Linea d'ombra - anno VI - n. 33 - dicembre 1988

LETTURE Qualcuno di C\ueilibri dicuinon si r1escemai a parlare GoffredoFofi Civienechiesto qualcosa che possasostituirela preziosa rubrica di Consigli/Sconsigli di GraziaCherchi dato che non basta il ''Promen:oria" (elenco dei titoli cheai nostri redattori sono sernbratinteressantinella produz!onerecentissima,ma f?rs: più significativoper le esclus1om che per le inciusioni)e non bastano neanchelerare recensioni che "Il contesto"ospita, r3!e soprattutt~ per ragionidi spaz10. Sapen?o ~ htnitiche hanno .Jesegna:laz10m veloci,senechiedevenia ~na volta Pertutte, mentre ovv1ame~te nonsenechiedeper certa par21alitào faziositàe la scelta qi par~ laresoprattutto di certi romanzi e raccontie solomolto raramente di saggi dettata da modestia. Ricordoi~tanto, ed è doveroso, chequest'anno è stato particolarl!lentericco di buoni tito_li_italiani,alcunigià qui ~ecens1!1,altn di cui lerecensionisono marrivo(Consolo,Meneghello, M~nnuzzu,ecc.). E che ci app_rest1amo a far partire,da ge~?aio-~eb~ braio una rubrica a pm voci d1 segnaiazionisui tascabili, e una di segnalazionisui libri di scienza. . I piùbelli. Sono ~ue roman~ z1di e/o: variazionipostali d1 KazimierzBrandys, e Signorina Cuorinfranti di Nathanael West. Questosecondoè uscito con l'acc.ornpagnamentodi du7 intervenll, di RiccardoDuranti che lo ha anchetradottoe del sottoscritto, entrambi "di Linea d''ombra". Dunque non ci insisto, ma se i? abbiamo così amato entrambi, Perchénon segnalarlo? West - americanodegli anni Trenta - ha scritto in veloci capitoli densissimila viacrucisdi un piccolo PUritanoamericano con smanie evangeliche,dentroil contesto d7i moderni mediae d1un aggressivo capitalismo.Non s.~~o_le"Signorine cuorinfrant1 , insomma, i "santi" di cui abbiamo bisogno, e la loro sconfitta è obbligata West è importante anche Perché·haelaboratocinquant' anni fa un mododi narrare che coniuga avanguardiae marxis~o. ~ c~e appare a distanza assai pm vitale del cosiddetto modernismo, ridotto per i più a mo8 nologo recitante e lagna psicolabile. Un modo di far romanzo piuttosto inedito è anche quello di Variazioni postali: dal 1770 al 1970 (il romanzo è µscito nel '71), a distanza di trent'anni circa da uno all'altro capitolo - e tr.ent'anni è il periodo giusto per dimenticare, perché il quotidiano si faccia vaga memoria depassionalizzata, in attesa di ritornare come storia, o almeno così era prima dell'epoca dell'eterno presente post-boom-, "raccoglie" coppie di lettere (in genere da un padre a un figlio e risposta; e poi nel capitolo successivo sarà il figlio diventato padre a parlare per primo) scritte secondo un reinventato linguaggio d'epoca. Difficilissimo da tradurre e tradotto, ci pare, benissimo, Variazioni postali accumula episodi che acquistano il loro senso dall'insieme, o meglio: dai capitoli finali, dove più scopertamente l'autore esprime la sua filosofia della storia. Mentre si gira un film (nel '70) sul '45: "i neonati si travestono con gli elmetti, si ricostruisce l'orrore, si imita il sangue". La storia è guerra e magia, è eterna commistione di irrazionalità 'razionale', di premonizioni e di boomerang. E la definizione che si dà della guerra come "potenziata paradossalità della vita", perfettamente si attaglia all'idea di romanzo che ha Brandys, ed è allargabile, teorizzabile e rivendicabile come definizione del romanzo quale dovrebbe poter essere, oltre gli stili e i linguaggi e le scelte. Si adatta perfettamente per esempio, anche al piccolo capolavoro del mio amatissimo West. Il più commovente. Non è che la parola commovente abbia buona stampa o molto corso fuori dalle telenovelas, ma a me piace e mi sembra molto adeguata a un libro strano e diverso: Strade blu di William Least HeatMoon (Einaudi), il ponderoso diario di un viaggio circolare e marginale per coprire un tempo di crisi, da casa per tornare a casa, di un amerindiano che riannoda con la tradizione dell' on In alto: La bambina nella cornice (De Antonio 1928, da Gli scrittori e la fotografia). In basso: Klaus Mann. the road ma anche con quella dello Spoon River e dello Williams di Nelle vene dell'America. On the road ma anche in the home, dentro le case e a contatto con le persone, con poca retorica Jondoniana ma anche senza lacrima provinciale. Il viaggio dentro di sé ha bisogno del fuori e degli incontri, checché ne dicano gli asfittici scrittori dell'iperJetterario. E qui, nel viaggio, si respira, e si sente la gente, grazie al paesaggio e grazie anche alla curiosità dell'autore. Diverso da tutti i libri di viaggi americani che conosco (soprattutto diverso dai viaggi-pretesto dei catto-tedeschi) lo è anche dall'altro più bel libro di viaggio americano che io ricordi, di recente ristampato nei Tascabili Bompiani, Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta di Pirsig. Arriva alle ra- · dici anche se non cerca il mito e non filosofeggia; ed è bella letteratura anche se non parte dalla letteratura né vuole arrivarci. Cerchio (da c·asa ver&o casa) e spirale (da casa verso una casa più cosciente e più libera). Si legge d'un fiato, e paradossalmente ci fa riaccostare ali' America minore come non si riesce invece più a riaccostarsi all'Europa ... Ahiahi! Il più ingiustamentetrascura- . to è un libro uscito a gennaio, ben dodici mesi fa, presso Il Saggiatore: La svolta di Klaus Mann. Lo ricordo, perché i lettori che non lo conoscono sappiano almeno che esiste. Il figlio di Thomas Mann fu autore di Mephisto e di Finestra con sbarre, che sono prove non da poco e si suicidò nel 1949. Il suo libro vale sotto molti aspetti: quello della memoria famigliare, quello della formazione esistenziale e culturale di un giovane intellettuale, e forse soprattutto quello del vasto quadro

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