Linea d'ombra - anno VI - n. 32 - novembre 1988

NARRARE LA SCIENZA/CHARGAFF Lo scienziato EE (Esageratamente Entusiasta) e lo scienziato EC (Equilibratamente Cauto) discutono di bambini su ordinazione, di sperimentazione genetica e di molti paradossi rimasti insoluti. do, un citologo che produce un embrione. vivo attraverso la fecondazione in vitro, cos'altro hafatto se non crearela vita? EC: Non ha fatto niente del genere. Anche gli alchimisti riuscivano a ottenere nei loro infusi finali solo un po' meno d'oro di quanto ne avevano messo all'inizio. Il tuo uomo accoppia due partner estremamente compiacenti e, com'era prevedibile, loro si uniscono proprio in quell'abbraccio per il quale la natura li aveva progettati. Se la facoltà di morire è l'unica prova della vita, si potrebbe quasi dire che sia l'uovo sia lo spermatozoo dovevano essere vivi già da prima, perché non sarebbe stato sicuramente difficile renderli incapaci di interazione, cioè "ucciderli" con mezzi chimici o fisici. EE: D'accordo, se vuoi metterla così. Ma ti faccio notare che, anche se li definisci vivi, né lo spermatozoo, né l'uovo sono capaci di svilupparsi da soli. Questo signifiéa che in realtà essi non sono vivi. EC: Forse significa solo che noi non sappiamo cos'è la vita. Infatti, io nego che esista una soddisfacente definizione scientifica di vita. Forse è perché un cervello vivente non può definire se stesso? Ci sono talmente tante sfumature, talmente tanti attributi secondi, che in questo guazzabuglio siamo destinati a perderci. E ogni volta che arriviamo a una conclusione, dobbiamo ipotizzare sempre nuovi attivatori, inibitori, sistemi di controllo: e poi, naturalmente, li troviamo. Quello che la scienza può esprimere sulla carta, sembra che, in un certo senso, esista. Ma esiste davvero? A proposito, ho letto da qualche parte che i nostri maghi del DNA ricombinante di quando in quando si imbattono in una difficoltà inaspettata. Quando inseriscono nel DNA di un batterio un pezzo di DNA "estraneo" che codifica una certa proteina, alla fine ottengono una sostanza appiccicosa: il prodotto ha la sequenza amminoacidica della proteina desiderata, ma è avvolto diversamente. Immagino che qualcuno troverà presto il fattore previsto e che lo chiamerà "correttoavvoltasi". E poi troveranno alfa meno e beta meno, correttoavvoltasi, e così via. EE: Ci stiamo allontanando da quello di cui stavamo parlando, ma mi sembra che tu stia attaccando l'intera biologia molecolare. E quanto alla faccenda dell'alfa e della beta e della tua ironia sul "e così via", tutto ciò non indica forse che man mano che investighiamo la natura sempre più inprofondità, diventiamo sempre più consapevoli della sua complessità? · EC: Non è possibile invece che siamo noi a imporre, a inventare la complessità? Ho l'impressione che l'abuso dell'induzione ci stia portando in un labirinto sotterraneo senza scampo, neppure un buco da cui uscire. E tutto quello che facciamo e che possiamo fare è costruire qualche altro vicolo cieco dentro al labirinto, ma senza luce, senz'aria, senza speranza. L'induzione va bene nelle scienze esatte, ma non si può abusarne; non si deve essere troppo intelligenti. Abbiamo troppe menti acute che scavano in ciò che è cedevole, in ciò che dà, in ciò che elude. Si pensa di averlo afferrato, di averlo in mano, ma intanto siede su un albero e se la ride di noi. EE: Stiamo per frenarla, quella risata. Aspetta che si trovi la sequenza del genoma umano. EC: Non posso aspettare. Mi piacerebbe vedere quel monumento della stupidità umana. Sarebbe un'interessante lettura amena, specialmente quando sarà pubblicata in edizione" economica. Esiste una cosa come il genoma umano? EE: Torniamo a quello di Cl:lpi arlavamo all'inizio. Tu dicevi che eri contrario alle nuove procedure che vanno sotto il nome di tecnologia riproduttiva. Ma invece di spiegar0 mi le tue ragioni, hai divagato nella filologia russa. Forse perché non avevi ancora un 'opinione precisa? EC: Oh no, un'opinione ce l'ho probabilmente da quando sono nato. Naturalmente, a quell'epoca i bambini nascevano tutti nel modo naturale. Le ostetriche erano delle levatrici barbute che si reocci.Ipavano che ci fosse abbondan33

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