Disegno di Jules Stauber. simo Fofi ai fornelli, Benni a fare il.mairre, Bel-locchioad occuparsi dei vini, il leopardiano Timpanaro a consigliare i gelati' ecc., ecc. E noi clienti finalmente intenti a conversare senza bisogno di urlare. Chissà che così non ci tornerebbe anche qualche idea. 2. In un divertente articolo di Bertrand Poirot-Delpech, uséito in estate su "Le Monde" (e poi mi dicono ripreso sulla "Stampa") si enumeravano le difficoltà in cui ci si imbatte se si vuole liberarsi dei troppi libri che si ricevono in omaggio (Poirot, disperato, arriva al punto di ammassarli nel garage lasciandolo . aperto per tutta una stagione. Ma niente da fare, nessuno gli ruba neanche un volume: "il furto non è più quello di una volta", è il malinconico commento). L'autore deplora inoltre le sempre maggiori difficoltà che si incontrano nello "spacchettare" il libro che· si riceve dagli editori: "L'impacchettatura ha fatto progressi diabolici. Gli adesivi sono diventati così potenti, così ostili vien fatto di dire, che dissuadono dall'aprire i pacehi. Le forbici vi sprofondano, vi si invischiano. Sono più utili le tenaglie". Per di più · "l'imbottitura filacciosa esplode all'apertura, invadendo la casa, provocando starnuti, allergie; dermatosi. .. ". Nessuna esagerazione. Mi capita molto spesso di p'ungermi a sangue nel tentativo di forzare-con le forbici i feroci adesivi, grondando sudore nello sforzo di tirarli a me e da ultimo il polistirolo mi schizza proditoriamente fuori, disseminandosi malignamente nei posti più impervi da raggiungere (spetterà al prossimo inquilino finire di spazzarlo via). Già Roland Barthes (che adesso va· di moda trattare con sufficienza) aveva scritto più o meno leste~- se cose di Poirot nel 1979 su "Nouvel Observateur": "Quel che è più difficile, per i libri che si ricevono, non è di parlarne, e nemmeno di leggerli, ma di aprirne il pacchetto: bisogna lot- _ tare a forza contro il cartone e il nastro adesivo ... L'imballaggio è sempre troppo pesante, troppo compatto, troppo chiuso, come se si trattasse di trattenere il più a lungo possibile la merce, di non consegnarla ... " (da Mitologie di Roland Barthes, Pratiche Editrice) . 3. Comunque, se si è nervosi, depressi, fisicamente malconci, disturba non poco _(e si ha anche la sgradevole sensazione di sfiorare pericolosamente l'isteria) il turpiloquio dei giovani, che è, ripeto, la parte principale dei loro rumori orali. In piedi in tram l'altro giorno ho dovuto sorbirmi uno di costoro, seduto ben spaparanzato a gambe larghe, mentre urlava al coetaneo sdraiato vicino a lui .un indecifrabile, racconto tutto sostenuto sulla parola "cazzo". Approssimandosi la mia fermata, non ho potuto fare a meno di dirgli: "Ma lo sa che in soli cinque minuti ha detto ventidue volte 'cazzo'?" "Ma lei che cazzo vuole?" mi ha sbraitato. "E siamo a ventitré" ho urlato a mia volta affrettandomi pavidamente a scendere. Inutilità dei cassetti "Vi sono inediti ohe costituiscono un dono prezioso per i lettori; ma di regola le opere postume hanno un'affinità sospetta con le svendite o le liquidazioni per scioglimento della ditta. Il favore di cui godono tuttavia dipende forse dalla perdonabile . debolezza del pubblico per uno scrittore che sollecita un'ultima volta la sua attenzione. ·comunque sia, e tralasciando il problema se un'opera postuma abbia valore o se si tratti semplicemente di un pregio convenzionale, io ho deciso di oppormi alla pubblicazione dei miei scritti prima che sia troppo tardi perché la possa curare io.stesso. E il mezzo più sicuro, che vi si consenta o no, è quello di darli alle stampe mentre sono ancora yivo". Giusta .preoccupazione questa espressa da Musi! (in Pagine postume pubblicate in vita): basti pensare allo-scempio operato sui dattiloscritti che ad esempio Hemingway aveva giustamente tenuto nel cassetto e che sono stati dati a man bassa alle.stampe · dagli avidi eredi. Sorprende, a pensarci, che il problema riguardi solo i veri scrittori; per gli altri non sussiste perché pube blicano tutto in vita: nulla che oggi esca dalla loro penna, pardon computer, resta inedito. Loro non hanno mai nulla nel cassetto. .ILCONTUTO Chi legge chi? Chiunque scriva lo fa sempre pensando a uno o più destinatari. Già, ma se costui o costoro sai per certo che da qualche tempo in qua leggono, quando va bene, con mezzo occhio? Due righe all'inizio, due al centro, quattro alla fine e: complimenti, hai scritto proprio un bel pezzo. Da tempo peraltro vado sostenendo la necessità di articoli brevi, dato che quelli lunghi si ha sempre più la tendenza a metterli da parte in attesa di tempi migliori che non arrivano mai. Così si accumulano gli uni sugli altri finché un brutto giorno si guarda sconfortati la pila e la si elimina per far posto ad un'altra. Ma ormai anche i pezzi veloci vengono letti velocemente, con mezz'occhio, dicevo. Anche i' refusi di cui sono spesso cosparsi a piene mani nessuno li vede più (solo ,gli autori che se stessi sì che si leggono con due o quattro occhi.) Di qui un senso di irrealtà quando ci si arrovella alla caccia dell'aggettivo giusto o di una più precisa messa a fuoco di un'idea: "Quadri, dipinti su fragile tela! Memorie della spedizione lasciate ai dimentichi!". Nessuno legge più veramente nessuno, e tutti continuiamo a seri~ vere troppo. Un·romanzoindimenticabile '""' -· \ oo o o M ai e: 'iii) "' o. \
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