Linea d'ombra - anno VI - n. 31 - ottobre 1988

POESIE Nikolaj Kancev Vita Accolto con latte e congedato con lacrime, per sessanta e tanti anni hai ferrato cavalli senza zoccoli? Una conferma Manca ancora una conferma all'affermazione che siamo fatti di terra. Pietra Ma resta scritta. Un titolo sulla lavagna: l'insegnante è scomparso di nascosto senza tenere la lezione. Dì, tu che scavi pozzi profondi, chi hai incontrato laggiù oltre l'acqua la tua morte, la terra: dì è forse una conferma il cervo sul cui capo cresce il rovo'? Qualunque cosa accada, non ti toccherà. lo invece sono sempre trascinato dai sentimenti . . Se vedo un chiodo, non mi ci pianto benché potrei così arrivare al crocifisso. Compresa la tua durata, sei il punto d'arresto del tempo. Noi invece ci muoviamo perché siamo passeggeri. Semplicemente Con le stelle cadute stanotte il c~elo già si scrolla di dosso gli -incubi. E poi, rimasto senza di loro, non c'è neppur bisogno che lo si veda. Perdo i contorni anch'io e davanti a me non ci son domande. La terra gira davanti a nessuno come la coda di un cane davanti al padrone. • • • Se sono di troppo in mezzo a tanta penuria, il formicaio con tutta la sua severità è un brulichìo. In luoghi leggendari si disegnano a tratti profili e i fulmini fanno risaltare le loro inflessibili vene. li reale non è forse uno spettro della vanità? Ma i donatori di sangue si tengono stretti alla vita. Dopo le sue invasioni aeree la pioggia si zittisce e in cima al mio pensiero barcolla una goccia d'acqua: i naufragi in lei continuano ad essere dolorosi ... Trasportata in segreto una manciata di luce lunare attraverso il buio, là dove alberi e bufere si scambiavano inchini, il mio bisnonno incontrò il futuro vestito all'antica.· La sua testa era davvero un orologio che ci mostrava la dodicesima ora - e adesso mi chiedo se si è perso tra la rugiada l'ultimo secondo, cui spetta traboccare nel tempo teso allo spasimo, quando hanno scommesso la terra e il cielo. Non battete l'uomo, se vi spaventa la campana! • • • Aspetto il mio turno, dopo tutta una vita ho alla fine impegnato irrevocabilmente la mia partecipazione a una foto istantanea. Ma le notti devono proprio essere le vedove ~ei giorni e soltanto i cristalli partecipano della verità. Dai loro angoli i fantasmi sparlano di me, mentre fuori il silenzio mi recita a memoria e il volo del pipistrello resta a vela dato che l'uccello fuori della gabbia è fuorilegge. So che le fruste sono forze ingannate e le trottole girano, mentre io resisto nell'attesa che s'avverta l'esistenza immobile e ogni fremito dopo di ciò sia sorriso. Lungo il mio cammino non vedo perché battermi coi mulini a vento, che si sono macinati da sé e nonostante questo mi predicono la mia fine ultima, che il baricentro cadrà su di me. Sono pronto anche a questa sorpresa, ora che il tempo ha scavalcato la sua cresta. Per tutte le mie colpe chiedo il perdono di chi s'è inginocchiato qui, prima che s'imponga di pagare con la vita il biglietto per l'aldilà dove m'attende la gloria: perché mentre i soli attraversano gallerie la polvere delle farfalle dorerà l'infinito. (traduzione di Danilo Manera) 73

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==