Linea d'ombra - anno VI - n. 33 - dicembre 1988

Saramago, musica che in definitiva è la quintessenza della sua arte, sua di Saramago, e la ragione prima e principale per leggerlo:·1a scusa più plausibile. Giacché, vorrei ripetere, questo ha di bello la prosa di Saramago: la musica. Ha una sorta di impalpabile natura melodica: la si potrebbe salmodiare. Il trucco è ben congeniato. Lui non usa come unità di misura la semplice /rase: il suo periodare si costruisce a blocchi in cui si allineano segmenti eterogenei ma in qualche modo imparentati che il minuto collante delle virgole tiene insieme. Insomma, tra un punto e l'altro si stringono ad arte molte 'Frasi, come tessere di un piccolo mosaico indifferente alle rivendicazioni della sintassi. In tali fluide pozze di narrazione vengono anche diluiti i diiloghi, che sulla carta rappresentano il massimo scoglio a una lineare e ininterrotta rnelodia narrante: vere chicanes nel circuito del raccontare. ·saramago li impasta con il resto evitando qualsiasi a capo e giusto concedendo al lettore la facilitazione delle maiuscole. Esempio: "Partiamo domani, domandò José Anaiço. Se siete tutti d'accordo, rispose Maria Guavaira e poi, con voce tutta femminile, rivolta a Joaquim Sassa, Ti va bene, e lui, d'improvviso smontato, Sì, e sorrise". · Come si vede, passano i dialoghi come fili colorati nella trama di un unico tessuto, che è il tessuto della narrazione. Si badi: non è un semplice artificio tecnico. È un'astuzia che ha le sue conseguenze. Di fatto i dialoghi, nella prosa di Saramago, suonano con la voce del narratore, non con quella dei personaggi. Le loro parole diventano sue parole: e il baricentro della rappresentazione si sposta, a ogni parola, verso l'invisibile narratore. Quando a menare il gioco sono grandi dialoghisti succede esattamente il contrario: certi dialoghi di Steinbeck, mettiamo, sono tanto esatti da far dimenticare che qualcuno li abbia scritti. Si sentono le voci, non si sente la penna. Saramago ottiene l'opposto: l'Io del narratore - ast4tamente mai esplicito - dilaga ovunque, trascinandosi dietro cose e parole, nel suo ridondante sciabordare a ondate regolari contro l'arrendevole scogliera della lettura. Un'inondazione. Tutto ciò aiuta a decifrare la musicalità della prosa di Saramago. Detto in una frase, quella musica non è altro che la musica di un rito smarrito: la narrazione orale. La scrittura di Saramago è un continuo tentare di tornare al di qua· della scrittura, dove ancora risuona il cadenzare caratteristico del racconto orale. In tale racconto giocava un ruolo decisivo la componente sonora della voce, i suoi melismi, le sue cadenze e il suo respiro. Il narratore era tutto: sorgente e certificazione del narrato. La scrittura di Saramago tenta di recuperare quella autorità ricostruendone l'anima sonora. Con i suoi mosaici sbilenchi, che se ne fottono dalla sintassi e collezionano immagini con la libertà che solo si può permettere la parola parlata, con quei mosaici insegue la sonorità di una voce. In questo senso il suo scrivere ha u'n che di archeologico: la narrazione orale non esiste più. Ne ha scritto un epicedio meraviglioso Benjamin, con il suo saggio su Leskov. Non c'è frase di quel IL CONTESTO saggio che non suoni come un epigrafe tombale. "Il narratore è l'uomo che potrebbe lasciar consumare fino in fondo ii lucignolo della propria vita alla fiamma misurata del suo racconto": su misura per Saramago, lui e quel suo instancabile raccontare a ondate, che sembra eterno, sfinente, una cantilena morbosa, c'è dentro tutto, il bello e il brutto di quella cerimonia che è stata un tempo il narrare, prodezza in bilico tra la meraviglia e la noia, c'è sempre qualcuno che alla fine si addormenta, e anche questo fa parte del gioco, una vera storia nasconde sempre, dentro, il miele idiota e così grato di una ninna nanna. Quanto poi a cos(J i libri di Saramago raccontino - visto che del come già a sufficienza si è detto - è un dato cbe in verità non riesco a non considerare puramente accessorio. Per dovere di cronac;1annoto che La zattera di pietra prende le mosse da uno spunto curioso: i Pirenei si spaccano come una noce e la penisola iberica incomincia a vagare per l'Oceano, diventando isola, e nave, e collettivo e assurdo smarrimento. La vicenda è vissuta attraverso il filtro di cinque personaggi rubati a una quotidianità assolutamente ovvia; qui come già nel Memoriale del convento Saramago si diverte a intrecciare i grandi destini collettivi con magiche inezie depositate nella vita dei semplici: insinuando che i primi siano imperscrutabilmente dettati dalle seconde. Abbondano le concessioni ai buoni sentimenti, cosa che in fondo è coerente con la.preventiva adesione al culto per il narratore, reliquia di un'umanità piamente raccolta intorno al fuoco, e sostanzialmente innocente. Senza rabbia, senza odio, senza schifo, Saramago srotola il vagabondare dei suoi personaggi esageratamente giusti su e giù per un'isola assurdamente vagabonda. Impigliato nella musica della·sua scrittura resta un mondo che non c'è ..D'altronde, come ha insegnato Benjamin, "il primo e vero narratore è e rimane quello di fiabe". José Saramago (Arch. Feltrinelli). PAOLA PALLOTTINO STORIA DELL'ILLUSTRAZIONE .ITALIANA Libri e periodici a figure dal XV al XX secolo 46000 lire INTRODUZIONE ALLA CIVILTA MUSICALE a cura di Roman Vlad 36000/ire LUIGI DE VENDITTIS LA LETTERATURA ITALIANA Otto secoli di storia: gli Autori le Opere, i Movimenti, la Critica. 62 000 lire (prezzo di lancio fino al 31.12.88) G.MURATORE,A.CAPUANO F. GAROFALO, E. PELLEGRINI GUIDA ALL'ARCHITETTURA MODERNA: ITALIA Gli ultimi trent'anni 480 pagine, 380~0 lire () . ~ ~~ E ·.\ifl/\/l~~ J"~_;,;;;; - 1.~_f'.!j_ ..:.. i~·:·· ~--.,- ~&,)~~. ":';· •,:.~-~- -;: . -.,_., ~~~ . , ~ ~- - . ~ MARA DE BENEDETTI ATTILIO PRACCHI ANTOLOGIA DELL'ARCHITETTURA MODERNA Testi, manifesti, utopie · 850 pagine, 60000 lire (prezzo di lanciojìno al 30.4.89) ANSELADAMS LA STAMPA 34000lire BRIAN WILLIAMS ORCHIDEE Guida illustrata alla storia naturale e alla coltivazione 38000 lire Zanichelli

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==