Linea d'ombra - anno VI - n. 32 - novembre 1988

rige il proprio sguardo verso la mensola, la percorre orizzontalmente, da sinistra a destra. Alzando la testa, a sua volta, la esamina anche lui: "Questa demarcazione è imprescindibile, dice lui. Non abbiamo altra scelta". Lei annuisce: il suo modo di acconsentire semqra del tutto formale. Lui osserva all9ra un angolo della stanza, apparentemente imbronciato, con la testa bassa. Poi, il silenzio, e come se d'improvviso gli ripugnasse (non si sa il perché) parlare, articolare dei suoni, forse, rompere il silenzio, egli fissa la lampadina, la indica con il dito e traccia nell'aria una sfera voluminosa: il suo viso, allora,. si rischiara, quasi ridente. Egli disegna, sempre nell'aria, la traiettoria di caduta dalla lampadina fino a terra, poi 1~prende la mano. A sua volta, poco dopo, lei gli presenta il palmo della mano destra, sottolineando l'arresto dell'emissione di suoni così come di ogni gesto aggiuntivo: dalla tasca estrae un gessetto rosso, glielo mostra all'altezza degli occhi, prendendo così tutte le precauzioni affinché i loro pensieri restino bene al1'unisono, incollati gli uni agli altri, accoppiati. Poi inizia a tracciare sul muro bianco davanti a sé qualche segno che pensa, forse a torto, non poter o dover essere affidato alla voce di uno di loro due, sonora nel silenzio, ma poter o dover essere tracciato sul muro, rosso sul bianco grigiastro. Il suo disegno. si rivela infantile: un cerchio con dei raggi e, lì vicino, una mezzahin•a. Dal cerchio alla mezzaluna, e viceversa, lei traccia una doppia freccia. Poi s'incammina; ma il suo camminare, certamente, non è che la mimica, la rappresentazione di una vera camminata, di un'altra camminata a cui lei sembra pensare: i suoi passi sono un po' troppo accentuati, quasi stesse scavalcando qualcosa; il modo che ha di far dondolare un po' troppo energicamente le braccia testimonia questa semplice rappresentazione, questo spettacolo da lei offerto, il proseguire di questa sua narrazione. Ma quale? Poi anche lui s'incammina. Tutt'e due attraversano la· stanza nel senso della lunghezza: lui ha avuto cura di misurare il suo passo su quello di lei; le braccia hanno la stessa oscillazione; .equando uno dei due si ferma, si ferma anche l'altro. In seguito, lui traccia sul muro una lunga linea serpeggiante. In parallelo, un po' più sotto, lei segna una seconda linea; poi lui riporta qua e là sul disegno delle brevi aste, una dozzina in tutto: a turno, le spezza con un tratto obliquo, punteggiato. Allora, di colpo, con il gesso in mano, lei si precipita, come se avesse appena avvertito la necessità di ungesto ancora sconosciuto, ancora molto fragile, evanescente, ma non avrà tregua, è chiaro, finché non l'avrà fissato sul muro: questo movimento, a partire da allora, le apparterrà; sarà in suo possesso per sempre. Ciò la ossessiona, così sembra, per qualche secondo; poi lei lo guarda e non lo vede; vede attraverso, ben più lontano. Lei si interroga, tenta di far affiorare in sé il gesto· in questione, da qualche parte di sé, dall'interno certamente, ma solo il gesto, ancora privo del suo significato che non verrà èhe più tardi, se mai arriverà. STORIE/RACZYMOW Esita un istante, poi, di colpo, con il gesso in mano, si precipita. Ma non succede niente. Il silenzio: lei fa dondolare le braccia. Poi, nel paesaggio, lui disegna un monticello in cima al quale, violentemente, pianta un tratto rosso, profondo; e le rivolge come un sorriso, che forse lei non coglie. Più tardi, sul muro, si scopre il disegno infantile· di tre personaggi, tra i quali una figura femminile: la contraddistinguono due specie di trecce ai lati della testa. I tre si tengono per mano: le loro bracçia formano una linea spezzata con cinque angoli, tre cime verso l'alto, due punte verso il basso. Lei fa scivolare il suo dito lungo il tratto rosso piantato nel monticello, e lo trasforma in pulviscolo rossastro diffuso.Lui, con il gesso in mano, pianta un secondo tratto ro_sso nella mano del personaggio a destra della figura femminile. Allora lei fa scivolare il suo dito lungo questo tratto che diventa, come il precedente, un pulviscolo rossastro diffuso. E di nuovo, lui pianta un violento tratto rosso nella pancia del personaggio, alla-sinistra della figura femminile.,Poi si guardano e si sorridono, come se avessero appena compiuto qualche prodezza. "Questo individuo, dice lei, agonizza tra grida orribili, proferendo le più oscure maledizioni". In seguito lei traccia due linee orizzontali parallele: l'estremità finale della linea di sopra si trova alla stessa altezza dell'estremità iniziale della linea di sotto. Lei unisce queste due linee con il disegno di una scala a quattro pioli e, racchiude il tutto in un cerchio approssimativo. Sul piano superiore, scrive: 1. sul piano inferiore, scrive: 2. Al di sopra dei disegno precedente, la mano di uno di loro due traccerà con il gesso sei o sette piccole aste subito sbarrate, l'una dopo l'altra, da un esile tratto obliquo, come fanno i prigionieri quando segnano il passare del tempo, sui muri del loro carcere: i giorni, i mesi o gli anni. Poi lei afferra il gesso, si volta verso il muro e disegna un cerchio attorno alla seconda delle aste appena annullate da un tratto obliquo. Ma perché? Adesso, lei tira a sua volta una linea orizzontale e una verticale che si intersecano ad angolo retto: lei traccia un cerchio attorno alla croce così ottenuta. Poi in ogni quarto dicerchio, a cominciare da quello superiore a destra, scrive i numeri: 1, 2, 3, 4, tutta presa, sembra (ma da dove le nasce quello che non può che essere un capriccio?), dal bisogno di aggiungere altre due divisioni alle due precedenti. In seguito, sul muro, lei traccia una ellisse che fa chiudere su se stessa, ottenendo così una incerta e maldestra forma ovale, all'interno della quale disegna delle piccole ondulazioni. Poi, da quello che possiamo considerare una specie di "lago" fa emergere in tutte le direzioni meno di una dozzina di corte frecce, ora diritte, ora ricurve, come il gambo di un fiore un po' troppo grande, un po' troppo pesante. Alla fine di ogni freccia, illeggibili, lei scrive le maiuscole di un;;tlettera. Ma quale? In seguito, lei disegna un personaggio: dopo essersi mu55

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