NARRARE LA SCIENZA/DEWEY sitivo, i principi morali che riguardano la sperimentazione sugli animali dovrebbero essere formulati in questo modo: 1. Gli scienziati sono assolutamente tenuti a fare esperimenti sugli animali nella misura in cui questa è l'alternativa alla sperimentazione fatta alla cieca, e presumibilmente danno~a, sugli esseri umani, e nella misura in cui questa sperimentazione è un mezzo per salvare la vita degli uomini o per aumentarne la salute e l'efficienza. 2: La comunità nel suo complesso è assolutamente tenuta a provvedere che i medici e gli scienziati non vengano inutilmente ostacolati nello svolgimento delle indagini neéessarie per compiere adeguatamente il loro importante compito sociale di sostenere la vita e. la salute degli uomini. Analizziamo separatamente le due proposizioni. l. Quando parliamo di diritto morale delle persone competenti a sperimentare sugli animali al fine di ottenere le conoscenze e i mezzi necessari per eliminare inutili e dannosi esperimenti sugli esseri umani, e per curare meglio la loro salute, noi attenuiamo l'argomentazione. Questa sperimentazione, infatti, più che un diritto è un dovere. Gli uomini che si dedicano a migliorare la salute e il vigore dell'uomo hanno l'obbligo - che non è meno vincolante anche se è tacito - di servirsi di tutti i mezzi che possano asskurare un adempimento più efficace del loro alto compito. E il loro compito non è soltanto quello di far diminuire il dolore fisico che gli uomini patiscono quando sonò m::ilati. Per quanto il dolore sia importante, c'è qualcosa di molto peggiore del dolore fisico, proprio come cj sono cose migliori dei piaceri fisici. Chi è malato non prova solo dolore: diventa incapace di far fronte alle sue usuali responsabilità sociali. Si trova nell'impossibilità di rendersi utile agli altri che glì stanno intorno, a quelli stessi che dipendono direttamente da lui. Quindi il suo allontanamento dalla sfera delle relazioni sociali non lascia solo un vuoto nel posto che ·occupava: implica uno strappo dalla simpatia e dall'affetto degli altri. La sofferenza morale che ne consegue è qualcosa che non ha il corrispondente in nessuna parte della vita degli animali, le cui gioie e sofferenze rimangono su un piano fisico. Curare le malattie, impedire una morte non necessaria:,è perciò una questione totalmente diversa, che occupa un piano infinitamente superiore a quello del semplice lenimento del dolore fisico.•Curare le malattie e impedire la morte significa favòrire le condizioni fondamentali del benessere sociale; significa assicurare le condizioni indispensabili per un reale adempimento di tutte le attività sociali; significa preservare gli affetti umani dall'orribile deterioramento e logoramento provocati dalla sofferenza inutile e dalla morte di altri ai quali siamo legati. · · Queste cose sono così ovvie che verrebbe voglia di scusarsi per averle menzionate. Ma se si leggono le varie pubblicazioni, o se si ascoltano i discorsi contro la sperimentazione sugli animali, ci si accorge che la base etica della protesta si fonda sull'ignoranza di queste considerazioni. Da più parti 74 si sostiene che lo scopo. della sperimentazione sugli animali . è un'egoistica propensione a infliggere agli altri il dolore fisico soltanto per sottrarlo a noi stessi. Dal lato morale, l'intera questione viene discussa come se si trattasse semplicemente di mettere sulla bilancia, l'uno contro l'altro, 'ii dolore fisico degli esseri umani e il dolore fisico degli animali. Se il problema fosse soltanto questo, probabilmente la maggioranza deciderebbe che i diritti della sofferenza umana hanno la precedenza sui diritti di quella: degli animali, mentre la minoranza si farebbe senza dubbio portavoce dell'opinione opposta. E la questione resterebbe irrisolta. Ma non è questo il punto. Il problema non è il dolore fisico dell'animale contro il dolore fisico dell'uomo. Il problema è la contrapposizione tra una certa dose di sofferenza fisica degli animali - ridotta al minimo grazi-ealle precauzioni dell'anestesia, dell'asepsi e della perizia operativa - e i legami e le relazioni che tengono assieme le persone nella società, le condizioni di salute e di vitalità sociale, i traumi più profondi e le interferenze sull'amore e sull'utilìtà dell'uomo. · Nessuno che abbia affrontato questa contrapposizione può dubitare da che parte moralmente stiano la ragione o il torto. Schierarsi dalla parte dei diritti delle sensazioni fisiche degli animali contro la prevenzione della morte e la cura delle malattie - che probabilmente sono la più grande fonte di miseria, di angoscia e di inefficienzà, e sicuramente la più grande fonte di sofferenza morale - non raggiunge neppure il livello del sentimentalismo. È quindi dovere degli scienziati usare la sperimentazione sugli animali come strumento per favorire il benessere sociale. Ed è dovere di tutti proteggere questi uomini dagli attac- · chi che ostacolano il loro lavoro. Ed è dovere di tutti sostenerli nei loro sforzi. Perciò i medici e gli scienziati, pur con i loro difetti personali e la possibilità di sbagliare che hanno come tutti noi, agiscono in questo caso come ministri e ambasciatori del bene pubblico. 2. E qui arriviamo al secondo punto. Qual è il dovere della comunità nei confronti di una legislazione che imponga speciali restrizioni alle persone impegnate nella sperimentazione scientifica sugli animali? Che sia un dovere dello stato promulgare delle leggi generali contro la crudeltà verso gli animali è un fatto riconosciuto in quasi tutti i paesi civili. Ma gli oppositori della sperimentazione sugli animali non si accontentano di una legislazione generale; essi domandano qualcosa che a tutti gli effetti, anche se non legalmente, è una legislazione di classe, una legislazione che sottoponga gli scien?iati a controlli e a restrizioni particolari. I mattatori, i trasportatori, gli stallieri, i proprietari di bestiame e di cavalli, gli agricoltori e gli allevatori possono essere controllati dalla legislazione generale. Ma gli uomini istruiti, dediti alla ricerca scientifica, e i medici, dediti ad aiutare l'umanità sofferente, hanno bisogno di controlli e di ordinamenti speciali! Naturalmente, le persone che non hanno pregiudizi si in-
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