affascinanteletteratura,machec'entra con l'Op. 20? Qualcosaha acceso l'immaginazione di un poeta, ed egli si è lasciatoandare, fuoridel suo Io: nonperò finoa penetrare nell'Io di Beethoven,suapresumibilemeta. Il poetahaevocato le immaginivisivea lui congeniali,e l'ultima frasedescrive,si, un concerto,ma non quello cui assistette:il luogo in cui si svolge è infatti l'Eden. Un altroesempiodi questo tipodi critica lo si può trovare in Proust OraProust è tutto quellocheWalt Whitmannonè: sofisticato, soigné,rusé, maladif. Ma anche lui ascolta un settimino e reagiscead esso "visivamente",si lascia trasportaredallapoltrona in cui siede in una regioneche non ha nulla a che fare con il concerto. È il Settiminodi Vinteuil,che già conosciamocome autoredi unaSonataper violino.Vinteuil-personaggio,unoscuro e sfortunatoorganistadi provincia,non hà fatto cheuna fugace comparsa,mala suaSonata,soprattuttounafrasedi essa,la petitephrase, è stata attivamentepresentenella protratta inazione del romanzo.L'uno dopo l'altro, i personaggi l'hanno ascoltata consentimentidiversi- speranza,gelosia,disperazione,pacea secondadellecircostanzeincui la peti tephrase siè inserita.Non sappiamo come essa sia, ma la sua comparsa coincide, sempre, con una più intensavibrazioneemotiva. Versola fine del romanzo, il protagonistasi reca, a Parigi, a una "manifestazionemusicale"nel corsodellaquale saràeseguita unanuovacomposizione.Presocom'è da futili curiositàll!Ondane,nonsi dà nemmenolabrigadi guardareil programma.E un settimino- leprimebattute sonocupe,glaciali,comese l'aurora non fosse ancora sorta sul mare. Egli si trova in un mondo ignoto,dovenullaconosce. E improvvisamente,eccocheinquesto suo smarrimentosi insinuala petitephrase, un'allusionealla Sonata.Quellachestaascoltandoè un'operapostumadiVioteuil, della qualeignoraval'esistenza. Tuttodiviene familiare.E come se, dopoavercamminatoper unaregionesconosciuta, egli si imbattesse nella porticina che conduce al giardino di un amico. Il Settimino dischiude i suoi spazi immensi, ora comprensibili. L'aurora sorgepurpureadal mare,alla rustica felicitàmeridiana succedonoaltreimmagini,e lapiccolafrasedellaSonata,dapprima timidae verginale,si fa maestosa,vibrantedi colori,definitiva, matura. Oraquestedivagazionivisivenon sono propriamentedi mio gusto.Whitmanha il pregio della nai\!eté, ma nel casodi Proust, che habendefinitepretese culturali, ci sentiamoa disagio.Diremodunquechetalidivagazioninongiovanoallanostracompren-

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