Linea d'ombra - anno VII - n. 34 - gennaio 1989

IL CONTESTO compatibilità fra gli interessi capitalisticie una effettivademocrazia:"La democraziaha sensose lagentecomuneè in gradodi unireleproprieforze... Semancanoadeguatestruttureorganizzative che rendanopossibileciò, la democraziasi riducea scegliere tra candidatiche rappresentanoquestoo quel gruppodi potere, i cui interessisonogeneralmenteradicatinell'economiaprivata. E questoè più che mai veroquandoal controllodellapartecipazionedemocraticavengonosottrattii centridecisionalipiù importanti, là dove si programmanogli investipienti,la naturae le condizionidel lavoro produttivo, eccetera.E anche per ragioni siffatte che democraziae capitalismosono incompatibili..." (p. 356)."Nellademocrazia capitalista,gli interessichedevonoessere soddisfattisonoquelli capitalistici,appunto: altrimentinon si hanno investimenti,produzione,lavoro,fondi da investire,sia purmarginalmente,per i bisognidellapopolazione.Pertanto,i lavoratori devono sensatamente subordinarele proprie necessità agli interessicapitalistici,perchéciòcostituiscelacondizionenecessaria per il soddisfacimentodi tutti gli altri interessipresenti nel sistema... Gli interessi capitalisticisi presentanocome interessi generalidellasocietà nel suocomplesso,mentregli interessi di chiunquealtroappaionocomeparticolari...Anche il semplice tentativodi acquisiree interpretareinformazionirappresenta un investimentonon indifferente,... unveroe propriolusso...Divienecoslcomprensibilelapoliticadell"ignoranza razionale'..." (p. 375).Vaa pezzil'idea del presentesistemasociopoliticoquale condizioneumana natural-eterna,da non metterepiù in questione,dopoche"Marxè morto"."L'opposizione alle folliee alle atrocitàdevecontinuare",affermaChomsky: "Ma sideveaver chiaroche essanonè che un modestosurrogatoalla sfidalanciata per una causapiù grande, una sfida che sfortunatamenteoggi ci troviamoin condizionedi nonpoter lanciare...Un fortemovimentopacifistadovrebbeconfrontarsicon tutto il sistemacapitalistico-statualea basemilitaree con tuttoil sistemamondialeche esso domina,cercandocontemporaneamentedi appoggiarequel che di affineriesce a sopravviverenei cosiddetti 'Paesi socialisti"' (p. 401). E ancora: nel capitolo "Le radici del sistema militare" (pp. 335-346)si dimostra,fra l'altro, la seguentetesi:" ... la primavera ragiond'essere dellacontinuaespansionedel sistemamilitare: permettereil liberoeserciziodellapoliticad'interventoe sovversione, secondola dominanteconcezionegeopolitica. Ma c'è anche una secondabuona ragione. Il sistemamilitareè diventatoil nostromododiattuarel'interventostatalenell'economia"(p.336). "Sebbene Reaganprofessi una ideologia'conservatrice' in realtà egli e i suoi consulentisono fedelipartigianidel principiokeynesianodi stimolarela produzioneper mezzodel sistemamilitaree di aumentareladomandadiminuendole tasse...Vi sonosicuramentetecnichedi gestioneeconomicapiù efficacie menorischiosedellespesemilitari.Perché,allora,si ricorreregolarmente a questo sistema? La ragione fondamentaleè che le alternative teorichenonservonoad aumentarei privilegied il potere esistenti"(p. 337),mentre"con laredistribuzionedel reddito...nuovi ceti popolarientranonel giocopolitico,e sorgononuovestrutture socialied economiche.Essendoquestaconseguenzaintollerabile [sarebbefral'altro incompatibilecolcontrollodeipaesisubalterni; E. M.], lo Statodeve limitareil suo interventonell'economiaadun'operadi sostegnodellaproduzionemilitare...Losviluppodell'informatica... è stato ingranparteun prodottodell'interventostataleattraversoil sistemamilitare,e lo è ancoroggi... Si arrivacosìad unsistemadi investimentopubblicoforzato, di sussidiopubblicoeprofittoprivato" [E. M.] (pp. 337-339).Questeaffermazionisonopoi dimostratein terminianalitici, conl' aggiunta di molti altri elementi. Va a pezzi anche lo schema secondocui la politicareaganiana sarebbeultra-liberista,e come taleda condannare,in nomedi un interventostatalenell'economia di tipokeynesiano.In realtà oggi ~on esiste sistema economicodovenon si verifichiun pesante interventodello Stato nell'economia: tutte le variantisono all'interno di questodato di fondo.E finoa quandogli interessi 8 dell'imperialismorestanocostanti,c'è pure unacontinuitàdietro le varianti,frapoliticheeconomicheanchecontrapposte.Ne leggo unaconfermain un articoloapparsonel febbraiodi quest'anno sulla"NewYorkReviewofBooks"(18febbraio1988: RestoringAmericanlndipendence), firmatoda F. Rohatin, importante teoricodelle correnti esplicitamentefavorevoli a un intervento statale nell'economia, di tipo neokeynesiano.Rohatin sostiene che lapoliticaeconomicapresenteha portatogli StatiUnitia una situazioneanomala,d'essere unapotenzamilitaredi primopiano e una potenzaeconomicadi secondopiano.Per recuperare"l'indipendenza"[cioè la pienezza del dominio sul mondo],oltre ad una maggioreausteritàall'interno Rohatin suggeriscealcuni rimedi, volti in sostanzaa riequilibrarel'eccesso di spesamilitare e di spesaper le sovvenzionial TerzoMondoscaricandolisugli alleati - ai quali come contropartitaverrebbeconcessala libertà di continuaread investiremassicciamentenegli StatiUniti.Si trattadi unprogrammadi economiapianificataalloscopodicoinvolgerepesantementeglialleatineglioneridellapoliticaimperialistica, al fine dell'interesse comune:ristabilire la piena leadership americana sull'economia e sulla politica mondiale. Per esempio,a propositodei finanziamential TerzoMondosi dice: "I nostrialleatidovrebberofinanziarela maggiorpartedel fabbisogno di capitaledei principalidebitoridel TerzoMondoattraversocontributimassiccial capitaledellaBancaMondiale.Questopotrebbemiglioraresensibilmentela nostrabilanciacommerciale mettendoquesti paesi in grado di importaremerci statunitensi inassaimaggiorequantità".Ecosìvia.Rohatinsi rendeperfettamentecontoche lesuepropostesonodi dubbiovantaggioper gli alleati,e rispondecitando De Gaulle: "Le nazioninonhann9 amici, le nazionihannosoltantointeressi".Il ricattoè esplicito.E interessantenotarecome la presenteamministrazioneUSA, che non appartienealla corrente rappresentatada Rohatin,abbiagià fattopressioniperunapiùampiapartecipazionedeglialleatialbilanciomilitaredellaNATO, inparticolareper quel checoncerne il mantenimentoin Europa delle truppee delle installazionibelliche americane. La stampaamericana,governativa,di opposizionee di estrema opposizione, fornisceelementisufficienti,a chi vogliaricercarli al di là dellapurapropaganda,per ricostruireverosimilmente le strutturee le tendenzedell'imperialismo.Perché questielementinonvengonoraccoltidallanostraex sinistra,e sipreferisce fermarsi ai moralismi ed ai lamenti sulle singole e specifiche "malvagità"? Il guaioè che la nostra ex sinistra,là dove esprimeunapallida, approssimativastrategia,non sa farlo, gira e rigira, se non in terminisocialdemocraticie ispirandosial neokeynesismoe allo Stato sociale,o "del controllo". Nonsi vuoleguardarein faccialarealtà,né rendersicontoche quantoè caduto,nellatradizionedelmovimentooperaio,nonè la criticamarxianadel capitalismo(anchese alcuni aspetti specifici ne vannocorretti perché errati, e altri, divenuti inattuali,vanno opportunamentemodificati),ma la ragionevoleattesadi una rapidasoluzionealternativa. Le ipotesidi soluzione(peraltronon marxiane,ma emersenel nostro secolo,quandodalla posizione difensivae dall'opposizioneil movimento è passatoa tentare politichealtemative)nonsono"fallite"insensostretto,giacché hanno prodottoancherisultatipositivi su vasta scala:ma nonhanno risolto il problemadi fondo, quellodi metterein atto un mododi produzione (con relative "sovrastrutture")effettivamentealternativo a quello capitalistico.Donde lo scoraggiamento,e l'idea che il capitalismosia necessarioe ineliminabile.Idea immotivata in lineadi principio,ma operanteai fini del rafforzamentodel sistemavigente. Su questaconfusionegeneralese ne innestauna specifica:ci si illudedi sostituirele ipotesi già avanzate dai comunisticon le ipotesisocialdemocratiche. Ma lepropostedi alternativa,chegià negli anniTrentahannoraggiuntol'apice epoi sonoandateincrisi, includonosia le politichecomuniste,sia le politichesocialde-

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