Linea d'ombra - anno VII - n. 34 - gennaio 1989

LA RAGION D'ESSERE DELLA CRITICA E. M. Forster R itenendo,comeritengo, che lamusicasia lapiùprofondadel le arti e il fondo stessodell'arte, mi attenterò,in questabreve rassegnadedicataalla ragioned'essere della critica,di darerilievoproprioallamusica.Non sonoun'autorità in materia.Sono unamatore,i cuilimitiappariranno,colprocederedelleargomentazioni,anchetroppoevidenti.E tuttaviaval forselapenadi ricordare incameracaritatische laparolaamatorene implicaun'altra: amore.Io amolamusica.Limitarsiad amarla,o limitarsiadamare una cosa, unapersona non basta. Per apprezzareappieno,l' amore va decantatoe controllato,ed è qui che la criticapuò essere d'aiuto. Maè dall'amore che si devecominciare;nel casodellamusica,sidevesentire il desideriodi ascoltarele note.Semanca questo anelito iniziale, se dopo avere ascoltato non viene a crearsi un sensodi armonicacorrispondenza,le note, qualunque ne sia il valoreintellettuale,non significherannonulla:solo suono e furia (1). Gli argomenti contro la critica sono tremendamentesolidi, per cui granpartedi questamia rassegnadovràper forzaattingere agli atti stilatidall'avvocato del diavolo.Vedrò comunquedi posporre il dì funestoadducendoper prima cosa gli argomentia favore della critica. Che primadi accostarcialle arti sia auspicabileunperiododi apprendistatoè unpunto sul quale,penso,siamoquasi tuttid'accordo.Diffidiamodegliapprezzamentidilettanteschiperchéconvinti che spessovenganomeno al loro scopo.La capacitàdi apprezzaredovrebbeessere sufficiente,e tuttavia,a menoche non impariamoa forzadi esempi e di errori e di confronti,nonriesce a "far presa"; seguiteremoa piroettaresulla superficiedei capolavori, lanciandogioioseesclamazioni,ma senzamai coglierela verasostanza."Oh, ioadoroBach!"esclamaunodi questiestimatori; e l'altro, di rimando: "Sì? Io no, invece. Io adoro Chopin". Escono, uno da una parte, l'altro dall'altra, salmodiando- rispettivamente- Bach e Chopin e ascoltaIJdopiù le proprievoci che la musicadei due compositori.Somiglianoa operatorifinanziaricheproclamanola soliditàdei loroinvestimenti.Leazioni-Bachnondebbonoribassare,leazioni-Chopinnondebbono ribassarepiù che tanto, o chi se le è accaparraterischiadi perdere la facciaallaBorsaValoriEstetici.Ciòchesipuòobiettareali' apprezzamentodi tipodilettantescononè tantola sua narveté quanto la sua tendenzaa tradursiin auto-apprezzamento.Ditalefatuità lo spiritocriticoè un efficace correttivo. Trannechenel momentodel contattovero e proprio- difficile momento,sul quale avrò moltecose da dire - è auspicabile sapereperchéun'opera ci piace, ed esserein gradodi apportare validi argomentia sostegnodellenostrepreferenze. Le nostre capacitàdi discerneree giudicareneesconorafforzate;se tuttova bene, i contatti, intensificandosie moltiplicandosi,diverranno più preziosi. Aggiungolaclausolacondizionale"se tuttova bene", perché il successogiacenelgrembodi undio sconosciuto.C'è sempreil pericolo opposto: il pericolo che l'apprendimento sterilizzi la sensibilità;chel'educazioneproduca il nozionismoanzichélaconoscenza,e la criticanient'altro che la critica; che ogni appagamentospontaneovengaimpedito,comeil ProgressodellaPoesia nel poemadi MatthewAmold, perché troppoci si è preoccupati di incanalarlonellagiustadirezione.E tuttaviaè unrischiocheva affrontato,poiché se tàle preoccupazionenon fosse esistita, la E.M. Forster In una foto di Cedi Beaton (1956, National Portrait Gallery, Londra; èla Ignoto a me stesso, Bomplanl 1987). correnteavrebbepotuto prosciugarsiancor prima. Noi speriamo che la criticaci sia d'aiuto. Abbiamofede in essa, la consideriamo un'attivitàumanadegnadi rispetto,parte della piùvasta eredità che ci differenziadagli esserebruti. A qualifini taleattivitàpuòesserepiù proficuamentediretta? Bisognapermetterledi formulareteorie estetiche, anche se agli occhi irriverentidi alcuni di noi esse appaionoaltrettantilaboratori ambulanti,letti di Procuste troppocorti per Milton, troppo lunghiperKeats.Inun'epoca cheabbia il cultodelle teorie- come, ad esempio, il XVII secolo l'aveva per la teoria aristotelica delle unitàdrammatiche- può accadereche una di essesia utile e stimolante,particolarmenteper il senso della forma.La tragedia franceseculminòconRacine,perché certe regole,spontaneamenteaccettate,non eranopiù sentitecome costrizioni.Corneille e Tassofuronomeno fortunati.Comeille, dopoaver creato il Cid, sprecòun'infinità di tempoa tentar di giustificareledeviazioni della tragedia dalle regole aristoteliche; e il Tasso ne sprecòancoradi più, poichépubblicòla sua teoriadell'epica cristianaprimadi scriverela GerusalemmeLiberata cheavrebbedovuto illustrarla.Il suopoema epico fu attaccatodai criticiperché si scostavada quantoavevadettoAristotelee ancheda quantoil Tassogli avevafattodire. Il poetane fu sconvolto,si invischiòin tre volumididisputeteoriche,cheneppure il professorSaintsbury ha letto, tentòdi scrivereun secondopoema epico perfettamente ortodosso,fallì nell'intento, e impazzì.Tranne che in Russia, dove il"deviazionismo"di Sciostakovicsiprestaa uninteressanteparallelo,nelmondomodernole teoriehannoscarsopoteresul43

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