Linea d'ombra - anno VI - n. 32 - novembre 1988

STORIE/MORENO - Venne tutta sola. E qui la colse il mal d'amore. - Ma questo è succe!iSOduecento anni fa, protestò Isabel. - E conJinua a succedere, disse il Mandinga. Vengono, amano, se ne vanno. Se ne vanno ma tornano quand'è la. lor.o ora. È stato sempre cosi, bianca. tagioni di cacao e di banane, trafitte dalla crudele luce del sole. Si udiva il gracchiare dei corvi e alcune nubi basse scivolavano verso le montagne che stavano comparendo all'orizzonte. !sabei si sentiva sempre più leggera, come se allontanandosi da Caracas potesse respirare meglio. Chiuse gli occhi per ricordare l'espressione ansiosa con cui Piedad, la moglie di Gumercindo si era accostata alla jeep per salutarli; teneva in mano un pacchetto con le empanadas di pesce che, secondo !'-usanza delle donne di Barlovento, aveva preparato in occasione della veglia funebre. Piedad aveva una strana avversione per Barlovento ed era evidente che disapprovava la sua decisione di andare a cercare la nonna e, per di più, di portarsi appresso suo marito. Tuttavia si era limitata a dirle: "Faccia attenzione, signorina, si ricordi che donna Josefa è scomparsa in pieno Malembe". Superstizioni: non le disprezzava, a qualcosa le erano serviti i tre anni alla facoltà di sociologia: le credenzemagiche, per il popolo oppresso e sfruttato di quella regione, rappresentavano la riconquista della propria identità. Il suo professore della Sorbona avrebbe detto qualcosa del genere. Per questo si pentiva di aver trattato tutti come selvaggi poche ore prima. Ma da lì a pensare che tutto fosse permesso"ce ne correva: nessuna superstizione, per folkloristica che fosse, poteva giustificare il furto del cadavere di una vecchia. Cominciava a far buio quando la jeep si lasciò alle spalle la strada provinciale di Carriaco. L'aria azzurra ribolliva di insetti che danzava,no nel cono di luce dei fari. Lontano, dietro le palme, in un tratto di mare fermo e brillante come una lamina di metallo, naufragava il sole con bagliori da incendio. !sabei ricordava altri tempi, vacanze lontane, il mare a San Juan de las Galdonas illuminato la notte dal repentino splendore dei pesci fosforescenti. Mettere le mani nell'acqua era come mescolare cascate di stelle. · Uscendo dal paese !sabei vide un gruppo di ranchos miserabili e alcune donne dai corpi appassiti, come invecchiati prematuramente. Le conosceva: bocche sdentate, figli rachitici. Restavano incinte molto giovani, ancora adolescenti, quasi costrette dall'insistente comando del corpo, e dopo dieci anni erano sfatte. Un'ingiustizia contro la quale aveva intenzione di lottare appena si fosse sposata: si era già messa in contatto con i dirigenti dell'Azione Cattolica. Quando-imboccarono la mulattiera che portava alla fattoria, attraversando un villaggio che non era altro che un pugno di case di pietra aècanto a un ruscello dalle acque tumultuose, si udì rullare, lontano, un tamburo. Gumercindo rallentò. Il suo viso assunse un'espressione concentrata, tesa. - Viene dalla Mina, disse. Altri tamburi iniziarono a rispondere al richiamo del primo. - Ascolti ... il Tuy ... la Curbata. - Qui i tamburi suonano sempre. - No, oggi non dovrebbero. Oggi non è un giorno di festa. lsabel cominciava a spazientirsi. Non vedeva l'ora di arrivare alla fattoria per farsi un bagno: aveva i capelli pieni di polvere, il corpo appiccicoso per il sudore. Salvo il rumore sempre più insistente dei tamburi, c'era un grande silenzio. - Annunciano il suo arrivo, signorina !sabei, disse Gùmercindo. _;__Non siamo mica in Africa. Spicciati, rispose lei. Pochi minuti dopo, !sabei vide la fattoria che si stagliava contro. il cielo ancora chiaro della sera, in cui già brillavano le prime stelle. Attorno si udiva il vasto palpito dei grilli e delle rane e l'aria odorava di pioggia recente. Ladrillo saltò giù dalla jeep e si mise a correre verso la porta della casa, dove la servitù stava riunita per dar loro il benvenuto, insieme con Musiù Andrès, il mezzadro. - Ma chi li ha avvisati del nostro arrivo? chiese a Gumercindo. - I tamburi, si sentì rispondere in un tono insieme confidenziale e ombroso. Da quel momento in poi, !sabei ebbe l'impressione di essere scivolata in un mondo irreale: Musiù, un uomo dai modi sempre misurati, che nonostante fosse di sangue misto aveva la fisionomia del bianco e gli occhi azzurri, aveva fatto riordinare la casa perché un negro sceso dai monti aveva annunciato l'arrivo di !sabei. Le donne della servitù, tutte negre o mulatte, non le avevano staccato gli occhi di dosso durante tutta la cena che le avevano servito. Quegli occhi erano brillanti e maliziosi come se i tamburi, che non smettevano un istante di suonare, trasmettessero loro inessaggi in codice segreto. Dopo cena scoppiò un acquazzone che spense momentaneamente il clamore dei grilli, lasciando nell'aria solo il forte rumore delle fronde colpite dalla pioggia·.Coricata nel suo letto, protetto da una zanzariera di tulle celeste, !sabei non riusciva a prender sonno. Quei tamburi la rendevano nervosa. Il loro oscuro ritmo, che pareva spegnersi in un punto incerto della notte per poi rinascere con nuova forza in un altro, le pareva carico di intenzione. Antiche immagini, scacciate dalla mente a forza di orazioni, tornavano ad assediarla, complici il caldo, la notte e quél battere insonne dei tamburi. Sotto la sua finestra qualcuno strimpellava il cuatro la ronda e di tanto in tanto l'oscurità era strappata dal grido interrotto di un gufo . .!sabei si sforzava di distogliere lo spirito dall'umìdo · languore in cui riposava il suo corpo: Musiù non aveva mostrato molto entusiasmo all'idea di doverle prestare i peones in un giorno lavorativo per andare in cerca della nonna, inoltre le aveva fatto notare che il punto in cui era stata ritrovata la Land Rover distava cinque minuti di cammino dal fiume San Juan: se il ladro aveva voluto disfarsi del cadavere lo aveva certamente buttato in acqua invece di scavargli la fossa. Forse era meglio, secondo Musiù, interrogare il negro che li aveva avvisati del suo arrivo, proprio quando i tamburi avevano iniziato a suonare. "È un Mandinga", aveva aggiunto preoccupato. - Uno stregone? Per favore, Musiù, lei ha studiato all'università. - E se lei sapesse cosa vuol dire aver vissuto vent'anni qui, 49

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