Linea d'ombra - anno VI - n. 32 - novembre 1988

da RESISTENZA E RESA Dietrich Bonhoeffer Senso delia qualità Noi ci troviamo al centro di un processo di involgarimento che interessa tùtti gli strati sociali; e nello stesso tempo ci troviamo di fronte alla nascita di un nuovo stile di nobiltà che coinvolge uomi~ ni provenienti da tutti gli strati sociali attualmente esistenti. La nobiltà nasce e si mantiene attraverso il sacrificio, il coraggio e la chiara cognizione di ciò cui uno è tenuto nei confronti di sé e degli altri; esigendo con naturalezza il rispetto dovuto a se stessi e con altrettanta naturalezza portandolo agli altri, sia fo alto che in basso. Si tratta di riscoprire su tutta la linea esperienze di qualità ormai sepolte, si tratta di un ordine fondato sulla qualità. La qualità è. il nemico più potente di qualsiasi massificazione. Dal punto di vista sociale questo significa rinunciare alla dcerca delle posizioni preminenti, rompere col divismo, guardare liberamente in alto e in basso, specialmente per quanto riguarda la scelta della cerchia intima degli amici, significa saper gioire di una vita nascosta ed avere il coraggio di una vita pubblica. Sul piano culturale l'esperienza del- . ANTOLOGIA/BONHOEFFER la qualità significa tornare dal giornale e dalla radio al libro, dalla Giona fretta alla calnia e al silenzio, dalla dispersione al raccoglimento,· Urlavano davanti alla morte e i loro corpi si avvinghiavano dalla sensazione alla riflessione, dal virtuosismo all'arte, dallo sno- alle umide corde, frustate dalla tempesta; bismo alla modestia, dall'esagerazione alla misura. Le quantità si i loro sguardi pieni d'orrore erano fissi contendo~o lo spazio, le qualità si completa_no a vicenda. al mare in rivolta per l'improvviso scatenarsi delle sue potenze. Lo sguardo dal basso Resta un'esperienza di eccezionale valore l'aver imparato infine a guardare i grandi eventi della storia universale dal basso, dalla prospettiva degli esclusi, dei sospetti, dei maltrattati, degli impotenti, degli oppressi e dei derisi, in una parola dei sofferenti. Se in questi tempi l'amarezza e l'astio non ci hanno corroso il cuore; se dunque vediamo con occhi nuovi le grandi e le piccole cose, la felicità e l'infelicità, la forza e la debolezza; e se la nostra capacità di . vedere la grandezza, l'umanità, il diritto e la misericordia è diventata più chiara, più libera, più incorruttibile; se, anzi, la sofferenza personale è diventata una buona chiave, un principio fecondo nel rendere il mondo accessibile attraverso la contemplazione e l'azione: tutto questo è una fortuna personale. Tutto sta nel non far diventare questa prospettiva dal basso un prender partito per gli eterni insoddisfatti, ma nel rispondere alle esigenze della vita in tutte le sue dimensioni; e nell'accettarfa nella prospettiva di una soddisfazione più alta, il cui fondamento sta veramente al di là del basso e dell'alto. Fiducia Quasi a nessuno è stata r~sparmiata l'esperienza del tradimento. La figura di Giuda, che un tempo ci era così incomprensibile, non ci è quasi più estranea. L'aria in cui viviamo è tanto inquinata dalla diffidenza che ne siamo quasi soffocati. Ma dove ci siamo aperti un varco nella cortina di diffidenza, lì ci è stato possibile fare l'esperienza di una disponibilità a fidarsi di cui finora neppure sospettavamo. Quando accordiamo la nostra fiducia, abbiamo imparato a mettere la nostra vita nelle mani degli·altri; in contrasto con tutte le ambiguità di cui le nostre azioni e la nostra vita hanno dovuto ricoprirsi, abbiamo imparato a fidarci senza riserve. Sappiamo che si può vivere e lavorare solo con unà fiducia siffatta, che non cessa mai di essere un rischio, ma è un rischio accettato con letizia. Sappi·qmo che seminare e favorire la diffidenza è tra le azioni più riprovevoli, e che invece, dove appena è possibile, deve essere rafforzata e promossa la fiducia. La fiducia resterà per noi uno dei doni più grandi, più cari e più gioiosi della convivenza umana; e tuttàvia essa potrà nascere sol.osullo sfondo oscuro di una necessaria diffidenza. Abbiamo imparato a non comprometterci mini- . mamente con il primo venuto, e a metterci invece completamente nelle mani di chi è degno di fiducia. "Voi eterni, benigni, adirati dèi aiutateci, o dateci un sègno, che ci -indichi colui che vi ha offeso con un segreto peccato, !.'assassino o lo spergiuro o lo schernitore, che a nostro danno nasconde il suo misfatto per il misero tornaconto-del suo orgoglio". Così piangevano. E Giona disse: "Quello son io . lo ho peccato davanti a Dio. La mia vita è perduta. Allontanatemi da voi. Mia è la colpa. Dio è in collera con me. Il pio non deve perire con il peccatore!". Essi furono ripieni di timore. Ma p9i con mani forti scacciarono il colpevole. C'era laggiù il mare. L'ultima lettera alla fidanzata Questi sararanno giorni silenziosi nella nostra casa. Ma ho ripetutamente sperimentato che quanto maggior silenzio c'è intorno a me, tanto più chiaramente avver,to il legame che mi unisce a te. È come se, benché in solitudine, l'anima sviluppasse dei sensi che difficilmente conosciamo nella vita di tutti i giorni. Perciò non mi sono mai sentito isolato o abbandonato. Tu, i genitori, tutti voi, gli amici e i miei studenti al fronte, tutti mi s_ìetecostantemente presenti.Le vostre preghiere e i vostri buoni pensieri, le parole della Bibbia, le discussioni di un tempo, la musica, i libri - (tutto questo) acquista vita e realtà come mai prima d'ora. È una grande sfera invisibile in cui uno.vive e della cui realtà non ha alcun dubbio. Se, a proposito degli angeli, la vecchia canzone dice:"Due per farmi dormire, due per svegliarmi", questa protezione (Bewahrung), esercitata dall'invisibile potere di Dio la mattina e la notte, è qualcosa di cui gli adulti di oggi non hanno meno bisogno che i.fanciulli. Perciò tu non devi pensare che io sia infelice. Che cos'è la felicità, e che cos'è l'infelicità? La risposta dipende poco _dallecircostanze; dipende in verità solo da ciò chè avviene dentro a una persona. Io sono grato, ogni giorno, di avere te, e ciò mi rende felice. (19 dicembre 1944) (da Dieci anni dopo, un bilancio sul limitare del 1943 in Resistenza e resa. lettere e scritti dal carcere, Edizioni Paoline 1988) 67

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