Linea d'ombra - anno VI - n. 32 - novembre 1988

IL PADRE DI TANTI INCONTROCONNAGHIBMAHFUZ a cura di Salwa al Neimi "Non voglio vivere un sol giorno senza l'amore della scrittura''., dice Naghib Mahfuz. "Se un giorno la voglia di scrivere mi abbandonasse, mi auguro che quello sia il giorno della mia morte". Come rispondergli? Dicendogli che i suoi scritti hanno enormemente influito sulla tua vita, e che anche tu appartieni, come ogni arabo colto o pseduo tale, alla "generazione Mahfuz"? La generazioneMahfuz? Diciamo piuttosto le generazioni Mahfuz. Perché sono diverse, e attraversano tutto il mondo arabo. È dagli anni Quaranta che Naghib Mahfuz ha posto le basi di uno stile letterario che la lingua araba aveva conosciuto solo in modo molto imperfetto e incompleto, e che egli va riempiendo di tutte le trasformazioni subite dalla piccola borghesia egiziana dentro uri cori,icesociale che conosce benissimo, per il fatto di esserne figlio. Mahfuz è il solo scrittore arabo i cui libri vengono venduti in milioni di copie, senza contare le edizioni pirata, stampate in Libano o altr-ove. La sua Trilogia v,iene ristampata ogni tre anni e va ogni volta esaurita. La generazione Mahfuz? Nessuno dei romanzieri venuti dopo 'di lui può dire di non farne parte. Tutti, ne .abbiano o no coscienza , sono nati dal suo universo. E nessuno ha dimostrato sinora nella propria ricerca l'audacia di cui egli ha dato prova. È lui ad aver stabilito le prime regole ed è ancora lui ad averleaggrediteper primo. Oggi, a settanta anni e dopo cinquanta che scrive, "nostro padre Mahfuz" continua a sembrare più giovane di tutti i suoi figli. · In pieno centro del Cairo, si nasconde il popolare caffè Alì Babà, e lì, nella penombra di una sala del primo piano, Naghib Mahfuz legge i giornali del mattino e beve il suo caffè saada, amaro. Cerchi di indovinare quale vita ha potuto avere quest'uomo, un tranquillo funzionario che dice diconoscere le cose "in profondità". La sua risata a scatti prima sorprende, poi incanta. Come fosse il segreto legame tra l'uomo magro e austero e l'altro, così diverso, che si rivela nei suoi scritti, il (egame che permette di amarli entrambi. Scrivere è stato per lei una scelta di vita. Il suo rapporto con la scrittura è cambiato, nel corso degli anni? No, non è cambiato. Per me la scrittura è una fidanzata eternamente giovane. Nella vita non è possibile incontrare un altro amore come questo. L'amore per la scrittura e la consapevolezza che essa fa parte della tua vita non sono mai cambiati, e se la voglia di scrivere un giorno mi abbandonasse mi auguro che quel giorno sia quello della mia morte. Non voglio vivere un solo giorno senza l'amore della scrittura. Per queJ che riguarda il lavoro, molte cose sono cambiate. Quando si comincia a scrivere si ha alle spalle un notevole bagaglio di esperienze, si scrive su un argomento e si sta pensando ad altri tre contemporaneamente. Col tempo lo scrittore arriva ad aver sperimentato le principali situazioni sulle quali intendeva scrivere. In generale io scrivo tra l'ottobre e l'aprile, ma quest'anno non ho nulla da scrivere, la voglia di scrivere ce l'ho ma non ho un argomento. Non c'è niente che mi spinga a scrivere. Un esempio? In questo momento sono Foto di Fouad EI-Coury/"Ma9azine Littéraire". molti i sintomi di una degenerazione sociale sulla quale si potrebbe scrivere, ma di essa io ho scritto quando era appena agli inizi, quando era ancora contenuta. Ho narrato il personaggio dell'opportunista. E oggi, cos'è cambiato? Quelli che descrivevo si yendevano per cinque lire egiziane, oggi lo fanno per cinque milioni ... È la sola differenza, il resto è lo stesso. Dal punto di vista ·psicologico e comportamentale, il .. personaggio non è cambiato. È per questo che oggi faccio. fatica a trovare di che scrivere. Prima le cose erano più semplici; e.c'è da aggiungere che io non ho mai viaggiato: se l'avessi fatto la mia visione delle cose si sarebbe forse rinnovata e avrei trovato di che scrivere. Perché non viaggiare adesso? Perché è troppo tardi ..Oggi non posso più approfittare di un viaggio. Non posso più mangiare, bere, muovermi come una volta. Non ci vedo bene a causa del diabete e di un'allergià alla luce contratta nel '35. Sono cose come queste che oggi m'impediscono di viaggiare. Ma prima.? Prima ne avevo la forza, ma non il desiderio. Lei ha detto un giorno che si può fare a meno della cultura ma non della scienza, che in questo mondo è necessaria. Non ricordo in quali circostanze l'ho detto. Ma credo che per l'uomo esprimere le proprie esperienze è una necessità di cui non può fare a meno, quale che sìa lo stato della scienza. Può cambiare il mezzo, si può guardare la televisione in~ vece che leggere libri, ma l'uomo ha bisogno di gettare uno sguardo critico sulle proprie esperienze.e di -ritrovarle attraverso la cultura. Nella ·sua vita questo è assolutamente necessario. La scrittura le ha dato una maggiore consapevolezza dell'esperienza? Se lei non fosse stato scrittore, avrebbe potuto vivere le trasformazioni sociali e politiche dell'Egitto altrettanto profondamente di come ha espresso nei suoi romanzi? Se avessi studiato politica o sociologia, avrei vissuto lo stesso queste mutazioni. Per penetrare nel profondo di una società ci sono molti mezzi. E d'altronde un uomo colto può· 39

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