tempo il bene più prezioso che ci sia dato, perché il meno recuperabile, l'idea del tempo eventualmente perduto provoca in noi una costante inquietudine. Perduto sarebbe il tempo in cui non avessimo fatto delle esperienze, non avessimo imparato, operato, goduto, sofferto. Tempo perduto è il tempo non pieno, il tempo vuoto. Tali certamente non sono stati gli anni trascorsi". Negli appunti del carcere si legge: "Reso pieno, non-pieno, a seconda della storia". Non la fuga nell'illusione, ma la memoria della storia a partire dalla esperienze personalmente vissute, dai risultati raggiunti, dagli eventi cui si è preso propriamente parte consente, se non di ricostituire integralmente la continuità spezzata, di preservare e recuperare il tempo passato. Il passato e la gratitudine A partire dal novembre 1943 Bonhoeffer trova modo di iniziare a comunicare con l'amico Bethge grazie ad alcune guardie del carcere di Tegel, che si prestano a far entrare e uscire clandestinamente la corrispondenza. 'Proprio il loro passato comune - otto anni nei quali hanno "vissuto insieme quasi ogni giorno ed ogni esperienza" e "discusso insieme di ogni idea" - rappresenta quel tempo pieno che, attinto senza sforzo apparente nei suoi minimi dettagli, consente ad entrambi la ripresa del dialogo. "Caro Dietrich", gli scrive Bethge il 9 gennaio 1944 dal treno in viaggio verso Monaco, "poco meno di un anno fa eravamo su questo stesso treno e andavamo per l'ultima volta insieme a Monaco. È stato un viaggio molto bello. Tu leggevi Talleyrand; abbiamo mangiato in vagone ristorante e io probabilmente scrivevo a Renate. (A Monaco) abbiamo ascoltato Palestrina trovandolo stupendo, abbiamo preso il caffè da Ninne (andrò domani da.lei) e ci siamo procurati molti bei libri; al ritorno, facemmo i conti dei soldi e dei buoni pasto. Come al solito, fosti molto generoso. Avevamo molte buone speranze (per il tentativo di colpo di stato del marzo 1943)". E Bonhoeffer, il 4 febbraio successivo: "Caro Eberhard, la cosa più naturale per me, la mattina del mio compleanno, è scriverti e rinnovare la memoria degli otto anni consecutivi nei quali abbiamo festeggiato insieme questo giorno''. Seguono rievocazioni puntigliose, in cui si esprime il gusto un po' letterario dei due amici, ma che di per sé non possono risolvere la questione del rapporto col passato così come si è posta·a Bonhoeffer fin dagli inizi della sua prigionia. Anzi, come egli scrive in un'altra lettera a Eberhard e Renate, "quanto più belli e densi sono i ricordi, tanto più pesante è la separazione". Non basta compiacersi della memoria di una storia comune. Occorre, piuttosto, saper guardare con gratitudine a ciò che è trascorso; evitare di abbandonarsi del tutto al dominio del passato, ma conservarlo nel fondo di sé come un tesoro nascosto, un dono gratuito e prezioso da· cui trarre luce e cercare sostegno in occasioni eccezionali. In questo -segreto si trova per Bonhoeffer la condizione per un'autentica ripresa del passato; a questo programma egli si sforzò di mantenersi tenacemente fedele, sempre teso alla riSAGGI/POTESTÀ cerca di un equilibrio ed una quiete difficili ("Giungo stanco alla sera / e benvenuto è il giaciglio / che mi promette oblio, / se il possesso m'è negato. / Notte, annulla ciò che separa, dammi pieno oblio, / sii benevola, notte, svolgi il tuo dolce ufficio, I a te m'affido I (... ) Per la tua presenza mi risveglio a notte fonda /e mi spavento - / Sei di nuovo perdut.o? ti cerco eternamente invano, / tu, mio passato? / Tendo le mani / e prego - / e sperimento la realtà nuova. / Ciò che è passato ritorna a te / come parte vivente della tua vita/ attraverso la gratitudine e il pentimento", Passato, giugno 1944). Il destino del cristianesimo nel mondo divenuto adulto Fra la primavera e l'estate 1944 Bonhoeffer rende partecipe l'amico di alcune riflessioni, rimaste appena abpozzate, sul significato e il destino del cristianesimo nell'epoca attuale. Il loro punto di partenza è rappresentato dal riconoscimento della piena mondanità del mondo. Al termine di un processo storico di secoli, questo risulta ormai autonomo, capace di dare ragione di sé senza dover più ricorrere, per essere spiegato e legittimato, a impalcature religiose o metafisiche. Il mondo è divenuto adulto; si è enormemente ridotto, di conseguenza, lo spazio per Dio in quanto "tappabuchi", chiamato a intervenire sulla scena terrena per renderne plausibile la rappresentazione. Appannaggio di questo "deus ex machina" restano le questioni ultime (la morte, innanzitutto), per le quali nel prossimo futuro ci si potrà forse rivolgere ancora alla religiòne cristiàna per trovarvi risposte e rassicurazioni; ma con ciò Dio si mantiene a presidio unicamente di territori disabitati dalla vita degli uomini. In Bonhoeffer la critica serrata della religione cristiana procede di pari passo con la ricerca di sentieri inesplorati verso un "cristianesimo non-religioso" contraddistinto dalla fiducia in un'immagine sconosciuta di Dio e da un radicale ripensamento della missione della Chiesa nel mondo. Al tempo in cui Resistenza e resa ebbe in Italia la prima edizione e diffusione, la religione poteva sembrare destinata a un rapido tramonto entro l'orizzonte della "città·secolare"; e l'opera potè essere•intesa come il lontano annuncio di una ''teologia della secolarizzazione'', quando non di una "teologia della morte di Dio". A distanza di quasi vent'anni, nei più recenti dei quali i media hanno divulgato la convinzione che ci sia una ripresa della domanda religiosa a Est come a Ovest e una rinnovata capacità del cristianesimo di dare senso all'esistenza, si dà il rischio specularmente opposto. Giustamente A: Gallas, nel saggio introduttivo, mette in guardia nei confronti di quanti potranno levarsi a dire: semplicemente, Bonhoeffer si era sbagliato. In verità, la diagnosi di Bonhoeffer non si pone sul piano di un'immediata verificabilità attraverso l'indagine sociologica; essa mira piuttosto a decifrare il movimento profondo e di lunga durata della modernità. Quando nella lettera a Bethge del 30 aprile 1944 egli annuncia che "stiamo andando incontro ad un tem65
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==