le buone cose. Era perfino degno dell'orologio. Non appena l'ebbe visto, ella seppe che spettava a Jim. ·Era come lui. Pregio e semplicità, la definizione valeva per entrambi. Le presero ventun dollari, ed ella si precipitò a casa con i suoi ottantasette cents. Con quella catena all'orologio, in qualsiasi compagnia si fosse trovat0, Jim avrebbe potuto senza disdoro preoccuparsi di tanto in tanto del trascorrere del tempo. Per ·quanto meraviglioso fosse l'orologio, infatti, ora gli accadeva di scrutarlo con· occhiate furtive, per via di quel vecchio cinturino di cuoio che usava in vece di catenella. Quando Della giunse a casa l'ebbrezza cedette un poco alla prudenza e alla ragione. Trasse fuori i ferri per arricciare i capelli, accese il gas, e si accinse a porre riparo ·alguasto fattb dalla generosità aggiunta all'amore. E questo è sempre un compito terribile, amici carissimi, un'impresa da mammut. Quaranta minuti dopo, Della aveva una testa coperta di ricci fitti e minu_ti,che la facevano del tutto somigliante ad uno.scolaretto scapestrato. Co11sideròla propria immagine allo specchio, a lungo, minutamente, e con occhio critico. "Se Jim non mi uccide prima di darmi una seconda occhiata," si disse, "dirà che sembro una ballerina ai Coney lsland. Ma che potevo fare, ahimè, che potevo fare con ùn dollaro e ottantasette . cents?" Alle sette il caffè era fatto, e la padella era dietro la stufa, calda e prontà a cuocere le costolette. Jim non era mai in ritardo. Della chiuse nella mano la catenella dell'orologio e sedette su un angolo della tavola vicino alla porta. Poi udì il suo passo sulla prima rampa delle scale, e per un istante diventò pallida. Aveva l'abitudine.di dire piccole preghiere silenziose per le cose più semplici di ogni giorno ed ora sussurrò: "Dio, per piacere fagli pensare che sono ancora carina". La porta si aprì, Jim entrò e la richiuse. Era assai magrolino, e d'aria tanto seria. Povero diavolo, soltanto ventidue anni e già con il carico di una famiglia! Aveva-proprio bisogno di un cappotto nuovo, e non aveva guanti. Varcata la soglia, Jim si fermò immobile come un setter che abbia colto l'usta della quaglia. I suoi occhi eran9 fissi su Della, ed avevano una espressione che non le riusciva di decifrare, che l'atterriva. Non era ira, ne sorpresa, né biasimo, né orrore, né alcun altro sentimento che ella avesse previsto. La guardava con occhi fissi e intenti, e il suo volto aveva quella strana espressione. Cautamente Della scese dal tavolo e· gli si avvicinò. "Jim caro", gridò, "non guardarmi i_nquel modo. Mi son fatta tagliare i capelli e li ho venduti perché non avrei potuto sopravvivere a questo Natale se non avessi potuto farti un regalo. Cresceranno di nuovo ... A te non dispiace, vero? Dovevo farlo. I miei capelli crescono così alla svelta! Dimmi 'Bucin Natale', Jim, e siamo felici. Tu non sai che bel regalo, che regalo splendido ho trovato per te". "Tu ti sei tagliati i capelli?" chiese Jim faticosamente, come se nemmeno dopo il.più intenso sforzo mentale fosse riuscito ad afferrare quel fatto del tutto evidente. "Li ho tagliati e venduti," disse-Della. "Non ti piaccio 10stesso? Sono io anche senza i rniei capelli, vero?" Jim si guardò attorno con aria curiosa. "Hai detto che i tuoi capelli non ci sono più?" disse, con un tono che rasentava l'idiozia. "Non cercarli", disseDella. "Li ho venduti, ti dico; li ho venduti, ANTOLOGIA/O. HINRY non ci sono più. È la vigilia di Natale._Sii buono con me, l'ho fatto per te. Forse i capelli che stavano sul mio capo erano contati," pro, seguì con una subitanea dolce gravità, "ma nessuno potrebbe mai misurare il mio amore per te. Vuoi chemetta su le costolettir, Jim?" Jim parve riscuotersi bruscamente dal suo stordimento. Abbracciò la sua Della. Per dieci secondi volgiamo il nostro sguardo discreto da un'altra parte. Che differenza vi è tra otto dollari alla settimana e un milione di dollari l'anno? Un matematico o un uomo di spirito ci darebbe la risposta sbagliata. Doni di gran pregio recarono i Magi, ma non questo. Oscura asserzione, che verrà chiarita più avanti. Jim si trasse un pacchetto dalla tasca del cappotto, e lo gettò sul tavolo. "Non fraintendermi, Della", disse. "Non penso .cheun taglio di capelli ò una rasatura o uno sciampo possano rendere me- . no bella la mia ragazza. Ma se vorrai aprire quel pacchetto,.capirai perché mi avevi fatto restare senza fiato". Candide dita ed agili lacerarono corda e carta. E poi un estatico grido di gioia; e poi, ahimè, un subito femmineo insorgere. di isteriche tàcrime e gemiti, che imposero l'immediato intervento di tutti i poteri consolatori del- signore della dimora. Giacché lì stavano i Pettini, tutta intera la.serie dei pettini da porre sulla nuca e ai lati,· che Della aveva a lungo vagheggiato in una vetrina di Broadway. Splendidi pettini, puro guscio di tartaruga con orli ingioiellati: e per l'appunto della tinta che si accordava alla splendida chioma svanita. Ed erano pettini di pregio, ella lo sapeva, ed il cuore li aveva bramati ed anelati senza alcuna speranza di possesso. Ora erano suoi, ma le trecce che dovevano adornarsi degli agognati ornamenti erano scomparse .. Ma se li strinse al seno, ed alla fine riuscì ad alzare i suoi occhi scuri e a sorridere mentre diceva: "I miei capelli crescono così alla svelta, Jim!" E poi Della si mise a saltare come un gattino scottato e gridò: "Oh! oh!·" _Jimnon aveva ancora visto il suo bel regalo. Della gielo porse · ansiosamente sulla palma aperta. Il prezioso metallo opaco pareva balenare del riflesso della sua anima luminosa ed ardente. "Non è un amore Jim? Ho frugato tutta la città per trovarlo. Adesso dovrai guardare le ore cento volte al giorno. Dammi l'orologio. Voglio vedere come sta". Invece di ubbidire, Jim si lasciò andare sul letto, si mise.le mani dietro la nuca e sorrise. "Della", disse, "mettiamo via i nostri regali di Natale per un po' di tempo. Sono troppo belli per usarli subito. lo ho venduto l'orologio per comprarti i pettini. Ora è forse il momento di mettere su le costolette". . I Magi, come sapete, erano uomini saggi - uomini incredibilmente saggi - che portarono doni al Bambino nella mangiatoia. Furo!lo loro ad inventare l'arte di fare i regali a N;itale. Giacché eran saggi, non v'è dubbio che anche i loro regali fossero saggi, e probabilmente era possibile _scambiarli, nel éaso ve ne fossero stati due uguali. -Io vi ho goffamente raccontato la povera cronaca di due sciocchi bambini che senza saggezza sacrificarono l'uno per l'altro i più grandi tesori della loro casa. Ma si dica un'ultima parola ai saggi dei nostri giorni: di tutti coloro che fanno dohi, quei due furono i più saggi. Di tutti coloro che ricevono e fanno doni, questi sono i più saggi. Dovunque _esempre essi sono i più saggi. Sono loro i re Magi. (traduzio(le di Giorgio Manganelli) da Memorie di un cane giallo, Feltrinelli 1962 79
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==