Linea d'ombra - anno VII - n. 34 - gennaio 1989

se intornonon stannoferme,e l'immobilismodi Israeleaccumula le sue difficoltàed il suo isolamento. Israeleerauna realtàdinamica,mentreper lungotempo è statoilmovimentopalestineseanonriconoscerelarealtà,a volerfermarelastoria,avolereanzifarlatornareindietro,aprimadellanascita dell'"entità sionista", a·prima della dichiarazioneBalfour del 1917.Ora larivoltadei "territori"hacominciatoa porre il movimentopalestinesecoipiediper terra,a farlousciredal falsomovimento.L'OLPhacompiutodeipassireali,e,conessamoltiPaesi arabi (laGiordaniae l'Egitto soprattutto).E invece Israelead essereapprodato,a suavolta,a unaposizionepietrificata,alladifficoltà di riconoscerela realtà evidente,ossia l'esistenza di una nazionepalestinese,formatasinel corsodellastoriarecentecome entitàdistintanel contestodella regione;a non riconoscereche i suoipropri successiprecedentinon eranosolodovuti alle grandi energie internee alla ferma volontàdi esistere,ma anchedall'a- · ver saputo intessereun contesto internazionalefavorevole.Ora una parte determinantedi Israele sembranon vedere il pericolo di un isolamentoprogressivo,che nonbastaesorcizzareritenendosi "genio incompreso",vittimasolodi una"diffamazione"che troppospesso è invecedocumentazionedi unarepressione,delsacrificio umano giornaliero imposto dal rifiuto sostanzialealla trattativa. Israele è stata un'identità emeriente, forte e polarizzante.Il suonascerehasalvatogli ebreida unadepressionedistruttivadopolo sterminio;hadatoil sensodel rilancioedellepossibilità.Ora sono i palestinesia essere un'identità emergente,mentre Israele è incerta su di sé, si aggrappaalla propriaforzae segna il passo. 2) Con le decisioni di Algeri di metà novembre, l'OLP ha compiutouna svolta;ha riconosciutoin particolarela Risoluzionedell'ONU242,dasemprerifiutataperprincipio,comebaseper unnegoziato.Si trattadella risoluzionedel 1967la qualeafferma il diritto di ogni Statodella regione, tra cui Israele,di "viverein pace entro confini sicuri e riconosciuti". Sul "JerusalemPost" {edizioneinternazionale)di fine novembre,AbbaEban(che fu trai fondatoridi Israeleeministrodegli Esteri laburista,nonché attuale presidentedel "Centroper la pace inMedioOriente")mette in rilievo il fattoparadossaleche i dirigenti e la stampaisraeliani rinfaccinoall'OLP di non essere abbastanzaenfatica nell'aderire alla 242, ma al tempo stesso trascurino il dato imbarazzanteche il governodi Israelenon accetta per parte sua la stessarisoluzione.I dirigentidei due maggiori partiti israeliani- dice ancora Eban - hanno rifiutatoin blocco le recentiposizionidell'OLP, mentreportavoceamericani vi hannoriconosciuto"qualcheelementodi progresso".Siamo di fronte - diceEban - alla "transizionenellaretoricapalestinese dal fondamentalismodogmaticoalla trattativadiplomatica. La 242, la 338 (equivalente),la conferenzainternazionaledi pace e altri simili terminiappartengonorealmenteal mondodelnegoziato. Dopo tutto, le tradizionalipolitichepalestinesi dell'estremismoe della violenzasono fallite,e ciò è dovuto alla tenacia israelianae americana;e il fallimentoporta spesso la gentea rivedere le proprieposizioni.Non c'è nessunaragione, da parte israeliana,di reagirein terminidi panicoapocalitticoa questosegnodi successo. La predominanzamilitareisraelianasuipalestinesi è di millea uno. Il paradossodellavita israeliana è l'enorme contrasto tra la realtàdella nostra forzae la psicologiadella nostra vulnerabilità". Sta di fattoche i primi due anni di governodi coalizionesotto la presidenzalaburistadi Peres hannoapertoqualcheprospettiva negoziale,e in quel tempo l'OLP è rimastasostanzialmente rigida;mentregli ultimidueanni sottolapresidenzaLikuddiShamir hannobloccatoquelleprospettive,e ora l'OLP ha compiuto unasvolta:comeseIsraelee l'OLP simuovesserosfasati,pernon incontrarsi. IL CONDSTO Che cosa si può dedurre dalle tesi autorevolidi AbbaEban? Primo, che l'obiettivo principale di una parte determinantedi Israele è l'annessionedi territorie nonlapace:meglioavereiterritori che la pace, tanto da temerepiù il mutamentodiplomatico dell'OLP piuttostoche una sua continuitàoltranzista. Secondo, che la forza unita al senso di vulnerabilità è una graveminaccia dall'interno, unamiscelache haspessoindottodegenerazioniautoritarienellemassee nellenazioni;unamiscelacheha fattospesso del complessomilitare-industriale(cosirobusto in Israeleper necessità)unprotagonistaesorbitantee dalleemanazioni pericolose. 3) Riprendiamocose già dette in passato:di frontea unanno di rivolta di una popolazionepalestineseche rifiuta il dominio straniero, Israele non si trova soltanto di fronte alla domanda: "Che cosa fare?" La questione è taleda farrisalire ladomandaalla radice: "Che cosa essere?Che cosa diventare?"Se si annettono i "territori"e sidannoallapopolazionepalestinesechévirisiede tutti i dirittidegliisraeliani,Israelerimarràforseunademocrazia; ma non diventeràun nuovo Stato Arabo? Se si annettonoi "territori" senzaconferirediritti ugualiallapopolazioneresidente, Israelenondiventerebbeuno Stato di apartheid?Se si annettono i "territori"e se ne cacciano i palestinesi,non si compirebbe un crimineintollerabile?Non si spaccherebbeil Paese,non si armerebberonuovi nemici, perdendo gli amici? Se si accettala Spartizionee loStatopalestinese,Israelenonrischierebbedi stabilizzare,consenziente,una permanenteminacciasulla sogliadi casa, ossia la statualizzazionedell'irredentismopalestineseverso la terra stessadi Israele? Israele non manca di gente decisa da una parte e dall'altra. Tuttavia, la risultante è l'incertezza, la qualenon nasce solodalla controversiasui "territori", ma da qualcosadi più intrinseco. Likudepartitolaburistarappresentanoleduealiprincipalidel sionismo,la destranazionalisticae la sinistramoderatacheavevano ispirato- e soprattuttola seconda,nettamentedominante fino al 1977- il carattere essenzialmentelaico dello Stato.Ora il lororelativodeclinoelettoralemanifesta,a mioparere, il declino storico del sionismotradizionale. DicevaOscarWilde che due sono i motivi fondamentalidel1'insoddisfazione:l' averottenutoquelchesi voleva,e il nonaverlo ottenuto.Così, il sionismotradizionaleva perdendoforzapropulsivasiaacausadei suoi successi,siaa causadei suoi insuccessi. Il suo successofondamentale è statoquellodi costituireIsraele; ma una voltacostituito, la discussionesi è spostata su quale debbaessereil suocarattere,qualile sueculturedominanti(askenaziti,sefarditi... ), quale il suo inserimento,o arroccamento,nella regione. Il suo insuccesso fondamentale è stato invece il suo proposito di rendere "superflua" la "diaspora", proponendo a ogni ebreo di "salire" in Israele. Ma l'esistenza di Israelenonha vanificatola "diaspora"ebraica, anzi, l'ha riconfermata,proiettandosugli ebreidi ogni Paese un nuovosenso di identità,quello di potersi sentireanche "nazione" in quanto ebrei, là doverisiedono,perchéc'è Israele.Il sionismohacosì perdutoi suoimotivi principali:l'uno perché l'ha realizzato,l'altro perché è stato smentito e quasi rovesciato dalla Storia e dagli stessi ebrei che hannosceltodi stabilizzarsinei paesi di cui sonocittadini.Il sionismohapercorsounaparabolacheda unlato è suaspecifica,dal1' altro è similea quella di qualunquemovimentoidealee politico immersonellaStoria. Il sionismononpotevafaredi Israelecheun'opera incompiuta, basata sulla "spartizione": dal punto di vista politico, sulla spartizione della terra con gli altri abitanti della Palestina; dal punto di vista dell'ebraismo, sulla spartizionetra caratterelaico e caratterereligiosodelloStato;dalpuntodi vistaetnico-culturale, sulla spartizionetra ebrei provenientidall'Europa o daiPaesi arabi... La componentefondamentaledelsionismoera soprattut21

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