STORIE/MORENO solo le sette del mattino. Si lavò e si diresse verso le scale. Non aveva ancora sceso il primo gradino che subito vide lo zio Miguel in mezzo al cerchio dei parenti che sembravano costernati. In piedi, dall'alto della scala, lsabel li osservava tutti immobile. A poco a poco cominciarono ad avvertire la sua presenza accusatrice, smisero i pianti e tutti si ritirarono verso la porta per an'darsene. ·- Un momento, disse Isabel a voce alta. Di qui non se ne va nessuno prima che anch'io sappia cos'è successo. L'avevano sempre rispettata perché oscuramente la identificavano con la nonna per la sua condotta irreprensibile. ' Il povero zio Miguel, che aveva l'aria di aver viaggiato molto e di.essere molto stanco, alzò gli occhi e la fissò. - Ho ritrovato la Land Rover, !sabei, in mezzo alla selva. - E ... lo incoraggiò Isa bel. - Non avevano preso ... o meglio, era intatto. . - E la nonna? Lo zio parve incerto. - Hanno rubato proprio la nonna, !sabei. Tutti gli occhi si fissarono su di lei: aspettavano la sua reazione, e la sua reazione fu immediata. - Sciocchezze, disse con un disprezzo feroce. Parto subito per Barlovento. La troverò io. Girò sui tacchi e tornò in camera sua. Se avesse potuto uccidere uno per uno tutti i membri della sua famiglia lo avrebbe fatto all'istante: non si trovava più il cadavere della nonna e a· loro non veniva in mente niente di meglio che piagnucolare. Lei cominciava invece a capire come dovevano essere andate· 1e cose: qualcuno, probabilmente un negro ubriaco, aveva rubato la Land Rover approfittando del fatto che quell'idiota dello zio Miguel aveva lasciato le chiavi nel cruscotto. Cosa aveva pensato il ladro? Di smontare l'auto e rivenderne i pezzi. Per far ciò l'aveva nascosta nella foresta, ma la sua prima mossa era stata quella di prendersi le tavole da surf per divertirsi un po' con l'ultima trovata dei bianchi. Ma ci aveva trovato in mezzo un cadavere: orrore! una cosa era rubare un'auto e un'altra rubare un morto. Per questo il veicolo era intatto: in preda al terrore il negro aveva sotterràto il corpo della nonna il più vicino possibile e poi se l'era data a gambe. Un corpo seppellito non puzza, pensò !sabei, ma la terra smossa di fresco si vede, anche in mezzo alla selva. Così sarebbe andata a Las Camelias e avrebbe ordinato ai peones di cercare in circoli concentrici partendo dal luogo in cui era stata, ritrovata la Land Rover. Con sé avrebbe portato anche Ladrillo, il-suo cane. Aveva appena chiuso la valigia quando sentì i passi cauti della madre sul corridoio. Veniva come ambasciatore della famiglia, e lsabel l'aspettava. - Non ho intenzione di sentire discussioni o pianti, le disse appena comparve sulla soglia. Ho sopportatQ anche troppo da tutti voi, alcolizzati, ninfomani, drogati. La nonna ed io abbiamo vi~to trascinare nel fango il più bel nome di C<!-racas.Ma questa è la ciliegina sopra la torta. Ti ricordo inoltre che secondo la tua religione, che è anche la mia, si 48 deve dare ai morti cristiana sepoltura. Dì quindi a Gumercindo che si prepari, lui, la jeep e il cane. - Perché Gumercindo? riuscì a balbettare la madre. - Perché è negro e di Barlovento e s·aprà come trattare con quei selvaggi. Sua madre cominciò a singhiozzare. - lsabel bambina, non ti mettere in questa storia. Ascolta, faremo tutto il possibile ... - In questa casa nessuno fa mai niente di buono, tranne io. Prese la valigia e uscì dalla stanza lasciando sua madre in lacrime. Nel corridoio incontrò una delle cameriere e le ripeté gli ordini riguardanti Gumercindo; dal pianerottolo della scala rivide i membri della famiglia, ora in atteggiamento di attesa. - Tu, Pedro, vieni a portarmi giù la valigia, disse a uno dei cugini. Il cugino obbedì prontamente e lei scese la scala provando la stessa emozione di quando saliva sul podio, in collegio, per ricevere il premio di fine anno. Giunta accanto allo sfortunato zio Miguel tolse dalla borsa una carta geografica e una matita e gli chiese di segnare esattamente il luogo in cui il ladro aveva abbandonato la Land Rover. ' D opo, ci fu soltanto il sole, e quella sensazione di libertà che la invadeva ogni volta che andava a Barlovento. Gumercindo guidava veloce, felice di tornare alla sua terra e Ladrillo ansimava sul sedile posteriore della jeep, muovendo la coda in segno di allegria. Tutti erano eccitati dal viaggio in quella strana regione in cui un secolo prima la famiglia di Isabel aveva av-uto la fortuna di stabilirsi sfuggendo all'orda impazzita di Boves, riuscendo a conservare così almeno uno dei grandi cognomi di Mantova. Le sarebbe piaciuto lavorare a una tesi su Barlovento, ma il suo amore per Juan Antonio aveva posto fine ai suoi studi. Non le importava poi tanto: a venticinque anni compiuti era meglio sposarsi e avere dei figli, molti, almeno sei, e dar loro una buona educazione. - Cosa racconterà la sua famiglia al signor Juan Antonio? sentì che le chiedeva Gumercindo. · - Che sono andata a Las Camelias a recuperare i gioielli della nonna. - Gumercindo rise, e lei pure. Poi si guardarono e insieme scoppiarono in una gran risata. - E la prima volta che la vedo ridere, signorina lsabel, osservò Gumercindo scuotendo la testa bianca. Quella riflessione lasciò !sabei perplessa. Effettivamente non ricordava di aver mai riso, o forse sì, ma da bambina, giocando sulla spiaggia con qualcuno che le tirava una palla. Un ragazzo alto. Le sembrò di rivedere delle gambe forti e muscolose color rame, Rame? pensò prima che il ricordo tornasse a perdersi nella memoria. · Man mano che avanzavano, circondati da quell'aria ardente, satura di polvere e degli aspri odori della montagna, si aprivano all'improvviso, ai lati della strada, le prime ombrose pian-
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