INMARGINE C'eranotutti.•• Grazia Cherchi Possibile che i direttori di quotidiani e settimanali non sia- . no venuti a conoscenza del fatto che del Festival cinematografico di Venezia o della Fiera libraria di Francoforte non importa un accidente a (quasi) nessuno? Via, certamente lo sanno, ma il loro problema è: non mollare queste ossa spolpatissime se non le molla contemporaneamente anche la concorrenza. Così anche quest'anno abbiamo avuto il solito diluvio di articoli e di inserti dedicati a queste noiosissime ricorrenze. Con, di conseguenza, due crisi di rigetto, anzi tre, se si aggiungono i quintali di carta dedicati al Pendolo di Eco, esaminato sotto tutti i profili (escluso, forse, solo quello sofrologico). Di Umberto Eco mi piacericordare invece qui una "Bustina di Minerva" apparsa sul1' "Espresso" un paio di mesi fa e che mi pare non sia stata ripresa da nessuno (e pour cause). Eco, oltre a dichiararsi non pentito di aver firmato negli anni sessantotteschi appelli vari - erano tempi in cui "pareva che chi parlava mentisse e chi sapeva tacesse. Era una scelta civile difendere i diritti di tribune anche selvagge. Indipendentemente dalle proprie idee" - critica la strana smemoratezza che ha colto i più riguardo a quegli anni: affermano che "a quei tempi non c'erano e non capiscono come sia potuto accadere". E invece "c'erano tutti". Alla fine e in breve: non si capisce bene di che cosa dovrebbe pentirsi (dico io) chi ha fatto il '68, e chi ha difeso dai soprusi chi lo faceva (dice Eco). II quale giustamente si ribella al ricatto del senno di poi: "Oh, certo, con il senno di poi - conclude - i buoni borghesi parigini non avrebbero neppure chiesto la costituzione civile del PERNARRAR~EA.V11"A 1 "'f0CCA ObtJl I Atv1O . t) l VI VE RE SECCAt\liE f'E.RDITA Dl TfMfo. clero, se avessero saputo che dopo si sarebbe arrivati al Terrore". Parole da sottoscrivere: è qui l'Eco migliore, non quello dei romanzi, di cui si discetta e si discetterà fino alla paranoia per·anni. A conferma che .non sono dei capolavori secondo la battuta di Flaiano (che così introduco): "I capolavori oggi hanno i minuti contati". I peggiori tra gli ex "Siamo fumatori, stiamo attenti a non dar fastidio, e dobbiamo subire le sopraffazioni degli ex fumatori, bestie orrende. Questo nuovo proibizionismo dà loro una personalità, si sentono qualcuno, ti spiano, ti colpevolizzano". Così Fruttero & Lucentini, intervistati da Giampaolo Dossena. Difficile dire meglio. Mi pare indubbio che tra la miriade di ex - si va dagli ex comunisti (che comprendono, se notate, quasi tutti i comunisti) agli ex carnivori (che sfoggiano quasi tutti, se notate, mio sguardo particolarmente belluino) - gli ex fumatori siano i peggiori. Un seccatore ex fumatore (di quelli con dattiloscritto annesso), venuto a trovarmi a casa (non autorizzato), già dalla soglia ebbe a proclamare che gli sembrava di entrare in una camera a gas e dopo pochi istanti è schizzato via a precipizio. "No, no, ch'io non mi pento!" ho gridato dietro alla "bestia orrenda" che fuggiva all'aperto, a immergersi nell'aria salubre di Milano. Dittatori d'assalto (da Ennio Flaiano) Un giorno - racconta Flaiano - ci svegliammo con la dittatura, anzi con ben due dittatori. I quali senza indugi affrontarono i problemi del nostro Paese: "Il Dittatore n. 2 cominciò: Gli scioperi? Nazionalizzarli. Gli studenti? Inquadrarli col presalario. Gli intellettuali? Idem, col post-salario. La crisi del turismo? Ritirare i passaporti per favorire il turismo interno. Lariforma burocratica? Aumentare i burocrati, sino alla Piena Burocrazia". "Aggiunse il Dittatore n. 1: Venezia da salvare? Dichiariamola fuori pericolo. L'edilizia ristagna? Distruggere i centri storici e rifarli. I parchi nazionali sono in rovina? LottizziaILCONTUTO moli. I porti diventano angusti? Restringiamo le navi •.. " "I telefoni non funzionano? - continuò il Dittatore n. 2 - Mettiamoli sotto controllo. La montagna si spopola? Popoliamola di confinati politici. Si inquinano le· acque? Si beva più vino ... " "Giusto - disse il Dittatore n. 1 - gli ortofrutticoli protestano? Affidarli alla Mafia. E la Mafia? Corromperla. E lo Stato arteriosclerotico? Divinizzarlo. Il traffico paralizza le città? Potenziarlo. La Giustizia è lenta? Acceleriamo l'ingiustizia. Il costo della vita aumenta? Aumentare anche la tassazione diretta, anzi istituire la scàla mobile del fisco. Le alluvioni? Ignorarle. Le frane? Disprezzarle. I terremoti? Attribuirli alla geologia. La scuola? Lasciarla aperta a tutte le innovazioni fino a disgustarne gli scolari ... " (Da Taccuino notturno di Ennio Flaiano, 1 maggio 1969). Ringraziamenti immeritati Non voglio qui fare una recensioné del libro di Giulio Einaudi Frammenti di memoria, ma limitarmi a un'osservazione "in margine" al suo-libro. Mi occupo da anni di editing e so quindi che chi lo fa riceve in genere ringraziamenti solo verbali dagli autori. Invece Einaudi, lodevolmente, nella pagina finale del suo libro ("Ringraziamenti") menziona con calore ben undici persone (parenti, amici, scrittori) che sarebbero stati proqighi di revisioni, suggerimenti, ecc. Sarà, ma a parte certi errori nei nomi (che hanno tutta l'aria di non essere refusi) o certe smagliature della memoria (quando mai Bassani ha pubblicato nei "Getto~'?) che sarebbe stato doveroso che "gli undici" correggessero, chiunque pratichi sul serio l'editing o faccia anche solo una lettura attenta di un testo, avrebbe consigliato Einaudi di evitare "incipit" come questo: ''Tutto diverso da Hemingway era Thornas Mann" (è ovvio che di affinità tra i due ce ne sono sempre state pochine). Chissà, forse sarebbe bene, se emettèrà un'altra gittata di "frammenti", che Einaudi faccia da sé, rinunciando al plotone di (pseudo) aiutanti, di cui vien fatto di dire: "Mai tanti fe·cero così poco". 13
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