IL CONTESTO nale, però, a imporre i prezzi s.ono i consumatori. Non solo: provvedimenti protezionistici adottati da queste potenze impediscono o restringono l'accesso nei propri mercati di quelle merci. "D'accordo, riconosciamo il diritto della Comunità Europea a proteggere i suoi agricoltori, ma d'altra parte il commercio dev'essere utile all'intera comunità internazionale e, perciò; bisogna conciliare i vari interessi. Troviamo tutti insieme le formule che sostituiscano norme fortemente distorsive del sistem;i degli scambL Oggi, con i meccanismi in vigore, si creano enormi eccedenze di ·prodotti che vengono riversati sul mercato e provocano il crollo dei prezzi". Queste sono parole del presidente della tornata di negoziati del GATT in corso a Montreal, il lìberale Zerbino, ministro del- . l'Economia uruguaiano. Un esempio illustrativo delle distorsioni sul commercio è offerto dalla Bolivia: lo stagno, tradizionalmente e di gran lunga la principale voce delle esportazioni del paese, è pagato a questo produttore meno di quanto gli costi estrarlo! Non è un caso che le miniere boliviane abbiano chiuso o licenziato la maggioranza degli operai, i quali in buona parte sono andati a cercare il sostentamento nelle piantagioni di coca. Ai due più recenti "vertici" delle sette potenze industriali, a Venezia e a Toronto, il presidente americano Reagan è stato uno dei più accessi accusatori delle barriere doganali - si riferiva a quelle che frenano l'accesso dei prodotti statunitensi nella Comunità Europea - e ha fatto un'appassionata difesa della libertà di concorrenza sul piano internazionale. I governi latinoamericani reclamano proprio le stesse cose. Durante gli anni Settanta, il "Sud" del mondo ha rivendicato insistentemente un "nuovo ordine economico internazionale", nel corso di un prolungato quanto poi inutile "dialogo" con "il"Nord". Inutili, anche, gli avvertimenti lanciati çla personalità autorevoli e lontane dà! punto di vista ideologico da quegli esponenti del terzo e del quarto mondo che contestavano anche l'influenza egemonica delle grandi potenze in campo politico e strategico. La Commissione Brandt, composta da uomini politici di diversa estrazione, denunciava l'abnormità di una situazione in cui 4/5 dell'intero reddito mondiale appàrteneva al "Nord" e soltanto il restante quinto era del vasto "Sud". Ora, sembra che le cose si prospettino sempre più difficili per tutti. Allora il governo della Germania Federale ha condonato i debiti dei paesi africani subsahariani. Il Giappone ha messo una trentina di miliardi di dollari a disposizione dei governi intenti a portare avanti piani di sviluppo, .anche se già indebitati (una cifra insignificante, se rapportata ai bisogni complessivi degli eventuali interessati, nei cui mercati peraltro la potenza orientale tenta in questo modo di penetrare). Il presidente francese Mitterrand ha offerto ai paesi con reddito medio di cancellare un quarto dei loro debiti e di convertire un altro quarto in titoli di Stato. Ai sette capi di stato latinoamericani presenti a Punta del Este, il vicepresidente americano e prossimo presidente Bush ha fatto sape- . re di comprendere le loro ragioni, mentre il segretario di stato Shultz ha prospettato un incontro chiarificatore del gruppo con il presidente Reagan. Il gruppo riunito in Uruguay comprende i paesi tradizionalmente più influenti dell'America Latina, oggi i più indebitati del mondo. I sette hanno evitato gli enunciati di principio: "idealismo e pragmatismo sono tutt'uno", ha detto il messicano De la Madrid. Hanno proposto ai governi egemoni dell'economia internazionale, semplicemente, un "dialogo costruttivo" per risolvere insieme i problemi che sempre di più affliggono anche i potenti. Hanno rilevato che è falli14 I presidenti latina-americani a Punta del Este (AP/L'Unità). In alta: fato di Marianne Yampolsky, 1978). ta, come mezzo per promuovere lo sviluppo dei paesi indebitati, la politica del Fondo Monetario Internazionale incentrata sull'imposizione di restrizioni finanziarie interne a questi paesi. Hanno fatto notare agli Stati Uniti che non portano a nessuna parte '~leminacce e le rappresaglie in campo commerciale", come ha detto il conservatore Sarney, presidente brasiliano. E al potente vicino settentrionale hanno anche ricordato che il migliore alleato della stabilità politica nell'emisfero occidentale è il benessere dei popoli che vi abitano: "A volte si arriva a dubitare della sincerità dei propositi de- . mocratici degli Stati Uniti verso il resto del continente", ha affermato l'argentino Alfonsin, che pure è un fedele osservante delle regole imposte dal FMI. I latinoamericani traggono forza da debolezza. Ai negoziati sul commerciò, in questi giorni a Montreal, si presentano per la prima volta come un blocco unico. Nei prossimi giorni_si riuniranno i ministri dell'Economia dei sette gover- ➔
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