Linea d'ombra - anno VI - n. 33 - dicembre 1988

STO■IE/CÉLINE cora un sermone: Fratelli, fratelli! Non va mica oltre, ridono troppo! La sua religiosità•, la sua gravità portano la sala al delirio ... È il massimo! Fratelli! Fratelli! 11 IL VIAGGIO" AL CINEMA Allora, ecco... Luglio del '14. Li troviamo nel viale del Bois. Abbiamo qui tre parigine piuttosto nervose. Signore dell'epoca, l'epoca di Gyp. E allora si sente, mio Dio, quello che dicono. E passano nel viale del Bois, pas.sano lungo il galoppatoio, un generale e il suo ufficiale di stato maggiore, che segue alle spalle, a cavallo. Allora, la prima delle signore: "Dio, Dio! Ah! Guardi là, il generale de Boisrobert, l'ha visto? - Sì, l'ho visto. - Mi ha salutata, direi. - Sì, sì, l'ha salutata. Ma io non l'ho riconosciuto. Non mi interessa niente, sa. - Ma i'ufficiale di stato maggiore, è il govane Boilepère, oh, è venuto ier l'altro, opprimente, finga di non vederlo, non lo guardi, non lo guàrdi. Sa, ha parlato delle grandi manovre, di Mourmelon! Ah, mi ha detto "è la guerra, me ne vad<>,parto, vengo mobilitato anch'io molto presto". Ci opprimono, vero, con la guerra ... " · Si sente allora una musica in lontananza, una musica risonante, guerresca. "Crede? Sì? Davvero? - Oh sì, con questa guerra ci opprimono proprio, amica cara. Le passeggiate militari adesso, la sera, sembrano cosa? Balli da osteria! una cosa impossibile ... A Longchamp, l'ultima volta, ho visto i soldati con quei cosi che loro chiamano borghignotti, delle specie di elmetti, una cosa incredibile, bruttissimi, proprio li imtìruttiscono, ed è questo che loro chiamano fare la guerra. È una cosa ridicola, nevvero, ridic<>la... Possiamo andare a prendere qualcosa da Charvin, alla galleria Choiseul. Ah, guarda, ecco l'attaché dell'ambasciata di Spagna. Parla anche lui di guerra, carino, è spaventoso, oh l'ho detto a mio· marito: "Vattene a caccia, non parlarmi çii guerra, va' a sparare alle pernici, ai fagiani". Guerre di questi tempi, è ridicolo! insomma, è inconcepibile, sono cose incredibili. E hanno certi ritornelli imbecilli, si perde tutto, davvero, sembra Maurice Chevalier, è buffo, d'altronde mette il suo didietro dovunque, scandaloso. Ecco, sì, e poi basta. Ah, sono stata alla battaglia dei fiori! Ah, la battaglia dei fiori, quella sì che è bella, elegante in ogni sua parte. E adesso, partono alle ·manovre, partono per la guerra, una cosa idiota, nevvero. Bisogna che la gente cambi costumi.· Non è possibile, non può durare". Bene, forza, allora si alza un sipario ed eccoci entrati nella guerra. Questo per l'inizio. Bene. A questo punto si può partire facendo vedere un autobus, dentro Parigi, ci sono immagini che attraggono molto, l'autobus che scende verso 70 l'incrocio Drouot, l'autobus che a questo punto prende il galoppo, buffo da vedere, il Madeleine-Bastille, a tre cavalli, bene, si possono prendere queste immagini. Si possono mostrare i paesaggi che ci sono nel Viaggio. Bisogna rileggere il Viaggio - e questa è una noia. Bisogna trovare nel Viaggio le cose che ancora esistono. La galleria Choiseul si può certamente riprenderla. Ma ci sarebbe Epinay, la salita di Epinay, c'è ancora la diga di Suresnes, si può riprenderla anche se non somiglia già più a quella che era ... e poi lui può ancora riprendere le Tui-leriès, può riprendere lo square Louvòis, le stradine, tutto da vedere, quello che s'accorda con i suoi piani. E poi c'è la mobilitazione. Bene. A questo punto, si rientra nel Viaggio. E qui, è quando gli eroi del Viaggio partono per la guerra, questo fa parte del film recitato. Ci vogliono soldi, per questo ... Poi, allora, la fine. Qui, le lascio una parte un po' vaga, sognante ... E poi, nel frattempo, sj può forse mostrare ... un paesaggio della Meuse, là dové peraltro la guerra è cominciata, un po' le Fiandre, bene, benissimo, c'è solo da scegliere, un paesaggio-evocatore, e poi dolcissimamente cominci a far partire il brontolio delle cannonate. Quel che caratterizzava la guerra per la gente del' 14, quando arrivavano al fronte, era il cannoneggiamento, da una parte e dall'aitra. Era un brontolio, blom belolom blom, una specie di macina nella quale in fondo passava tutta l'epoca. Come dire che lì, davanti a voi, avevate la linea del fuoco, ed è lì che si pensava infatti, che si andava a crepare, lì che la gente andava a morire. Be- . ne, e allora si trattava di caricare al)a baionetta, in ogni modo, ma questo si traduceva, grosso modo, nel fuoco e negli incendi. Il fuoco, poi, bruciava. Bruciavano i villaggi, tutto bruciava. Il fuoco ... e poi il macello. Ma questo, anche, non lo può cérto fare. Fa parte del film a soggetto di ricostruzione. Rappresenterà tutto come potrà, se la sbrighi lei. È qui che conto sul piccolo Descaves. Ci vuole una musica che accompagni il rumore del cannoneggiamento. Boh, una musica un po' sinistra, sul wagneriano, sul profondo, e questo, può cercare nelle biblioteche, per questo. Una musica che accompagni tutto. Pochissime frasi. Pochissime parole. Anche col film a ·soggetto, anche con il costo di trecento milioni. Quasi senza parole, quasi senza parole .. Il cannoneggiamento. Belombelom bom, tactactac. Scariche di fucileria. Erano fucili, o mitragliatori, ce n'erano già. Dal mare del Nord alla Svizzera, c'era UQ nastro di quattrocentocinquanta chilometri che non la finiva di rodere uomini, da una parte e dall'altra. Ah sì, il tipo che arrivava là, diceva: "È qui che succede, è qui la ghigliottina, insomma; è qui che ci si fa massacrare. Non è "unsogno''. E ne sono morti un milione e settecento mila. Non è pochino! Con degli indietreggiamenti, delle avanzate e degli indietreggiamenti - ma al fondo, la storia ... dei bumbum più potenti, grandi cannoni, e piccoli, non molti aerei; no, può mostrare un aereo indefinito, ma era penoso, e anche di frecce (sic), non ce n'era granché, no. Quello di cui si aveva paura era il cannoneggiamento preciso. I Tedeschi, loro, avevano grandi cannoni che erano una

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