IL CONTISTO re la sua imma~nazione morale nella stessamisura in cui usa la sua immaginazionescientifica". Sarebbestraordinariose i ricercatori fosseroin gradodi esercitareuna sensibilitàsociale,etica, ambientale.Ma,impegnaticomesonoa inseguirela scoperta,votati all'iperspecializzazione, probabilmentenon sono capaci di disporre di una visione complessivadel loro lavoro. Non si può delegare il controlloai controllati.Fattori potenzialmentedirompentiper tutta la societàdevono essereall'attenzionedi tutti.Possonoe devonoessere i cittadini, la gentecomune, a intervenire nel merito. Per prima cosa si possonochiedere moratorie,pause concessealla riflessioneetica che oggi nonpesce a tenere il passocon la velocitàdel progressoscientifico.E la cosiddettaetica negativa, del rallentamento. Ma ancora non basta. Una soluzionepiù profondae radicale richiedeunripensamentoglobalesullefinalità,suimodie soli'organizzazionedella scienza: una coscienzasmarrita dalla scienza troppo impegnataa crescere. Vapensatauna nuova antropologia della conoscenza,in cui l'uomo tomi a occupareun ruolodi osservatoreconsapevoledei processi naturali, smettendodi giocare alla divinità.La scienza dev'essere restituita a una dimensione culturale,storica,e non più trascendente,oggettiva.La nuova religionedellascienzadev'essere secolarizzata,per tornareumana, per ritrovare l'etica. Un'opera di "deutero-apprendimento", per dirla con Bateson.Una riconsiderazioneepistemologicache può avere comeriferimento l'ecologia, la scienza delle relazioni e dei sistemi. 10 "A partiredaqui", dice il sociologofranceseEdgarMorin,"si riapre la comunicazione tra 'fatto' e 'valore', tra scienza e coscienza, interrottafin dal XVII secolo.L'ecologia generale è la prima scienzache, in quanto tale, impone direttamenteunapresa di coscienza.Ed è la prima voltache una scienza, e nonuna filosofia, ci pone il problemadella relazione tra l'umanità e lanatura vivente." Oggi l'opinione pubblica sullascienza è divisa in due:da una parte si continuaa vederla come un feticcio, una fonte di verità assolutee di responsi inconfutabilisul destino dell'uomo e della natura; dall'altra si giunge invecea demonizzarel'intera attivi$ scientifica,a valutaresolo i pericoli, le distorsioni, le minacce.E inveceimportantecostruireunrapportoequilibratoconlascienza, unavisioneradicaleche sappiariconoscerei pericolimaancheindicarenuovemodalitàdi conoscenzascientifica,che sappiaindagare sull'attivitàdegli scienziati,ricostruendonela storia, i limiti e i condizionamenti,ma anchedialogarecon questo complessoapparato.Per farlo è necessariosviluppareepromuovereun' atteggiamento critico (una vera e propria attività di critica della scienza,qualcosadi similealla criticad'arte), diffonderele informazioni (spingere per una rigorosa e puntuale informazione scientifica),intervenirenel meritodelle ricerche e non solo delle applicazioni.Solo in questo modo si può pensare di riuscirea esercitare un controllo sociale sulla scienza e sulle sue conseguenze;chiudendoil cerchio,creandoicanali di retroazione:dalla scienza alla società, dalla societàalla scienza.
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