IL CONTESTO (Continua) Piergiorgio Giacchè Una storia che è stata una corsa, quella di Lotta Continua, raccontata élieci anni fa da Luigi Bobbio con partecipazione e equilibrio, e riletta oggi per capirla un po' meglio. · Fino a qualche mese fa avremmo giurato di volere e potere evitare questa frenesia da Ventennale con cui il mondo della stampa e della televisione (ma a proposito, c'è un altro mondo?) aveva inaugurato l'anno e imposto il Dibattito. Poi, interrompendo la frivolezza e il disimpegno del memo:-ialismo diffuso e, quel che è peggio, contravvenendo all'ordine degli anniversari, decennali, centenari da commemorare secondo lo stile che dall'emissione dei francobolli si è esteso ormai a tutte le altre forme di espressione culturale, la storia o la cronaca ci hanno costretto a cambiare atteggiamento, e forse anche idea. L'arresto di Sofri (e Bompressi, Marino e Pietrostefani), l'omicidio di Rostagno sono infine storie della magistratura e della mafia, si dirà. Ma a proposito, esiste · un'altra storia? È quanto si chiede Luigi Bobbio nell'introduzione all'imprevista riedizione di una sua Storia di Lotta Continua, già pubblicata dalla Savelli nel '79 e adesso riproposta dalla Feltrirtelli, naturalmente per via dei fatti di ero- . naca. Cioè per via della solita storia. Il libro dunque, come avverte !'autori:!, non è nato per contribuire à una tesi difensiva sulle drammatiche attuali vicende. Ed infatti è molto di più. Rileggerlo dieci anni dopo è accorgersi che non è ancora un "libro", nel senso della riposante distanza e superiorità che si è soliti sottintendere a questa definizione: se si è stati militanti di LC o di qualcos'altro, oppure se soltanto si è attraversato in modo sensibile e autentico quel decennio famoso, si prova il salutare fastidio di ascoltare un lungo e meticoloso "intervento". Ci si costringe a ritrovare quella passione fredda, quella responsabile ed eccitata attenzione di quando agli interventi di quel calibro e di quella serietà era legata la vita e la speranza di tutti i "-compagni". E oltre e di più di noi e di loro.' Si tratta di un lavoro trasparentemente dedicato alla costruzione di una.riflessione che non ha avuto luogo, che voleva (e doveva) essere la continuazione e l'eredità di una discussione fino allora ininterrotta. Un tentativo di raccontarsi e valutarsi prir:ia di dimenticare non tanto. i fatti o le idee, ma le relazioni di intelligenza e di vitalità che sono state sempre sottese alla storia di LC. "Quando mi misi a scrivere questo libro, nel 1978, scrive Luigi Bobbio - l'antico noi troppo spesso evocato in modo acritico e rassicurante, ni recentemente confluiti a Punta del Este al più alto livello, per elaborare una proposta da fare ai paesi altamente svi- · luppati: è prevista in questo caso una richiesta non riguardante il debito fin qui accumulato - per il quale si dovrebbe proporre semplicemente un negoziato "politico" -, berisì di ulteriori fondi da fornire in condizioni agevolate e che consentano davvero un avvio dello sviluppo autonomo dei beneficiari. Eduardo Galeano ricorda ne Le vene aperte dell'America Latina che in Bolivia, quella terra dove si tenta di ingannare la fame masticando foglie di coca e si sopravvive con la paga dei narcotrafficanti, c'è una città emblematica della si stava dissolvendo". Soprattutto per questo il libro, allora, è stato ''un discreto insuccesso''. Soprattutto per questo non è stato accettato o recensito dal contesto politico e nemmeno da "Lotta Continua", .che proseguiva come giornale per sopq1.vviverecontro se stessa. A quel tempo la proposta di Bobbio, forse non la sola ma completamente isolata, non era nemmeno controcorrente: piuttosto era destinata ad affondare nello stagno inesauribile e compiacente del "riflusso". Un riflusso che non c'entra con lo stato di salute delle avanguardie operaie o delle masse; un riflusso meno serio, ma più vero in quanto privato (e non, come si dice, "nel" privato), che riguardava, quasi uno per uno, tutti i cinquecentomila voti della sinistra rivoluzionaria, arrivati soli e delusi al limite della resistenza fisica di una militanza troppo prolungata e al limite di sopportazione del peso, impercettibilmente crescente, dei piccoli e grandi errori, delle incomprensioni e mancati chiarimenti, dei superficiali incidenti e drammatici imprevisti occorsi a ognuno (se proprio non si vogliono contare le tragedie). La storia di Lotta Continua, forse più delle altre, era stata una corsa. Sorprende una durata di soli settè anni per il cumulo di avvenimenti, di scelte, di inziative che contiene. A rileggerla ci si accorge - e ci si ricorda - della mole di attività e della grande velocità a cui si obbediva: sforzi e ritmi rispetto ai quali l'attenzione e l'impegno personale e collettivo sembrava sempre essere in debito e in ritardo. E se allora, con sprovveduta generosità, si barattava il sacrificio di pause riflessive e digestive con l'entusiasmo di stare 'dentro al presente, adesso può apparire più chiara la dinamica di ansioso investimento che guidava i passi e i tempi di ognuno. Può perfino sembrare che al posto di un'occasione da sfruttare, ci sia stata una rischiosa avventura da vivere. Ma sull'avventurismo, come sullo spontaneismo, movimentismo, coscientismo e gli altri esorcismi con cui LC veniva bollata nella polemica gruppettara di una volta e con cui viene ancora ricordata nei giornalismi e negli storiellismi di oggi, lasciamo parlare la "Storia". E su questo la Storia di Lotta Continua di Bobbio è davvero esauriente. Chiusa nei confini fin troppo esatti - ma non settari - di quella organizzazione e rigidamente orientata sugli aspetti più propriamente politici della stessa, tienemiseria imposta da secoli con la forza ai popoli latinoamericani: Potosì, _chelangue nella memoria infinitamente triste delle montagne d'argento strappate alle sue viscere dalla Spagna e dagli altri potenti dell'epoca della "colonizzazione". I versamenti del debito estero, che in questi ultimi anni hanno trasformato i popoli poveri in esportatori di capitali, rappresentano una forma moderna della spoliazione secolare. Difficile pensare a una svolta radicale nel sistema che ha generato questo terribile paradosso, perché i suol gestori cercheranno ancora i mezzi per accumulare sempre più ricchezze. Ma la resistenza è ormai generale e diventa di giorno in giorno più dura. Forse "las cosas se est<inponiendo buenitas". 15
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