Linea d'ombra - anno VI - n. 33 - dicembre 1988

· Ah cane, ah maledetto, ceffo di basilico, lacerta vermenara, semente di gramigna, si altera Vitelli; pur te lo dissi che ogni distrazione prepara l'accidente, pur te lo dissi. E sia. Ma anche l'attenzione, che all'accadente attende, attende l'incidente, si difende l'anima. Ben lo sapevo che per colui restare campione er:a cosa d'imP,ortanza, davvero non ci tenevo a rubargli il titolo, parlo con lingua diritta. Cosa potevo farci, dovevo pur mostrare i segni, cosa potevo farci se la forbice è spezzata dalla pietra ma taglia la carta che in-· carta la pietra. Fosse stato per me avrei sempre tirato, non so, orsacchiotto, sarebbe stato trapassato dalla forbice avviluppato dalla carta e tramortito dalla pietra. Ma non stava nelle regole. Ciò nonostante stavo attento e tiravo con ritardo, proprio agli ultimi colpi mi sono distratto. Non è quello, non è quello, dice Vitelli. E cosa allora. È il fatto l'altro, quello, l'altro. Quello dell'orecchio? Ai fatti qui mi chiami; che sono accaduti. Un demonio certo comandava dentro me, nondimeno va detto che grande era la tentazione, la folla nel vagone mi ci spingeva addosso, ed era un orecchio talmente sodo e traslucido, arrossato per la ressa al punto giusto, mi stava giusto all'altezza dei denti ... come non addentarlo, cerca di capirmi. Non è quello, non è quello. Quello ti venne condonato in prima istanza, dice Vitelli. Mi fa specie di te, che non intendi. Ora mi metti con le spalle al muro, dice l'anima, si sa dun- ~----------------~ DOSSIER 1 Luigi Bobbio Francesco Ciafa/oni Peppino Ortoleva Rossana Rossanda Renato So/mi Cinquelezionisul'68 con una cronologia degli awenimenti 1967-69 e 16 pagine di fotografie Lire 10.000 IN LIBRERIA (distribuzione PDE) o direttamente a rossoscuola I CCP 14450100 • Strada della Magra 5/B • 10156 Torino I ·----------------· STORIE/PUGLIA que di quei due? Quelli entrarono e si misero a sedere proprio di fronte a me, già lui col braccio le allacciava il collo e già lui le parlava nel collo e lei rideva, ridevàno fin dall'ingresso, veramente; dovevano stare attenti, rion lo vedevano che tenevo il carné e la penna in mano, e allora. Ecco. Ora l'hai detto. È questo certo, lo sapevo. Perciò l'ammenda dunque, vedi, lo sapevo che era per questo l'indulgenza. Ebbene? E sia. Così, così ti voglio, esclamò Vitelli. Vitelli incontrò J}erstrada il suo conoscente, quello delle anime. Come è andata allora, sei rimasto soddisfatto, quello gli si rivolse. Come no, fece Vitelli, di nuovo egli è fra noi, dopo breve reticenza ha deciso per il meglio. Piacere mi fa, a sentirlo, oggi come oggi s'è fatto quasi raro, sempre meno ci richiedono le anime e capita spesso che di tornare non vogliono sapere, sei stato fortunato; e dove l'hai impiegato, sul posto di lavoro? No, no, s'accomiatò Vitelli, lo tengo in casa, dà una mano a sbrigare le faccende e già i bambini lo chiamano zio, li porta a scuola e li riprende, davvero bene ci troviamo e la statuina sta in fondo a un cassetto che neanche so più quale, bene ci siamo trovati e ti manderò qualcuno che già so, ecosì dicendo mi accomiato; e detto fatto s'accomiatò. . LUCA SERIANNl con la collaborazione di Alberto Castelvecchi GRAMMATIC ITALIAN ITALIANO COMUNE E LINGUA LETTERARIA Pagine XVl-712 con 20 tavole fuori testo 83

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