Linea d'ombra - anno VI - n. 33 - dicembre 1988

terrogheranno su ciò che di giusto o di sbagliato vi è in questa faccenda. E quando sentiranno accuse di atti gratuitamen~ te crudeli - compiuti per nessun motivo elevato se non quello di un'effimera curiosità - che engono mosse contro gli assìstenti nei laboratori e gli insegnanti nelle scuole, in un primo momento potranno essere indotti a credere che ci voglia una legislazione speciale supplementare. Ma un esame più approfondito farà sorgere un'altra domanda: se queste accuse di crudeltà sono giustificate, perché i colpevoli non vengono sottoposti a processo secondo le leggi in vigore contro la crudeltà verso gli animali? La considerazione del fatto che i ri- . médi e le punizioni già previste non vengano invocate da coloro.che muovono accuse cos·ìveementi contro i lavoratori della scienza; porterà chi indaga senza pregiudizi a un'ulteriore conclusione. L'ansiosa richiesta di nuove leggi non si propone tanto di impedire specifici casi di crudeltà verso gli animali, quanto piuttosto di sottoporre l'indagine scientifica a restrizion.i che la intralcino. La questione morale si sposta allora su un'altra domanda: quale deve essere l'atteggiamento morale del pubblico nei confronti della proposta di sottoporre l'indagine scientifica a condizioni restrittive? Nessuno che si ponga seriamente questa domanda - senza confonderla con quella della crudeltà verso gli animali, di cui si occupa già la legislazione vigente - potrà, credo, avere dei dubbi sulla risposta. Ciononostante una considerazione va assolutamente fatta.L'indagine scientifica è stata lo strumento principale per portare l'uomo dalla barbarie alla civiltà, dal buio alla luce; ma sempre, a ogni passo, è inçorsa nellaferma opposizione del potere dell'ignoranza, dell'incomprensione e della gelosia. Non è passato molto tempo - e le cronache sono lì a dimostrarlo - da quando uno scienziato che lavorava in un laboratorio di chimica o di fisica era normalmente considerato un mago impegnato in ricerche illecite, o addirittura in empi rapporti con gli spiriti maligni, e su di lui circolavano e si credevano le storie più ingiuriose. Quel tempo è passato, e generalmente si riconosce il valore della libera indagine scientifica coine strumento di conoscenza e di progresso sociale. Ma al tempo stesso è ancora possibile, facendo appello a un'indebita emotività e oscurando i veri problemi, far riaffiorare qualcosa del vecchio spirito di incomprensione, di invidia e di paura della scienza. Il punto in questione - sottoporre chi sperimenta sugli animali a un controllo e a una , legislazione speciale - è quindi più profondo di quanto nop. appaia a prima vista. Implica, in teoria, il risveglio di qt1ella animosità verso la scoperta, e verso l'applicazione aHa vita dei frutti della scoperta, che, nel suo complesso, è stato il principale avversario del progresso umanp. Perciò è necessario che ogni individuo pensante stia sempre all'erta contro ogni risveglio di quello spirito, sotto qualsiasi forma esso si presenti. 3. Sarebbe bello chiudere con queste enunciazioni positive . di principi generali. Ma è quasi impossibile non dire qualche NAHARE LA SCIINZA/DIWIY Mattatoio, foto di Giuseppe Rozzo (Gra:z:ia Neri). parola a proposito dell'etica del modo in cui è spesso condotta la campagna contro la sperimentazione sugli animali. Esagerazioni, reiterate accuse di crudeltà che non sono mai state dimostrate e neppure esaminate, uso di casi sporadici di crudeltà sugli animali avvenuti in Europa una o due generazioni fa come se fossero pratica corrente ·negli Stati Uniti di oggi, rifiuto di accettare la testimonianza di rispettabili scienziati concernenti le loro stesse procedure o i benefici che n~ sono derivati all'umanità o allo stesso regno animale attraverso la sperimentazione sugli animali, giudizi aspri che vanno dalla vaga insinuazione fino all'esplicita calunnia, tutte queste cose hanno certamente un aspetto etico che deve essere preso in considerazione da uomini e donne non prevenuti e desiderosi che !;onestà e la giustizia trionfino. Ed è anchè giusto pretendere che nei giudizi morali siano mantenute sia la prospettiva che la proporzionè. Si infliggono indubbiamente più so·fferenze agli animali in un solo giorno, in un solo mattatoio, in una sola c.ittà del nostro paese di quante se ne infliggano in un anno, o negli anni, in tutti i laboratori scientifici e medici di tutti gli Stati Uniti. E si presentano alla corte con le mani puli.te proprio quelli che con compiacenza, senza protestare, senza alcuno sforzo per por rimedio o alleviare i mali esistenti, soddisfano quotidianamente i loro appetiti fisici anche a costo della morte di animali che hanno molto sofferto? quelli stessi che poi vanno in giro a gridare contro un numero relativamente insignificante di morti che avyengono (dopo che sono state prese le opportune e qualificate precàuzioni contro le sofferenze) per far progredire le conos.cenzeper il bene dell'umanità? Finché non si decide che togliere la vita agli anim<lli per nutrire gli uomini è sbagliato, c'è sicuramente qualcosa di moralmente falso in ogni protesta che metta in discussione 'il diritto di togliere la vita agli animali nell'interesse della vita e ·della salute di uomini, donne e bambini, specialmente quando, per evitare che gli ani~ mali soffrano, si prendono molte più precauzioni nel secondo caso che nel primo: (traduzione di Luisa Saraval) (da "Atlantic Monthly" 138, settembre 1926, pp. 343-46) 75

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