IL CONTESTO Il Dottor Kafka, assic~ratore Vincenzo Cottinelli · Lavoro e infortuni sul lavoro: le "Relazioni" ricche di dati socio-politici e di accuse sferzanti di un Kafka inedito e sorprendente. 1) La sera del 29 settembre 1910 l'Hotel Geling di Gablonz sulla Neisse è gremito di industriali e artigiani, dai più grossi produttori di cristallerie, ai fabbricanti di strass, ai carpentieri e carradori: parla il dottor Kafka, dell'Istituto per l'assicurazione degli infortuni sul lavoro del Regno di Boemia, su invito.della locale Associazione industriale. C'è tensione e aspettativa, perché da poco più di un anno il Ministero dell'Interno ha reso obbligatoria la tenuta dei libri paga e, come se non bastasse, l'Istituto assicurativo pretende anche di rivedere le categorie di rischio disponendo ispezioni nelle fabbriche (il dottor Kafka è qui proprio per questo); l'accertamento esatto di paghe e rischi può determinare un giro di vite contributivo. · Il dottor Kafka, riferisce in prima pagina il cronista del "Gablonzer Zeitung" del 2 ottobre (1), ha illustrato i vantaggi dell'assicurazione per gli infortuni in generale, ma in special modo per le fabbriche di strass (i cui rischi, forni e molatrici, esalazioni di piombo e polveri di silicio, sono ben noti).11 relatore ha poi sottolineato la necessità della massima correttezza e precisione da parte delle aziende nella compilazione del questionario sui rischi, per evitare errori nella classificazione, d'altra parte sempre possibili per un istituto impegnato in una mole di lavoro enorme (già 37 mila aziende riclassificate) e perciò costretto ancora a basarsi, in parte, per l'individuazione dei rischi, sui pareri tecnici degli imperialregi ispettori del lavoro (2). Insomma, conclude il relatore, occorre collaborazione, comprensione, dialogo fra gli assicurati e il loro Istituto, il quale non vuole tartassare nessuno. Il dibattito che segue, una decina gli interventi, rivela i veri umori della platea. L'aumento deì contributi non è che un aspetto della "insufficiente rappresentanza degli imprenditori in Parlamento, colpevole della realizzazione di leggi che gravano pesantemente sulle imprese" ... "seyiza offesa, gli ispettori del lavoro, teoricamente ben preparati, in pratica lasciano ancora molto a desiderare" ... gli ispettori "prescrivono dispositivi di protezione delle• macchine che ne impediscono il funzionamento e che spesso devono essere rimossi dagli operai durante il lavoro", ... "mente e occhi concentrati sul lavoro, ecco la miglior protezione contro ogni infortunio"; ... "ci preoccupano soprattutto i controlli a sorpresa degli ispettori del lavoro; ... gli imprenditori esigono che l'ispezione nei loro stabilimenti ... sia preannunciata". (Sembra di sognare: sono le stesse cose, quasi alla lettera, che si sentono dire oggi in Italia in dibattiti e tavole rotonde, ma soprattutto nelle aule di giustizia, da parte di imprenditori o loro rappresentanti, che lamentano fra l'altro i cosiddetti "blitz ispettivi" da parte di magistrati o ispettori). · Gli ultimi interventi, ammette il cronÌsta, sono piuttosto violenti. La conferenza si chiude in fretta: il dottor Kafka promette di riferire alla direzione dell'Istituto e se ne va ringraziato dal presidente dell'Associazione degli imprenditori. Le risposte egli le aveva in testa ben chiare, anzi, le aveva già pubblicate più di un annci prima, come vedremo, ma era 20 inutile esprimerle in quella sede: gli industriali riottosi le avrebbero constatate nei fatti. Le Relazioni di Franz Kafka, pubblicate nella nuova collana :'Saggi brevi" di Einaudi sono dunque di grande interesse attuale, oltre che occasione di incontro con un Kafka "di ufficio" finora intravisto solo di scorcio in rari frammenti o annotazioni biografiche. 2) Come vede Kafka le condizioni del lavoro e in particolare gli infortuni sul lavoro? Leggendo sia queste Relazioni che altri suoi scritti ci si imbatte in immagini intensissime. "Sapessi che cosa mi tocca fare! Nei miei quattro capitanati distrettuali... la gente cade come ubriaca dalle armature, precipita dentro alle macchine, tutte le travi si ribaltano, tutte le scarpate si sgretolano, tutte le scale scivolano, ciò che si manda in alto precipita, e si cade dietro a ciò che si fa scendere. E quelle ragazze che nelle fabbriche di porcellane si buttano continuamente sulle scale con pile di stoviglie ti fanno venire il mal di capo" (3). Non è un'immagine comica, come sostiene Max Brod (4), ma semmai di forte satira, perché Kafka ben conosce (Relazioni, p. 75, 80) le statistiche degli infortuni in Boemia e sa bene perché i lavoratori cadono dentro le mac.chineo precipitano dalle impalcature: "I ponti usati nella costruzione di edifici spesso non sono costruiti secondo le norme previste. Le assi sono·sovente troppo fragili; oppure due assi poco resistenti vengono inchiodate insieme in luogo di un'asse robusta ... le estremità delle assi oscillano sul vuoto prive di qualsiasi appoggio. Gravi irregolarità sono state riscontrate anche nel modo in cui vengono fissati i parapetti dei ponti ... " (p. 117). Né gli sfugge che il ritmo produttivo, quando è intensificato, costituisce una "fonte di accresciuti rischi" (p. 108). E poi l'ambiente di lavoro degradante e nocivo egli lo conosce non solo per ragioni d'ufficio, ma anche per coinvolgimento personale. È nel dicembre del 1911 (lavora già da tre anni ali' Istituto, e ha già scritto alcune delle principali relazioni) che il padre-padrone gli impone di andare di pomeriggio, dopo il lavoro all'Istituto, a fare il sorvegliante nella fabbrica di amianto che Hermann Kafka ha acquistato con il genero. È qui che Franz guarda le operaie impolverate, descrivendole in una stupenda pagina di diario del febbraio 1912 (vedi riquadro). È u.no scorcio che evoca la schiera dolente di segretarie, cuoche, sguattere, inservienti, sparse nei suoi racconti e romanzi, e la cui disumanizz.azione da sfruttamento è tanto più atroce in quanto la loro umanità e femminilità, si dibatte, resiste, a tratti riemerge. Le operaie hanno visi già segnati e con alta probabilità sono destinate a soccombere, senza saperlo, per asbestosi (la micidiale malattia causata dalle fibre dell'amianto viene individuata con certezza solo a partire dagli anni Trenta ed è inquietante pensare che lo stesso Kafka deve aver inalato non poche fibre, considerando che l'asbestosi si può associare alla tisi, cui anzi crea un terreno favorevole mentre alcuni sintomi sono sovrapponibili) (5). Come meravigliarsi allora se Kafka vive questa esperienza come una
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