UN DIALOGO E UN MONOLOGO SULLA PRODUZIONE DI ANIME Erwin Chargaf f Due scienziati, uno vecchio e uno giovane, stanno conversando. Lo scienziato vecchio si chiama Equilibratamente Cauto (EC), quello giovane Esageratamente Entusiasta (EE). EC: Sai, a volte è· utile sapere come si esprimono i con- . cetti e le idee nelle altre lingue. lo, per lo meno, ho spesso delle sorprese. Per esempio ho scoperto che in russo una parola molto comune per "assassino" è dushegub. La parola è formata da dusha, anima e gubit', distruggere. Mentre noi diciamo "tagliare la gola", loro dicono "uccidere l'anima". EE: Devo confessare che non capisco cosa c'entri l'anima con il nostro argomento. Non stavamo parlando dei nuovi mezzi meravigliosi che portano al concepimento e alla produzione dei bambini, di quella che adesso si chiama tecnologia riproduttiva? EC: Infatti. Non mi sono allontanato dal nostro argomento. È proprio mentre discutevamo della produzione industriale dei bambini che mi è venuta in mente la parola dushegub. EE: Non dirmi che proprio tu sei diventato antiabortista. EC: Questo non c'entra affatto. Non stavamo parlando dell'aborto, un problema che deve aver assillato l'umanità fin dalle sue origini. Potremmo affrontarlo un altro giorno, anche se devo ammettere che non credo di avere la forza in- · tellettuale, né di essere moralmente abbastanza lineare o monocromatico, per esprimermi di frontè a un dilemma così imbarazzante. È incrostato di tanta miseria e di tanta ipocrisia, e su miriadi di casi ce ne sono così pochi di simili, che esito a entrare in quel labirinto di infelicità. EE: Devo dire che non riesco a capire perché i due argomenti non possano esser.emessi sullo stesso piano. Nel primo caso, la donna ha un bambino che non vuole; nel secondo, la donna vuole un bambino che non può avere. Nella nostra società, il danaro cambia di mano in entrambi i casi, e il beneficiario è quasi sempre lo stesso: l'ostetrico. EC: Vorresti dire che uccidere un'anima è la stessa cosa che crearne una? Ma non è mica vero! L'aborto è un problema che tocca milioni e milioni di persone, e su questo argomento i portavoce delle chiese, per lo meno quelli della Chiesa Cattolica, credono di sapere che posizione si deve prendere. Ma la tecnologia riproduttiva viene considerata un problema scientifico, e davanti alla scienza le chiese si chiudono in un riverente silenzio. La falsa ritrattazioné di Galileo pesa ancora sulle loro coscienze. Se adesso si bruciano dei libri, probabilmente sono i libri contabili del Banco del Paradiso. EE: Non riesco più a capire dove vuoi arrivare. È ovvio che i medici sono coinvolti in entrambi i casi, ma in uno, il medico aiuta a creare la vita, nell'altro, la distrugge. EC: La Sacra Scrittura ignorava la scienza. Scalfire la crosta esterna della natura non era un'attività che si accordava con una rivelazione tanto straordinaria. Altrimenti ci sarebbe stato un undicesimo comandamento: Non creerai la vita arbitrariamente. EE: Hai usato la parola "arbitrario", che è anche sino- '32 nimo di "non richiesto". Ma laproduzione scientifica di bambini, di cui stavamo parlando, riguarda quelli che sono ardentemente richiesti. Si potrebbe anzi affermare che è solo con i bambini prodotti con l'aiuto della tecnologia riproduttiva che l'elemento casuale. viene praticamente escluso. EC: Parlando del caso, hai indicato proprio uno dei motivi principali della mia protesta. L'altro giorno, leggendo gli stupendi aforismi di Chamfort, ne ho trovato uno in cui diceva di essere indeciso se la Provvidenza è il nome di battesimo del Caso o il Caso è il soprannome della Provvidenza. A prescindere dall'accettarle o meno, ammetterai che entrambe le definizioni hanno una cosa in comune: riguardano numeri enormi, incommensurabili, riguardano generazioni, popolazioni, l'intera storia del nostro mondo umano e, al di là di quello, l'intera natura. EE: Hai trascurato un aspetto importante che separa le due definizioni: il Caso, se implica grandi numeri di persone o di eventi, può essere controllato dalla statistica, la Provvidenza no. EC: Lasciamo perdere la statistica. La statistica va bene per le compagnie di assicurazione, che preferiscono i premi alti. Essa è comunque inutile per prevedere l'incidenza e il tipo di danni provocati agli embrioni durante la ridicola cerimonia dell'attuale pedotecnologia. Scusami per la brutta parola, ma da quando ho smesso di essere uno scienziato attivo ho avuto poche occasioni di coniare brutte parole. Pensando a questi problemi, ciò che mi ha sempre colpito è, da un lato, la grandezza è il mistero del destino dell'uomo e, dall'altro, la piccolezza della capsula di Petri. La forza libera della natura contro la mano inguainata di gomma dello sperimentatore. EE: In questo consiste la reale bellezza di quello che il singolo sperimentatore, il singolo scienziato, intraprende. Indossa il mantello del demiurgo e crea la vita dove prima non c'era. EC: Scusa un momento. Con tutto il rispetto per quelli che non se lo meritano, non sarebbe meglio dire che la vita si trova anche nell'uomo non fertilizzato e nello spermatozoo in movimento? Mi sembra che in questi casi la funzione dello scienziato sia simile a quella del mezzano. EE: Chiamalo biolenone se vuoi. Per me lui rimane un creatore di vita. C'è qualcosa di più sublime?E poi i mezzani di solito non sono interessati al successo riproduttivo del coito che, anzi, rovinerebbe chi lavora per loro. EC: Hai appena detto che lo specialista della riproduzione è un creatore di vita. Cos'è che crea? Cos'è la vita? EE: La vita è la più alta forma di organizzazione cellulare in cui tutte le strutture, tutte le superfici, tutti i biocatalizzatori ecc., si trovano in straordinaria armonia l'uno con l'altro per cui la cellula si può dividere. EC: Queste sono parole vuote, a meno che tu non sappia definire cosa intendi per armonia. Siete riusciti a stabilire, in vitro, un ordine che prima non c'era? EE: Beh, non siamo tanto lontani da questo. In fon-
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