In alto: Charlie Parker nel 1950 (arch. Francis Paudras). In basso: Forest Withaker, il Parker di Bird. IL CONTESTO MUSICA/CINEMA Un film onesto sul grande Parker Marcello Lorrai È noto e significativo-che quando il cinema da muto (e commentato spesso dal vivo dal jazz) diventa tecnicamente in grado di dare voce alla musica, comincia proprio col jazz: The Jazz Singer, 1927, primo film sonoro; ma assumendolo in una chiave parodistica che è tutto un programma. "Pensavo di dover fare la parte di me stessa", si leggerà trent'anni dopo nell'autobiografia dellapiù straordinaria vocalist del jazz, "pensavo che sarei stata la solita Billie Holiday di sempre, che canta _qualchecanzone nell'ambiente di un club notturno, perché era logico che fosse così". Il riferimento è a New Orleans, 1947, di Arthur Lubin: "Conoscete una ragazza negra che nei film non abbia dovuto fare la parte della serva o della puttana? lo non ne conosco. Seppi che il mio compito era, sì, quello di cantare un pochino. Ma il mio personaggio era una serva" (La signora canta i blues, Feltrinelli 1973). E proprio Lady Sings the Blues, il film del 1972 che porta il medesimo titolo dell'autobiografia della Holiday, potrebbe per esempio essere scelto per rappresentare il bil~ncio negativo che si deve trarre dall'illustrazione che del mondo del jazz ha dato il cinema di finzione. Dal quale tuttavia negli ultimi anni sembrano arrivare più spesso segni di maggiore intelligenza e sensibilità. A Clint Eastwood bisogna riconoscerneper Bird. Assiemea una buona dose di coraggio: quella necessaria per confrontarsi, a partire non da un intento superficiale, ma dalla motivazione seria che si rintraccia nelle dichiarazioni del regista e che traspare nel film, nientemeno che con una figura del rilievo di Charlie Parker, il massimo esponente del jazz moderno e il mito più massiccio di tutta la storia del jazz. Volendo tralasciare un giudizio più complessivo su Bird, attento all'insieme dei suoi valori cinematografici, e limitarsi alla considerazione dell'efficacia e della correttezza con cui Eastwood le ha dato consistenza sullo schermo, bisogna constatare che l'operazione, decisamente rischiosa, è stata condotta a termine molto dignitosamente: anche se privilegiando un angolo di visuale, quello della relazione di Parker con l'ultima moglie, Chan Richardson, che tende ad isolare Parker da · una prospettiva più ampia e taglia fuori parecchio di importante. Il rispetto per l'uomo, oltre che l'ammirazione per il musicista, è evidente nell'estrema delicatezza con cuì Eastwood tratteggia la figura di Parker. Una delicatezza forse addirittura eccessiva: l'immagine di Parker che si ricava da Bird è troppo bonaria e rassicurante. A chi lo conobbe, Parker apparve capace di grandi generosità, ma spesso anche 17
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