Linea d'ombra - anno VI - n. 32 - novembre 1988

STORIE/iRACZ:YMOW · nito di un pezzo di gesso che giaceva per terra, lui pianta un violento tratto rosso nel braccio del personaggio, poi traccia una·linea verticale punteggiata che parte da questa quasi-ferita. Il "sangue versato" viene raccolto in un recipiente: una incerta zucca disegnata perpendicolarmente alle gocce rosse. Lei disegna allora due personaggi, l'uno sotto l'altro, il primo ha due doppie trecce, da una parte e dall'altra della testa; il secondo solo un paio di trecce: "Mi lascerai, dice lui, l'iniziativa della crudeltà? - È una cosa da donne", dice lei. Lei pianta un tratto rosso nella mano destra del personaggio con le due doppie trecce; poi passa con il dito sopra a questo tratto, trasformandolo così in un pulviscolo rossastro diffuso. Violentemente, allora, pianta un tratto rosso nel punto delicato dove si uniscono le cosce degli altri personaggi. In seguito traccia una linea verticale che parte da questa quasi-ferita. Il "sangue versato" viene raccolto in un recipiente: i.maincerta zucca disegnata perpendicolarmente alle gocce rosse. , Ora, sul muro, si possono distinguere un cerchio con dei raggi e, lì vicino, una mezzaluna. Con un tratto rosso orizzontale lui unisce queste due figure, poi, al di sotto, traccia due frecce divergenti che partono dal centro approssimativo della linea orizzontale. Sotto ogni freccia vengono riportate due scritte illeggibili che lei unisce con un tratto. L'operazione ricomincia: di nuovo, illeggibili, due scritte. Poi lei si alza sulla punta dei piedi, tende le braccia più in alto possibile, e incomincia a scrivere quella che forse secondo lei dovrebbe essere una sentenza memorabile. Ma ecco: I molteplici segni che già ricoprono la superficie del muro impediscono la perfetta leggibilitàdel messaggio: le lettere rosse si mescolano alle grafie rosse, e si confondono con esse: lei non si cura (forse volontariamente?) di evitare che i segni nuovi si sovrappongano ai precedenti. Lei scrive in senso orizzontale, dall'angolo sinistro del muro fino all'estremità di destra; è costretta a iniziare una seconda riga, a metà della quale, per fortuna, distinguiamo un punto che chiude la scritta. Del resto, in verità non si distingue altro se non questo punto finale. Allora lui sillaba, strizzando gli occhi, sforzandosi di leggere. Non ci riesce. Ora lei traccia sul muro una ellisse all'interno della quale disegna delle piccole ondulazioni, come delle onde di mare. A partire dal contorno di questa quasi-palude, lei tira menò di una dozzina di piccoli fili rossi, delle specie di serpentine di lunghezza perfettamente uguale e rivolte in tutte le direzioni. Vicino a questi fili, sopra, sotto, a sinistra e a destra, lei schizza delle figure umane elementari. Lui disegna allora un violento tratto rosso nel corpo, forse nel cuore di ognuno di questi personaggi. A partire dalle ferite prodotte in questo modo, traccia delle linee punteggiate· che confluiscono tutte in una serpentina rossa. In seguito, lui disegna a sua volta sul muro una grande linea serpeggiantee, lì vicino, un incerto monticello da cui sgorga dell' "acqua viva", sotto forma di lunghi capelli zampillanti. In cima a questa "roccia", lui disegna un angolo acuto, infisso come una lama; poi, dalla "palude", dal grande "fiume", dalla "fonte", dalla "fenditura" nella roccia, traccia del56 le frecce che si dirigono tutte verso un tratto rosso verticale: in prossimità di questo tratto le quattro frecce si sovrappongono. Alla destra di questo tratto, lui scrive delle lettere che appaiono illeggibili. Ma perché? Di nuovo lei disegna una ellisse simile alle precedenti. Costeggiando il bordo destro del "lago", lei raffigura due cerchi, di cui uno cinge l'altro mantenendosi a distanza costante, e tra di loro traccia dei piccoli tratti trasversali che li trasformano in altrettanti rettangoli similmente arcuati. Così, l'immagine di una "muraglia" delimita una grande "piazza", alla cui destra lei disegna un rettangolo con il lato corto obliquo: tre piedi visibili lo reggono; la sua superficie viene subito ricoperta da piccoli tratti paralleli: "Questo tetto è di paglia, dice lei. A meno che non sia di pietra, e che questa pietra si accontenti di assomigliare alla paglia" Dopo il rettangolo di "paglia", lei traccia due linee parallele che formano un "viale". Al di sotto dellalinea superiore lei disegna un personaggio con le trecce, la cui mano solleva una specie di vaso; un altro personaggio tende una gamba davanti all'altra e si accinge ad attraversare un "ruscello"'. Poi lei traccia tre triangoli, il secondo contiene il primo, il terzo contiene il secondo. A metà di ogni lato del triangolo al centro, lei segna tre grandi punti rossi, dai quali fa partire tre brevi linee che conducono alla metà di ognuno dei tre lati del triangolo esterno: "Queste devono essere le tre porte di una 'fortezza", dice lei. A tre a tre, unisce i vertici di qut;sti triangoli con tre cerchi che numera da uno a tre. A partire dal cerchio numero uno, lei traccia una linea rossa serpeggiante; allora lui passa con il dito sopra a questa linea trasformandola in un pulviscolo rosso diffuso, al di sotto del quale lei disegna lentamente, con attenzione, una linea orizzo tale; poi, all'interno del cerchio numero uno, raffigura dei lunghi capelli che zampillano verso l'alto e ricadono in matasse. Più tardi lei disegna un ce.rtonumero di quelle figure umane di cui possiede il segreto: le raffigura con la faccia rivolta verso il muro, le natiche bene in evidenza: una grande e prominente W: "Mi lascerai, dice lei, l'iniziativa del piacere? - È una cosa da uomini", dice lui. Lui pianta un tratto rosso nella fenditura di ogni W, nella fine e delicata intersezione delle due V; lei disegna allora lo stesso numero di figure umane, la faccia contro la schiena delle figure precedenti; una sopra all'altra: le loro braccia circondano il corpo di chi viene così penetrato di rosso. · Poi, più tardi, all'esterno dei triangoli precedenti, lei collega i tre cerchi con delle linee arcuate: una sorta di rosone, volendo, potrebbe dare un'idea generale del disegno così ottenuto: " ... un gran numero di piccole "strade" e di "porte' identiche, lo si sente dire; ci si perde come in un labirinto." In seguito, il silenzio. Poi, molto più tardi: "Adesso il muro è rosso, dice lei, o quasi. Sarebbe comunque inutile aggiungervi qualche altro segno. - Io non la penso così, dice lui. Possiamo, per esempio ... " (traduzione di Giusi Valent) Copyright Gallimard 1975, 1988.

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