IL CONTESTO CONFRONTI . I bambinidel dopo-bomba di McEwan,Amis, DorisLessing Paola Splendore · Da qu_ando Henry James, in quello straordinario racconto che è Il giro di vite, dissacrò l'immagine dell'infanzia facendone l'incarnazione stessa del male, non ci sono stati più limiti a ciò che i bambini hanno rappresentato in letteratura. Da quell'impasto di miele e lacrime che dava vita nel romanzo ottocentesco alla serie di orfani, di accattoni e di piccoli lord infelici, tutti suscitatori df "buoni sentimenti", i bambini sono passati a miscugli di ben altra materia: in epoca post-freudiana i sensi di colpa de- . gli adulti sembrano aver generato tanti piccoli mostri, pdrtatori inconsapevoli di impulsi omicidi e desideri proibiti. Pensiamo ai freddi assassini di Golding nel Dio delle mosche e di Servo e serva di lvy ComptonBurnett, o ai piccoli protagonisti del Giardino di cemento di Ian McEwan, incerti della propria identità sessuale e per di più necrofili: bambini trasformati in piccoli robot vendicativi, disturbati da malesseri psichici- o vittime di violenza; bambini come paradigma del male che ha invaso il mondo. A questo già ricco campionario si sono In alto: McEwan (foto di F. Farassino). Sopra: .Martin Amis (arch. Mondadori). A p. 15: disegni di Kelly Freas ( 1981) e, in basso, di G. Festino (da "Robc;,t" n.35) aggiunti gli inquietanti bambini del mondo della fantascienza, dotati di capacità extra.- umane, i messaggeri del tempo e dello spazio, i piccoli tiarbari dell'era postatomica, figure spesso viste al cinema: i pallidi bambini radioattivi di Hallucination (The Damned) di Losey o il ragazzo "psichico" del film di Kubrick Shining. Tre romanzi inglesi recentemente tradotti in italiano, ambientati nel presente o in un futuro già molto vicino, Bambini nel tempo di Ian McEwan (Einaudi), / mostri di Einstein di Martin Amis (Mondadori) e Il quinto figlio di Doris Lessing (Feltrinelli), ripropongono il personaggio-bambino in situazfoni di estrema violenza e drammaticità, presentando la condizione infantile ora minacciata da forze oscure e invisibili ora essa stessa forza distruttiva e malefica. Queste opere, lette alla luce dei problemi e degli orrori dei nostri tempi, si caricano di dimensioni e significati simbolici, fino a rappresentare quasi una forma di autodenuncia da parte degli adulti nei confronti della prima generazione di bambini postnucleari; un grido di allarme, o una sommessa espressione di angoscia per chi, senza colpa, è contaminato dal male o destinato alla distruzione. Il romanzo di McEwan si apre con pagine, di intensa drammaticità, che descrivono la scomparsa di Kate, una bambina di tre anni, mentre è con il padre al supermercato, in fila con altra gente tra carrelli colmi di cibo e di detersivi. Un contesto ordinario viene così trasformato in uno scenario da incu- • bo. La piccola scompare come risucchiata in un vortice del tèmpo e non sarà più ritrovata. I genitori, pur non cessando di amarsi, non riusciranno a condividere né il dolore della perdita né le manifestazioni del proprio lutto privato: la madre si ritirerà in medita- . zione in un ex-convento, mentre il padre, Stephen, ·dedica ogni fibra delle sué energie alla ricerca della figlia, sperando di rivederla per strada all'improvviso e immaginandone nel tempo i mutamenti' e la crescita. La ricerca della figlia diventa così per lui anche un viaggio nel tempo, oltre che dentro di sé, ai limiti estremi della solitudine e della disperazione. Perché Stephen insegue anche un'immagine perduta di se stesso bambino, e una sua dimensione di figlio che cerca di realizzare attraverso il rapporto con i suoi genitori. Le visite à casa loro, le conversazioni, i ricordi, riannodano fili spezzati, gli danno un senso di identità e attivano una sua capacità onirico-visionaria, che lo porta indietro nel tempo fino a farlo testimone improbabile dell'incontro con i genitori all'indomani del suo concepimento. Stephen, noto autore di letteratura per ragazzi, è chiamato in qualità di esperto a partecipare ai lavori di una commissione governativa pèr l'elaborazione di un manuale per l'infanzia. Qui farà la conoscenza del primo ministro, un personaggio misterioso e caricaturale, che gli chiederà di rintracciare Charles Darke, un tempo suo editore, poi datosi alla politica, improvvisamente scomparso dalla vita pubblica, e ritiratosi a vivere in campagna. È qui che Stephen lo ritroverà, regredito a uno stadio infantile, mentre in pantaloni corti e zazzera da ragazzino, tenta grottescamente di rivivere la giovinezza perduta. Come il barone rampante di Calvino, Charles si è costruita una precaria dimora tra i rami di un albero gigantesco e rifiuta ogni rapporto con il mondo degli adulti. Si scoprirà alla fine che il testo ufficiale cui inefficacemente la commissione lavora è pronto da tempo - convenzionale e repressivo come tutti quelli che l'hanno preceduto - ed è opera proprio di Charles Darke, il già progressista editore per ragazzi. Le vari_esituazioni del romanzo esplorano dunque le molte facce del rapporto bambino-adulto: quello tra genitori e figli, dei figli divenuti a loro volta genitori, ma sopratutto quello che si instaura tra il bambino del passato e l'adulto di oggi. Il bambino è destinato, come annuncia metaforicamente la vicenda della piccola Kate, a perdersi, non fosse altro che a causa del semplice passaggio del tempo, ed è inutile tentare di recuperarlo inseguendo un sogno rurale alternativo o inabissandosi nell'ingorgo della me-
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