ILCONTUTO Alla concezione gretta e miope dei padroni, Kafka, per conto dell'Istituto, contrappone una visione della prevenzione dinamica e moderna. Lo fa con garbo e ironia, usando il fioretto contro le sciabolate, ma con assoluta preci~ione. La mobilità e la precarietà dei cantieri sono fattori aggiuntivi di rischio (p.41-42), come lo sono l'aumento dei ritmi di lavoro (p. 108), il lavoro notturno, lo straordinario, la scarsa informazione dei lavoratori, l'applicazione di donne e adolescenti a macchine pericolose (p. 110-111), la scarsa manutenzione dei mac;chinari (p.112) e la carenza numerica o culturale dei quadri intermedi da cui dipendono informazione e vigilanza (p. 113). D'altra parte non vale a giustificare l'aumento di infortuni agli occhi il fatto che i lavoratori siano renitenti all'uso di occhiali o che gli oçchiali si impolverino: si deve infatti. segregare co9 griglie la fonte di protezione delle. schegge (p.112), si deve aspirare la polvere (p. 119) e comunque gli occhiali devono essere di tipo idoneo (p. 120). (Anche qui sembra di sognare: delle questioni esposte da Kafka alcune sono oggi oggetto di specifiche norme di prevenzione; molte rappresentano il frutto della più rigorosa giurisprudenza dei Pretori e della Corte di Cassazione degli anni Settanta-Ottanta; tutte sono ancora oggi oggetto di tenace elusione e contestazione da par.te degli imprenditori. Con l'aggravante che da noi, a differenza che nell'Impero Asburgico, la tutela della salute e della sicurezza .rappresenta un dovere vincolante e non una facoltà, almeno fintanto che anche in questo settore non intervenga la mannaia della "modernizzazione" e della deregulation.) 4) Nel maggio del 1908 le Sezioni Unite della Corte di Giustizia amministrativa di Vienna, ribaltando la precedente giurisprudenza, escludono dall'obbligo di· assicurazione per gli infortuni i lavoratori appartenenti alle imprese edili ma lavoranti in officina e tutti quelli·delle attività edilizie complementari. È una decisione clamorosa, nettamente reazionaria, che regala agli imprenditord'esonero da premi assicurativi per decine di migliaia di operai edili addetti alla carpenteria, nonché idraulici, modellisti, vetrai, ferraioli e falegnami. Kafka, appena assunto, stende il suo primo lavoro impor- ·tante per l'Istituto. Non è solo una lucidissima requisitoria contro la sentenza, che viene giuridicamente smantellata; è anche il resoconto avvincente di un intervento socio-politico di grande incisività. Anziché eseguire passivamente la sentenza, l'Istituto provoca una specie di sondaggio-inchiesta: siano i singoli imprenditori, informati, a decidere se disdettare l'assicurazione. Il risultato è clamoroso: di.fronte al formalismo della sentenza, Kafka fa irrompere sulla scena la colorità realtà di un corteo di imprenditori e artigiani che, intervistati, riconoscono la necessità della copertura assicurativa; ma soprattutto smaschera la scandalosa lobby delle associazioni imprenditoriali che; collegate con.società di assicurazioni private, hanno manovrato i propri.iscritti anche contro i loro interessi e spesso a loro insaputa. Ciò getta un'ombra sulla genesi della sorprendente sentenza della Corte e sembra dimostrare che gli industriali erano an- ·che troppo ben rappresentati, .e non solo in Parlamento. Sferzante il giudizio sulle componenti di questo schieramento: "Un formalismo non abbastanza coerente; un movimento fondato sulla propaganda e sui pregiudizi comuni; . . .infine la mancanza totale di capacità di giudizio in questioni sociali, contro la quale non serve piu l'informazione e la spiegazione,. bensì solo l'obbligo di legge" (p. 43). Obbligare gli imprenditori a rispettare le leggi se essi non lo fanno perché convinti delle esigenze sociali: questa, nel 1908, la risposta dell'Istituto ai facinorosi e ai corruttori; questa la risposta 22 che avrebbero avuto, nei fatti, gli industriali di Gablonz da parte del dottor Kafka. Ma la battaglia per la legalità è lunga: ancora nel settembre del 1911leggiamo Kafka, questa volta in un lungo articolo su un quotidiano (p. 92), impegnato, con uno stile così diplomatico dà diventare ironico, a denunciare un altro scandalo nazionale. Per anni gli industriali hanno evaso dolosamente i contributi denunciando paghe inferiori al reale e corrompendo uffici pubblici per avere classi di rischio inferiori; ma lo stesso Istituto, con la complice inerzia dei rappresentanti industriali nel sùo consiglio di amministrazione, ha omesso di riscuoterè i contributi evasi, mentre il Governo di Vienna, per risanare il passivo degli Istituti non vede altra ·strada che quella di aumentare le aliquote per tutti, evasori e non. Ora, poiché l'Istituto sta riscuotendo correttamente i contributi e riqualificando i rischi, è oggetto di attacchi virulenti! 5) Le Relazioni di Kafka, più che memorie tecnicogiuridiche, sono pamphlets densi di dati socio-politici e di sferzanti accuse. Kafka non era evidentemente il solo a decidere questa linea politica dell'Istituto, ma (nonostante il dichiarato fastidio per il lavoro, vissuto come ostacolo alla sua vocazione) prestava il suo stile straordinariamente bello e le sue · qualità di abile giurista (12) al grupp di funzionari progressisti guidati dal nuovo direttore Marschner, dei quali condivideva in pieno l'impegno sociale, forse non collegato al movimento operaio, ma certamente rivolto alla massim~ tutela possibile degli interessi dei lavoratori. In un contesto politicamente pesante (13) si trattava di operare il 'risanamento e l'utilizzo più efficace possibile delle istituzioni volute dalla legislazione sociale di fine '800. Per ciò solo, come si è visto, si scatena una battaglia durissima: il !egalitarismodi Marschner aveva un impatto rivoluzionario. Ma questi intellettuali, funzionari progressisti, erano soli. I lavoratori erano muti e privi di espress'ione, come le ragazze della fabbrica di amianto: ''Come sono umili costoro" dice Kafka a Brod (14); "Vengono da noi a supplicare. Invece di prendere d'assalto l'Istituto e fracassare ogni cosa, vengono a pregare''. E quando l'Istituto· è allo sbando e potrebbe essere orientato, la voce dei lavoratori risulta "completamente impercettibile" ... "e tuttavia erano in gioco i loro interessivitali... ma i lavoratori sono rimasti indifferenti", osserva sconsolato Kafka (p. 42), forse pensando che solo in tutt'altre condizioni avrebbero potuto parlare: non qui, ma al Teatro di Oklahoma, dove "tutti sono i benvenuti" e dove si era chiamati "per un lavoro che non faceva vergogna" (15). Note I) L'articolo si trova integralmente riprodotto (fotografato) in K. Wagenbach, Franz Kafka. Immagini della sua vita, Adelphi, 1983, p. I IO (peraltro con indicazione errata della data: 191I). 2) Gli Ispettori, dipendenti dal Ministero dell'Interno, e cioè da Vienna, con funzioni di vigilanza sulla prevenzione degli infortuni, sono tutt'altra cosa dai funzionari dell'Istituto delle assicurazioni, che hanno solo facoltà propositive in caso di riscontrata pericolosità. 3) Lettera a Max Brod, estate 1909, in Kafka, Lei/ere, Mondadori 1988,p. 82. 4) M. Brod, Kafka, Mondadori, 1988, p. ·79. 5) Encyc/Òpaediaof occupationàt hea/th and safety, Geneva, 1983,Voce: Asbestosis. · 6) e 7) Kafka, Confessioni'e diari, Mondadori, 1972, p. 306. 8) Ibidem, p. 364. 9) Ibidem, p. 349; M. Brod, Kafka, cit., p. 84. IO)G. Janouch, Colloqui con Kafka, in: Confessioni e diari, cit., p. 1065-1066. 11) Kafka, Confessioni e diari, cit. p.406. 12) K. Wagenbach,Kafka, biografia della giovinezza, Einaudi ·1972,p. 154. 13) Dieci giorni dopo la conferenza di Gablonz la polizia scioglie il circolo giovanile socialista Klub Mladich, frequentato da Kafka (K. Wagenbach, Kafka, Mondadori, 1981, p. 72). 14) M. Brod, Kafka, cit., p. 75. 15) Kafka, America, Mondadori, 1970, p. 293.
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